Intuizione in una mattina Così De Laurentiis ha scelto il d.s. Meluso
Il nuovo dirigente: «Accordo in venti secondi. Servono idee ed essere credibili»
Un direttore sportivo scelto in una mattinata. Detta così può sembrare un po’ superficiale, perché in effetti il suo casting per l’erede di Cristiano Giuntoli, il presidente Aurelio De Laurentiis lo ha svolto sentendo vari candidati. Ma al mattino del 13 luglio ha deciso e com’è andata lo racconta lo stesso Mauro Meluso: «Erano le sette del mattino quando il presidente mi ha chiamato al telefono convocandomi a Napoli. Sono arrivato poco prima di pranzo, mi ha fatto un sacco di domande e poi mi ha invitato al pasto insieme, con una splendida vista sul Golfo. Ha tirato fuori un foglietto con quelli che erano i parametri del contratto e in venti secondi abbiamo trovato l’accordo. Sono rimasto sorpreso perché sono nel posto giusto ma non credevo potesse essere questo il momento giusto». Alle 16 di quel 13 luglio il presidente twittava l’ufficialità dell’ingaggio del dirigente. Una scelta concertata con l’ad Andrea Chiavelli e il capo scouting Maurizio Micheli. Oggi a questo gruppo di lavoro si unirà l’altro esperto di scouting, Leonardo Mantovani, e così al completo ci sarà una riunione di mercato importante per aggiornare le strategie dopo questa prima fase di sondaggio.
Sottolinea Meluso «Una squadra che ha vinto con quel distacco è una super squadra, complimenti a tutti quelli che ci hanno lavorato, in sintonia. Le dinamiche che ci porteranno a restare competitivi le verificheremo insieme nei prossimi giorni. Logicamente Osimhen sarà importante tenerlo, ma non tocca a me parlarne, qui sono l’ultimo arrivato. Nel calcio perché le cose funzionino bisogna avere idee ed essere credibili. Servono regole certe da far rispettare. L’entusiasmo della città e quello che stiamo vivendo anche in questi giorni in Trentino è uno stimolo in più per noi».
Critica a Malagò Ai margini della conferenza stampa di presentazione del nuovo d.s., il presidente De Laurentiis ha mosso le sue critiche ai vertici dello sport italiano «che creano lacci e lacciuoli nel calcio a chi vuole investire, dimenticando che il calcio è quello che finanzia tutto lo sport. Voi sapete che il Coni gestisce le quote extracomunitari e allora io dico, caro Malagò fatti un attimo da parte e concedi qualche unità in più a noi del calcio che in fin dei conti sosteniamo tutto il movimento sportivo italiano, rispettando le leggi, come la Bossi-Fini anche se certe leggi andrebbero cambiate, perché si burocratizza tutto, le questioni di sovrappongono e diventa difficile fare impresa».