La Gazzetta dello Sport

«JUVE, PUNTIAMO AL MASSIMO DA ESTERNO SONO PIÙ A MIO AGIO»

Dopo il gol al Real l’americano si racconta: «Posso fare più ruoli Allegri mi dà tanti consigli sulla fase difensiva, sto imparando»

- di Fabiana Della Valle

Timothy Weah ha la faccia sorridente di un bimbo che ha appena passato la sua giornata ideale al Luna Park: l’America è casa sua, perché nonostante il papà liberiano (George, stella del Milan degli anni Novanta e Pallone d’Oro, attuale presidente del suo Paese) e mamma giamaicana, è nato a New York, ha cominciato con il calcio negli States e gioca nella nazionale Usa. Perciò fare il primo centro con la maglia della Juventus, il suo nuovo club, a Orlando, davanti a 63 mila spettatori e con tanti ragazzi con la sua maglia addosso è un sogno che diventa realtà. Ancora di più se il gol arriva contro il Real Madrid, una delle squadre più forti al mondo. Timo (così lo chiamano i compagni) è l’ultimo arrivato ma ha già conquistat­o i tifosi bianconeri, soprattutt­o i più giovani, affascinat­i da questo ragazzo che parla quattro lingue, ha la passione per la musica trap (si diverte a fare il dj e il produttore) e ha le Duracell nel motore. Speedy Timo va veloce, non solo in campo: ha fretta di prendersi la Juventus. E la squadra sembra aver bisogno della sua allegria e della sua velocità, che carica i compagni e trasmette fiducia già adesso, in attesa delle prime partite ufficiali.

► Weah, zero centri nell’ultima stagione con il Lille, alla Juventus però ha impiegato solo due partite per sbloccarsi, seppure in amichevole: contento?

«Sono molto felice, è una vittoria bellissima per iniziare bene la stagione. E poi contro il Real… Non sarei potuto essere in un posto migliore con una squadra migliore, quindi sono solo onorato e mi sento benedetto per essere qui».

► Tutta la squadra è cresciuta in intensità nell’ultima partita rispetto alla prima con il Milan: i compagni si stanno adeguando ai suoi ritmi forsennati?

«Siamo stati più intensi nonostante fosse un match molto difficile: era l’ultima partita della tournée americana, le gambe pesano e tutti eravamo stanchi. Però abbiamo fatto un’ottima prestazion­e: dopo aver battuto il Real Madrid si può solo aspirare al massimo, penso che i ragazzi siano contenti e anche io lo sono».

► Cosa le ha detto suo padre dopo l’esordio con la Juventus, tra l’altro contro il suo Milan?

«Prima della partita era abbastanza nervoso, come tutta la famiglia d’altronde, soprattutt­o perché era contro la sua ex squadra. Poi però io ho giocato bene ed è stato magnifico. Quando l’ho sentito era molto felice per me e io lo stesso».

► Parliamo del suo ruolo: lei nasce attaccante ma nel Lille si è trasformat­o in esterno e Allegri la sta impiegando in quella posizione. Le piace giocare a tutta fascia?

«Non ho preferenze, io faccio quello che mi dice l’allenatore. Sono qui per aiutare la squadra, attualment­e la mia posizione è quella di esterno e sto iniziando a sentirmi a mio agio in questo ruolo. Sto imparando come si muove la squadra anche grazie all’aiuto dei compagni e sono felice così in questo momento. Per le mie caratteris­tiche so di essere in grado di ricoprire diverse posizioni, perciò sono pronto a fare qualsiasi cosa di cui il mister possa aver bisogno».

► Abbiamo visto il tecnico darle diversi consigli in allenament­o, soprattutt­o per quanto riguarda l’aspetto difensivo: fa più fatica a difendere che ad attaccare?

«Difendere non è un problema per me, anche se so che devo ancora imparare tante cose. Non è difficile fare ciò che mi chiede il mister, ma ci sono alcune situazioni che devo ancora assimilare. Io sono aperto a tutto e ho tanta voglia di migliorare, ecco perché mi piace molto stare alla Juventus: Allegri, lo staff e i compagni sono incredibil­i e mi stanno aiutando tantissimo. Speriamo che la stagione sia buona, è iniziata bene e io sono felice».

Alla Juve ha ritrovato McKennie, suo compagno di nazionale. Spera di continuare a giocare insieme a lui?

► «Sono molto felice per l’assist che mi ha fatto contro il Real Madrid e lo sono ancora di più per avere l’opportunit­à di giocare con Wes in un club così importante. Per un ragazzo americano è un sogno essere nella sua condizione e con la sua performanc­e contro gli spagnoli per me ha dimostrato di essere uno dei centrocamp­isti più forti del mondo».

Papà era nervoso prima della partita con il Milan. È molto felice per me. E lo sono anche io Timothy Weah sul padre George, ex punta del Milan

► McKennie a parte, che conosceva già, chi l’ha impression­ata di più dei suoi nuovi compagni di squadra?

«Locatelli: Manu ha un piede fantastico, la sua abilità nel fare i passaggi mi esalta tantissimo perché a me piace correre ma anche dialogare con i compagni e partecipar­e molto all’azione. Con la sua qualità mi ricorda un po’ Pirlo. Sì, è un piccolo Pirlo ed molto bello vederlo giocare, penso che diventerà una leggenda del calcio».

► Locatelli di lei ha detto che va troppo veloce…

(Ride) «È vero, contro il Real ho corso un pochino meno, ma in generale lo sono...».

Timo va veloce, ha solo 23 anni ma è ambizioso e con le idee chiare. Sa che alla Juventus bisogna crescere e ambientars­i in fretta e a lui non piace perdere tempo.

Locatelli ha un piede fantastico, mi esalta la sua abilità nei passaggi: è un piccolo Pirlo Timothy Weah sul centrocamp­ista bianconero

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GETTY La novità sulla fascia Timothy Weah, 23 anni, in azione con la Juventus. L’esterno americano è arrivato dal Lilla in questa sessione estiva di mercato. Con gli Usa 29 presenze e 4 gol
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GETTY Esterno veloce Timothy Weah, 23 anni, sta conquistan­do la Juve con la sua rapidità

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