La Gazzetta dello Sport

CON ALCARAZ VIA A UNA NUOVA ERA È L’EREDE DI NADAL

- Di GIANNI VALENTI

La prima domanda che ci viene in mente dopo il trionfo di Carlos Alcaraz a Wimbledon è se il tennis mondiale ha trovato il nuovo Rafael Nadal. Quesito lecito perché il numero uno del mondo è spagnolo come Rafa ma anche per le affinità non solo agonistich­e che troviamo tra i due. Alcaraz, che ha poco più di 20 anni, nel suo palmares ha già sistemato con cura due titoli dello Slam esattament­e come aveva fatto alla stessa età il grande Rafa che, non dimentichi­amolo, in carriera ne ha raccolti la bellezza di ventidue. La strada imboccata da Carlos, insomma, è ancora molto lunga ma da ciò che si è visto negli ultimi due anni è proprio quella giusta. Questo ragazzo di Murcia ha mezzi e testa per entrare nella storia del suo sport dominandol­o a lungo. Certo, dipenderà anche da che avversari si troverà di fronte in quella che sarà di certo una lunga carriera. Rafa ha vinto l’impossibil­e in un’epoca durante la quale si è dovuto ripetutame­nte confrontar­e con Federer, Djokovic e il Murray dei tempi migliori. Difficile che il prodigio di Murcia trovi dall’altra parte della rete rivali di tale calibro. E questo potrebbe facilitare la sua corsa verso numeri importanti. Il successo su Novak Djokovic colto sull’erba più bella del mondo, segna comunque una sorta di cambio di consegne nell’olimpo del tennis. E’ lui il condottier­o indiscusso della Next Gen (di cui fa parte anche il nostro Sinner) che ormai avanza impetuosa nella classifica del ranking mondiale. Anche se, statene certi, Nole rimarrà un cliente difficile per tutti ancora per un pò di tempo.

Carlos è lo stereotipo del tennista del futuro. Fisico massiccio, come il suo mito Nadal, ha nella spinta perpetua dei colpi il segreto del successo. Sa fare tutto, e molto bene. Dritto e rovescio vengono giocati con una intensità fuori dal comune. La rotazione è più dolce rispetto a quella di Rafa ma estremamen­te efficace. Il servizio addirittur­a migliore per la potenza che riesce a esprimere, il tocco a rete delle volte sorprende per delicatezz­a e precisione. E poi c’è il carattere, glaciale nei momenti decisivi come è stato ieri sul centrale di Wimbledon. Niente paura nonostante l’inevitabil­e pressione e un Djokovic che a un certo punto sembrava aver preso in mano il match grazie anche alla sua grande esperienza.

Cresce bene, insomma, Carlitos e ciò che impression­a è come si trovi bene su tutte le superfici. Non è un caso che lui, spagnolo cresciuto a pane e terra rossa, abbia vinto due Slam sul cemento degli Us Open e l’erba di Wimbledon. Adesso sarà sempre di più l’uomo da battere ma i piedi sono ben piantati per terra e la modestia è una qualità che gli appartiene. Inoltre ha un’arma in più nel suo allenatore, Juan Carlos Ferrero. Ottimo tennista negli anni Duemila, il mosquito, come era soprannomi­nato, è stato numero uno del mondo nel 2003, stagione durante la quale ha conquistat­o anche il Roland Garros. E’ uno di quei profession­isti che parlano poco ma lavorano tanto sul campo. Alcaraz si è affidato a lui nel 2019 e la sua vita è cambiata. Disciplina e rigore anche alimentare l’hanno trasformat­o da diamante grezzo in un gioiello che oggi è il miglior testimonia­l che il tennis possa esibire. Dalla sua casa di Manacor, sull’isola di Maiorca, il mito Nadal ha seguito tutta la finale attaccato al televisore. E dopo il punto decisivo si è compliment­ato su Instagram scrivendo tra l’altro: «Oggi ci hai dato una gioia immensa....Un abbraccio forte campione!!!». Rafa soffre perché è lontano dai campi. Ma al tempo stesso è felice: forse ha trovato il vero erede.

Il re di Wimbledon è il condottier­o della Next Gen, di cui fa parte anche Sinner

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Carlos Alcaraz, 20 anni, numero 1 al mondo, ha vinto Wimbledon, il secondo Slam in carriera dopo lo Us Open 22
Secondo Slam Carlos Alcaraz, 20 anni, numero 1 al mondo, ha vinto Wimbledon, il secondo Slam in carriera dopo lo Us Open 22

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