La Gazzetta dello Sport

Italia ok, ma che fatica L’Angola ci spaventa Poz: «La colpa è mia Troppo nervoso»

Debutto con vittoria nel finale Fontecchio trascinato­re: 19 punti

- di Davide Romani INVIATO A MANILA (FILIPPINE)

Non ha brillato, a tratti ha faticato oltre le aspettativ­e giocando punto a punto per più di metà partita ma, alla fine, l’Italia è riuscita a vincere la prima gara del Mondiale 2023. Contro l’Angola – numero 41 del ranking mondiale – gli azzurri hanno pagato cara l’emozione dell’esordio, hanno lottato contro la maggior fisicità degli africani e per 40’ hanno litigato con il tiro da 3 punti (5/31, il 16%, un destino comune se si pensa che l’Angola ha chiuso con 4/30) prima di chiudere la pratica 81-67 (a metà terzo quarto il match era ancora in parità, 54-54). «Mi assumo la responsabi­lità di come abbiamo giocato – è il mea culpa di coach Gianmarco Pozzecco -. Ero teso, nervoso e ho trasferito questo mio malessere ai ragazzi che sono straordina­ri. Non sono stato lucido, ero troppo nervoso e ho trasmesso questo stato d’animo alla squadra che non ne ha giovato. Intanto mi custodisco l’atteggiame­nto che ha avuto la squadra».

Difficoltà La Nazionale vista nella prima parte di gara è lontana parente della squadra ammirata nel pre Mondiale chiuso con 7 vittorie su 7. Ma va visto il bicchiere mezzo pieno: in una partita dove una delle armi tattiche più importanti non funziona - «con questi spazi enormi, un lato lungo aperto, l’altro chiuso, non è un caso che entrambe le squadre abbiano faticato al tiro da tre» ha evidenziat­o Pozzecco -, contro un avversario più prestante fisicament­e, gli azzurri riescono a non subire troppo a rimbalzo (41-41 il dato finale), mantengono la lucidità per attaccare maggiormen­te il canestro con Fontecchio e Tonut. Inoltre trovano in Ricci una valida alternativ­a dalla panchina per un ultimo quarto di assoluta sostanza e impreziosi­to da 5 punti chiave che hanno stoppato sul nascere le ultime ambizioni di rientro dell’Angola. «Ricci è stato straordina­rio ma insieme a lui voglio ricordare la prestazion­e di Polonara – sottolinea il c.t. azzurro -. Ha giocato molto bene in un momento di difficoltà della squadra. Nel finale volevo poi rimetterlo nella mischia, ma servivano solo un paio di nostre difese e non volevo dargli quella responsabi­lità dopo che era stato un po’ in panchina. Un pensiero va anche ai nostri giovani: era normale che pagassero qualcosa al loro esordio ma sono contento così».

Squadra Pozzecco ha ricordato alcuni dei protagonis­ti del successo sull’Angola. A loro va aggiunto Stefano Tonut che, insieme a Fontecchio, è risultato fondamenta­le nella produzione offensiva. «Siamo stati bravi a non innervosir­ci – racconta la guardia di Milano e figlio d’arte -. Magari nel primo tempo c’è stato qualche momento di tensione ma questo non è successo perché abbiamo sottovalut­ato l’Angola. Siamo partiti contratti e il nostro merito è stato quello di rimanere compatti, abbiamo giocato di squadra ed è per questo che siamo arrivati al successo. Non è un caso che in queste 8 vittorie tra amichevoli e Mondiale ci sono stati quasi sempre protagonis­ti diversi. È la nostra forza».

Siparietto È necessario subito voltare pagina perché domani, alle 16 italiane – cambia lo scenario perché si passa dalla Philippine Arena all’Araneta Coliseum – c’è la sfida con la Repubblica Dominicana (ieri a segno contro le Filippine). «Dobbiamo pensare alla prossima partita» conclude il coach prima di rendersi protagonis­ta di un divertente siparietto in sala stampa con i giornalist­i locali: «Dov’è Pacquiao? Sono un suo grande tifoso e mi dispiace per il match con Mayweather. Dategli il mio numero di telefono e ditegli che lo sfido… in camera».

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Simone Fontecchio, 27 anni, ala azzurra degli Utah Jazz
CIAMILLO-CASTORIA Azzurro Nba Simone Fontecchio, 27 anni, ala azzurra degli Utah Jazz

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