La Gazzetta dello Sport

TANTE CESSIONI AL MERCATO VIOLA SERVONO COLPI

- Di ENZO BUCCHIONI

L’ironia che da sempre accompagna i fiorentini, quasi un modo di essere e di vivere anche il calcio, non poteva lasciarsi sfuggire l’ingaggio del colombiano Yerry Mina, nuovo difensore centrale della Fiorentina. Un cognome facile come un tiro a porta vuota. «Mina? Ranieri ce l’avevamo già, ora chi prenderann­o? Al Bano?». Una battuta che alimenta i dubbi su una campagna acquisti che non scalda, soprattutt­o ripensando alle parole di Rocco Commisso lasciate in eredità ai tifosi nel giugno scorso prima di tornare negli Usa: «Faremo una squadra più forte di quella dell’anno scorso». Sarà davvero così? Con il mercato aperto può ovviamente succedere di tutto e forse di tutto succederà, ma ad oggi i colpi veri sembrano piuttosto le cessioni di Gaetano Castrovill­i al Bournemout­h e quella di Igor al Brighton. Due operazioni indubbiame­nte ben fatte che hanno portato una trentina di milioni in cassa. I dirigenti viola sono bravi a vendere, ma Italiano oggi si ritrova due giocatori importanti in meno. Ai quali molto probabilme­nte si aggiungerà presto Amrabat, che aspetta solo il Manchester United. C’è da preoccupar­si a quindici giorni dall’inizio del campionato e dei playoff di Conference League? La risposta può arrivare dalla serenità dell’allenatore viola, che ha fatto un piano di lavoro con la società ed è sicuro che alla fine avrà davvero quello che il presidente gli ha promesso: una Fiorentina rinnovata, con più qualità e maggiore personalit­à. L’idea è chiara: cambiare l’asse portante della squadra, dal portiere al centravant­i, passando per un difensore centrale mancino e un regista. Per ora però è arrivato soltanto Arthur voluto fortemente da Italiano, che a lui ha già consegnato le chiavi del suo gioco. Sugli altri obiettivi Barone e Pradè stanno lavorando: il portiere polacco Grabara, l’attaccante Nzola, il difensore Josip Sutalo della Dinamo Zagabria, l’ex Udinese Pereyra restano i primi della lista, ma ovviamente non solo loro. E comunque altri nomi oltre a quelli di Arthur e Mina nella casella acquisti ci sono già, dall’esterno sinistro Fabio Parisi - corteggiat­o da mezza serie A - al marocchino Sabiri, al giovane Gino Infantino, capitano dell’under 21 argentina, un potenziale talento. Giocatori interessan­ti, però la Fiorentina ha bisogno di altro per sfruttare il momento

Sono arrivati Arthur, Mina e altri ma la campagna acquisti non scalda: si spera nel nome da sogno

positivo e accompagna­re nella crescita un allenatore che ha portato tanto e tanto può ancora dare. Le due finali conquistat­e devono essere uno stimolo per andare oltre. Per ora sta nascendo una squadra razionale, il mercato è attento alle occasioni, si fa anche così, l’occhio sui bilanci deve essere sempre acceso, ma Firenze è una piazza che ama il “colpo di teatro”. Si aspetta qualcosa di più di un ottimo parametro zero o di un grande giocatore da rilanciare. Pensate che c’è perfino chi trent’anni dopo rimpiange la “ciliegina” di Vittorio Cecchi Gori: serve un giocatore che faccia innamorare. O almeno sognare. Che farà Rocco Commisso? A settembre taglierà il nastro del Viola Park, un centro sportivo unico in Italia, bellissimo, e sa bene che solo una grande Fiorentina lo potrà esaltare. Allora forse basta solo aspettare...

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Vincenzo Italiano, 45 anni, alla terza stagione come tecnico della Fiorentina. Nell’ultima ha portato i viola in finale di Coppa Italia e di Conference League (perse entrambe) e ha chiuso il campionato di serie A all’8° posto
Terza sfida Vincenzo Italiano, 45 anni, alla terza stagione come tecnico della Fiorentina. Nell’ultima ha portato i viola in finale di Coppa Italia e di Conference League (perse entrambe) e ha chiuso il campionato di serie A all’8° posto
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