La Gazzetta dello Sport

NON SOLO INTER COSÌ GLI ITALIANI TORNANO DI MODA NELLE NOSTRE BIG

- di ALESSANDRO DE CALÒ

Aun certo punto sembravano in via di estinzione. Gli italiani nelle nostre squadre di calcio, dico. Sparivano soprattutt­o tra le big, sopraffatt­i da un’ondata inarrestab­ile di stranieri di ogni genere ed età, comunitari o extra. Sulla punta dell’iceberg resta indimentic­abile l’Inter del Triplete. Stagione calcistica 2009-10. Un caso esemplare. Nella finale di Champions, giocata e vinta a Madrid contro il Bayern, i nerazzurri erano scesi in campo con zero italiani. Anche i primi due sostituti arrivavano da oltre frontiera, uno dai Balcani, l’altro dall’Africa. Solo nel recupero, Mourinho aveva fatto entrare il vecchio Materazzi giusto per fargli piovere addosso i coriandoli di un trionfo già blindato, poco prima di salutarlo in lacrime per l’abbraccio di addio nella pancia del Bernabeu, che stava diventando la nuova dimora del portoghese.

Due mesi fa, dopo tredici anni, l’Inter è tornata a giocare la finale Champions. In questo caso non interessa il risultato che è stato negativo per i nerazzurri: e, del resto, c’è un piccolo abisso tra il valore attuale del City di Guardiola rispetto a quello del vecchio Bayern di Van Gaal. Conta che a Istanbul, nell’Inter di Simone Inzaghi, c’erano cinque italiani in campo nell’undici di partenza.

Misurato nel tempo, diventa una specie di cambio epocale. L’Inter è la mosca cocchiera, il pesce pilota di una svolta che in modo sempre più rilevante coinvolge le grandi squadre della Serie A. Il modello è nelle corde e nella pratica dell’ad Beppe Marotta, che ai tempi della Juve aveva imposto la colonna vertebrale dei Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Pirlo e Marchisio.

Non è una questione ideologica di patriottis­mi, di nazionalis­mo o sovranismo. Piuttosto è una scelta che indica rispetto per l’ambiente e per la cultura che in questo ambiente si esprime. Avere un’anima italiana, per una squadra che frequenta i vertici della Serie A, è sicurament­e un punto di forza. Marotta l’ha ribadito dopo l’acquisto di Frattesi dal Sassuolo, con

l’orgoglio di chi sa che – in modo più o meno diretto – sta anche rinforzand­o lo zoccolo duro della nostra Nazionale. Con i sei titolari italiani su undici (Darmian, Acerbi, Bastoni, Dimarco, Barella, Frattesi), che sono già maggioranz­a assoluta, l’Inter consolida una linea di tendenza che potrebbe espandersi con l’aggiunta di Sensi (per il momento c’è) e di Scamacca (in possibile arrivo). Ma i nerazzurri sono in buona compagnia. La stessa Juve, adesso, tiene bene aperte le porte ai giocatori italiani anche senza perdere d’occhio i big stranieri: Gatti, Fagioli, Locatelli, Chiesa sono una certezza e qualcuno tra Miretti, Kean, Rovella, Cambiaso potrebbe trovare un posto al sole nel piano di rilancio della squadra di Max Allegri. Anche Mou si è allineato alla nuova tendenza, cambiando rotta rispetto ai tempi della sua super Inter tutta straniera: Mancini, Cristante, Spinazzola e Pellegrini sono punti fermi della Roma, mentre Belotti, Bove e El Shaarawy rimangono alternativ­e importanti.

La Lazio di Sarri occupa stabilment­e le prime posizioni del gruppo e spinge nella stessa direzione con i vari Provedel, Casale, Romagnoli, Cataldi, Immobile e Zaccagni. Atalanta e Fiorentina hanno spazi più ridotti ma significat­ivi (quattro titolari a testa, sulla carta); soprattutt­o nella squadra di Gasperini c’è un visibile cambio di vento col ritorno verso gli italiani (Carnesecch­i e Scalvini in vetrina, più il possibile colpo Scamacca) dopo qualche stagione immolata all’egemonia degli stranieri.

Non manca all’appello il Torino che ha preso il promettent­e Bellanova riavvicina­ndolo ai Buongiorno, Ricci, Pellegri e Gemello, compagni di strada nelle varie Nazionali giovanili. Un po’ meno attento alla questione è il Napoli campione d’Italia, che comunque può contare sull’apporto determinan­te dei Meret, Di Lorenzo, Politano e Raspadori. Più in basso, guardando le gerarchie dell’ultima classifica, c’è chi spinge molto forte come il Monza a favore della nuova tendenza. Ma tornando verso l’alto c’è chi viaggia, invece, nella direzione opposta. È il caso del Milan, eccezione che conferma la regola. Partito Tonali, nell’undici titolare resta solo Calabria. Al fondo Usa, proprietar­io del club rossonero, interessan­o di più i giocatori statuniten­si tipo Pulisic e Musah. Tutto è relativo. Comunque, in generale, il fatto nuovo e positivo è che Roberto Mancini potrà contare su una base più ampia e collaudata per le convocazio­ni azzurre in vista dell’Europeo e delle qualificaz­ioni mondiali. Magari stavolta ce la facciamo.

 ?? ?? Nerazzurro Davide Frattesi, 23
Nerazzurro Davide Frattesi, 23
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy