La Gazzetta dello Sport

Il giallo continua

VINGEGAARD E POGACAR PAREGGIO SULLE ALPI ADESSO LA CRONO VERITÀ

- di Francesco Ceniti

Se stanno insieme ci sarà un perché, che li unisce ancora stasera… Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar, gli insperabil­i del Tour, hanno chiuso la loro settimana di fatiche che nemmeno Ercole avrebbe fatto di meglio. E hanno chiuso in un modo mai visto, almeno nella edizione 2023 della Grande Boucle: un bel pareggio. Finora c’era sempre stato un “vincitore” parziale di un duello che ci terrà con il fiato sospeso fino a Parigi. Finora c’era sempre uno dei due che andava a letto rimuginand­o amaro, tra crisi, buchi presi ed errori di strategie. Finora la classifica si era sempre mossa, con il vantaggio della maglia gialla simile a un’altalena di Borsa, ora in crescendo, ora in picchiata. Ma c’è sempre una prima volta. Così, la tappa (molto attesa) che portava il gruppo a Saint-Gervais, bellissima “terrazza” con vista sul Monte Bianco, si è chiusa in equilibrio, con gli inseparabi­li che hanno quasi attraversa­to a braccetto la linea del traguardo, dopo una serie di colpi portati da Tadej e parati alla grande da Jonas. Perché sia chiaro, pari è stato, ma con divertimen­to e “gol” messi a segno dalla Uae, molto più lucida della Jumbo nella gestione “risorse umane” e nella tattica messa in strada nel tentativo di mettere in scacco il re diafano.

Studio E qui bisogna aprire una riflession­e, con tanto di mea culpa di chi scrive (in ottima compagnia, comunque): per giorni abbiamo tessuto le lodi del team olandese, consideran­dolo come il possibile asso nella manica di Vingegaard, specie in un Tour così serrato. Ma questa convinzion­e si sta sgretoland­o. E oggi ci sentiamo di fare il salto della quaglia: in questo momento (che poi è il momento migliore) la Uae è superiore alla Jumbo. L’acquisto di Adam Yates si è rivelato super azzeccato, facendo fare il salto di qualità alla squadra di Pogacar. Non solo, gli altri gregari (Maika, Trentin, Soler…) sono sempre nel cuore della corsa e la situazione si è capovolta: a restare spesso da solo è Vingegaard. È accaduto pure sulla salita finale, ma la maglia gialla ha tenuto botta. Poteva andare peggio e in quel caso non avremmo voluto essere nei panni dello staff Jumbo…

Attacco inutile Per capire la differenza di vedute, basta scorrere l’ordine di arrivo. Dietro a un bravissimo Wout Poels (primo successo al Tour a 35 anni) è arrivato un altro Wout: Van Aert. L’ennesimo 2° posto è molto amaro: ha beccato più di 2’ nell’ultima salita, fallendo la missione. Ma la domanda è un’altra: perché una volta capito che non avrebbe vinto, dall’ammiraglia non l’hanno fermato? La Uae ha fatto l’opposto con Solere. Il Piccolo Principe stava preparando la stoccata, nella speranza di dare il solito buco di qualche metro a Vingegaard. E non ha lasciato nulla al caso, preparando una variazione sul tema. Con il fido Adam Yates capace di far fuori Sepp Kuss (paga la caduta causata dal tifoso) e la concreta prospettiv­a di puntare al terzo posto di Carlos Rodriguez (ieri nuova crisi per Hindley), Pogacar ha bluffato una crisetta, lasciando andare Yates e rallentand­o. L’inglese ha trovato Soler come puntello, mentre dietro Rodriguez rientrava sugli inseparabi­li e tentava un allungo. Vingegaard lo bloccava, mentre lo sloveno stava defilato in terza posizione… Poi si alzava sui pedali all’ultimo chilometro e piazzava la sua accelerazi­one nel tentativo di scrollarsi di dosso il rivale prima di raggiunger­e i compagni. Ma Jonas rispondeva presente, facendo fallire il piano Uae. Ed era vigile anche sull’ultimo scatto dello sloveno (niente moto a frenarlo, ma la serie no del Tour continua: ieri uno spettatore per fare una foto ha causato una maxi-caduta dopo 50 chilometri, con la maglia gialla salva per un soffio), finendo per arrivare a braccetto di Tadej.

È già domani Toh, Vingegaard ci dà ragione: «E’ finita pari, ma è stata una bella giornata se non fosse per la caduta dei miei 3 compagni (compreso Kuss, ndr). La crono? So cosa fare e andrò a rivedere il percorso. È molto breve, come piace a me. Servono parecchi cambi di ritmo. Le nostre prestazion­i fanno pensare al doping? Fate bene a essere scettici, ma vi assicuro: sono pulito». Pogacar archivia così la giornata: «Provarci era normale, ma Jonas va così forte che mi sta bene essere a soli 10” da lui. Ora c’è la crono e il giorno dopo la salita più dura del Tour. Potrebbero essere decisive per la vittoria. Nella crono ci saranno distacchi, il percorso mi sta bene. Tornerò lì per mettere a punto gli ultimi dettagli. E conosco bene la salita di mercoledì. Mi vedrete sempre all’attacco. Almeno fino a quando…». Facile da intuire la frase non detta dal Piccolo Principe.

Niente distacchi sul Monte Bianco Il danese in maglia gialla ha sempre 10”: «Le nostre prestazion­i fanno pensare al doping? Capisco lo scetticism­o, ma sono pulito» Oggi riposo, domani i 22 km contro il tempo

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 ?? AFP ?? Il muro dei tifosi Lo spettacolo dell’arrivo a Saint Gervais Mont Blanc: Jonas Vingegaard, 26 anni, e Tadej Pogacar, 24, sbucano davanti a un muro di fan
AFP Il muro dei tifosi Lo spettacolo dell’arrivo a Saint Gervais Mont Blanc: Jonas Vingegaard, 26 anni, e Tadej Pogacar, 24, sbucano davanti a un muro di fan

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