Sanchez da Inzaghi ma non va a Cagliari Esordio a San Siro
Il cileno, che ha scelto il numero 70, ha firmato un contratto per un anno a 2,5 milioni di euro più bonus
Le visite mediche, la firma sul contratto di un anno, anche i primi test fisici ovviamente in solitaria: Alexis Sanchez si è riaffacciato sul mondo Inter. Oggi il suo ritorno sarà ufficiale. Il ritardo è dovuto a...Correa. Perché lo stesso iter è stato fatto a Marsiglia dall’argentino. Ma il club francese ha deciso di rinviare a tarda ora l’annuncio del suo nuovo acquisto: nessun problema, solo una strategia di comunicazione. E a quel punto la società nerazzurra ha spostato a oggi la sua ufficialità. Passaggi burocratici a parte, Sanchez ha firmato per una stagione nel primo pomeriggio in viale della Liberazione: 2,5 milioni di euro più bonus il suo ingaggio, poco più di un terzo di quanto guadagnava fino a 12 mesi fa sempre in nerazzurro. Ma la voglia di tornare era talmente alta che il cileno ha scelto di accontentarsi anche di un ingaggio ridotto.
Niente Cagliari Oggi Sanchez farà il primo allenamento con i compagni. Troverà un’Inter un bel po’ cambiata, considerati i tanti avvicendamenti dell’estate. Basti pensare solo al reparto offensivo: ritroverà solo Lautaro, con il quale aveva un ottimo feeling nello spogliatoio. Sanchez ha scelto la maglia numero 70: la sua adorata 7 è infatti sulle spalle di Cuadrado. Non sarà a disposizione di Inzaghi per la trasferta di Cagliari: problemi burocratici a parte, c’è anche un logico ritardo di condizione, inevitabile per un calciatore che comunque era svincolato. Si è allenato da solo in queste settimane, ma il lavoro con i compagni è evidentemente un’altra cosa. Non impiegherà molto per entrare in condizione. Ha già avuto modo di parlare con Inzaghi, di chiarire con l’allenatore e con i dirigenti il suo ruolo in questa stagione. Oggi lo farà di persona ad Appiano. E poi comincerà a mettere la testa sulla gara con la Fiorentina: sarà il suo ritorno a San Siro, uno stadio che gli è rimasto nel cuore. C’è ancora spazio per le emozioni, pure a fronte di una carta d’identità che lo avvicina ai 35 anni. L’Inter è felice di ritrovarlo. Un anno fa le parti non si lasciarono bene, tra buonuscita e voglia del cileno di trovare spazio. Il tempo cura le ferite. Poi sarà il campo a stabilire se il ritorno sarà stato anche produttivo, oltre che emozionante.