Allegri mutante Serve decisione nel proporre
L’arrivo di Francesco Magnanelli, ex Sassuolo, nello staff di Massimiliano Allegri, ha segnalato la direzione di viaggio: più pressing, più costruzione arretrata, come nel vangelo della squadra emiliana. Il primo gol segnato al Real Madrid da Kean, negli States, all’alba della partita, è sembrato un manifesto della rivoluzione: avvio aggressivo, palla spolpata in pressing altissimo e gol, dopo una serie di passaggi di prima. Ma poi, nel corso della partita, la Juve si è
ritrovata a lungo schiacciata dietro. Anche nella stagione scorsa, Allegri partì propositivo, ma, dopo le prime sconfitte, si rintanò nella forza della sua difesa e lì è rimasto. Da qui la domanda.
► Riuscirà la Signora a cambiare pelle?
Gli uomini per farlo ce li ha. Una mediana Fagioli, Locatelli, Rabiot unisce qualità tecniche di palleggio a virtù atletiche e agonistiche da pressing. Si gioca tutto qui, a centrocampo, dove in due stagioni, Max non ha mai avuto continuità di gioco e di scelte. La conversione al nuovo dovrà essere più convinta di quanto lo sia stata finora, perché altrimenti la squadra assorbe lo scetticismo del comandante. La strada nuova dovrà essere imboccata con decisione, a prescindere dai risultati. Allegri dovrà resistere alla comodità della squadra raccolta dietro, nel fortino di Bremer e Danilo, e del lancio lungo per la corsa di Kostic e Chiesa. Se le frecce ricevono palla più vicino alla porta, diventano ancora più pericolose. E comunque, con un organico tanto ricco, Allegri può alternare nello stesso match dominio e speculazione.