Marcia, l’oro di Puglia
Dei 78 azzurri attesi ai Mondiali di Budapest, tre sono pugliesi. Tutti marciatori, tutti con ambizioni da podio: il barese Massimo Stano, la tarantina Antonella Palmisano e l’andriese Francesco Fortunato. Il primo è oro olimpico in carica della 20 km e mondiale della 35, la seconda campionessa a cinque cerchi della 20, il terzo in maggio, sulla 20, ha vinto gli Europei a squadre. In Ungheria saranno tra le maggiori speranze azzurre. E non può essere un caso se tre atleti originari dalle stesse terre – benché maturati a Ostia sotto l’ala di Patrick Parcesepe prima che Fortunato, nel novembre 2020, si trasferisse a Tivoli da Riccardo Pisani - siano ai vertici della medesima specialità.
Stano «La marcia è “tacco e punta”, la Puglia è il tacco d’Italia: non poteva che finire così»: Stano, per spiegare il fenomeno, rispolvera una sua vecchia battuta. Poi, più serio, aggiunge: «Nella nostra regione, soprattutto fino a qualche anno fa, c’era carenza di strutture. Pensare all’endurance, alla strada, è sempre stato più semplice. A seguire è subentrato la spirito di emulazione». Deve aver contagiato anche il 16enne Giuseppe Disabato, barese di Cassano delle Murge, ieri nei 10.000 di marcia bronzo agli Eurojuniores di Gerusalemme... Stano, ai Mondiali, doppierà: 20 e 35 km, con un intervallo di cinque giorni. «È un progetto partito quando ancora c’era la 50 – ricorda -: sarà l’ultima occasione, visto che dai Giochi di Parigi avremo una sola prova individuale. Voglio sfruttarla. Il fastidio al gluteo non è scomparso, ma non mi limita. E sebbene quest’anno abbia raccolto poco, sto bene. Ho ripetuto il doppio periodo in altura a Roccaraso, in giugno e in luglio, insieme anche ad Antonella. Ma ho lavorato di più sull’Rpe, il Rating of Perceived
Exertion, la valutazione dello sforzo percepito, migliorando qualità e quantità degli allenamenti e capacità di recupero. In più, in maggio, a Ostia, ho preso a lavorare con uno psicologo dello sport, Paolo Jesus Olivari, mio coetaneo ex ottocentista, conosciuto nel 2012 giocando a biliardo. Tutto aiuta. Pensando a Parigi le maggiori attenzioni saranno sulla 20 km, ma mi butterò anche nella 35. Seguirò l’istinto».
Palmisano Della scuola della marcia pugliese, è la capostipite: «Il problema delle strutture – dice - anche grazie ai Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, è
do, ci ha favoriti. Ora io ho scelto una strada diversa, ma rimaniamo amici e la Puglia, terra di lavoratori e faticatori, che sta alla marcia come il Kenya alla maratona, resta il comun denominatore. Il futuro è Disabato, che mi ha tolto un record regionale di categoria, il passato sono stati anche Vito Minei, Anna Clemente e Noemi Stella». Il finanziere, fino a domani in raduno ai 1000 metri di Predazzo dopo un periodo ai 1800 di Livigno, in questa stagione ha compiuto un gran salto di qualità. «Nella 20 ci saranno 8-10 atleti da medaglia – prevede -: mi metto nel novero. I più pericolosi? I giapponesi, il brasiliano Bonfim, lo spagnolo Martin e lo svedese Karlstrom che doppieranno». Sono sostanzialmente gli stessi nomi indicati da Stano. «Io non sarò l’uomo da battere – sottolinea Fortunato - ma non mi sento inferiore a nessuno. Il podio? A certe condizioni potrebbe anche bastarmi finire tra i primi otto. Tutti vorranno stare davanti, sarà una gara nervosa: sarà decisivo leggerla bene». Dalla Puglia per conquistare il mondo.