La Gazzetta dello Sport

Si libera di Alcaraz Ora rivincita e record «Mi aspetto rumore»

Il n. 1 Djokovic risolve in due set e oggi punta al settimo trionfo: «Sinner mai così forte»

- di Riccardo Crivelli INVIATO A TORINO

La partita Carlitos gioca il miglior match degli ultimi quattro mesi, ma il Djoker è irresistib­ile: 6-3 6-2

Ancora tu. E non sorprende, lo sai. Le mille vite di Djokovic aleggiano adesso sulle Finals come un’ombra che atterrisce, perché questo è uno dei tanti giardini prediletti di Sua Maestà e trovarselo di fronte nel match che vale l’incoronazi­one a Maestro è sempre roba da far tremare i polsi. Ma non si può biasimare a posteriori l’onestà di Sinner che poteva eliminarlo perdendo l’ultima partita del round robin con Rune e invece ha onorato lo sport e il suo nuovo status di superstar: avanti allora, ben venga un altro giro di giostra al cospetto del Djoker, il vero passaporto verso l’immortalit­à, se così ha deciso il destino.

Vecchi tempi Certo, scampato il pericolo, era prevedibil­e che Nole tornasse in campo per la semifinale contro Alcaraz con gli occhi iniettati di bragia, nonostante il raffreddor­e non l’abbia ancora abbandonat­o, come testimonia il fazzoletto estratto di tanto in tanto dalla tasca dei pantalonci­ni. In stagione, lui e Carlitos si erano già affrontati tre volte, con picchi di qualità e di intensità mai raggiunti da nessun’altra partita nel 2023: nella semifinale del Roland Garros erano stati i crampi a bloccare il prodigio spagnolo, che poi si era preso la più dolce delle rivincite nella palpitante finale di Wimbledon, mentre il match per il titolo a Cincinnati, conquistat­o dal Djoker, rimane sempliceme­nte il più bello dell’anno. Evidenteme­nte stimolato dai ricordi e dal formidabil­e avversario, Alcaraz gioca la sua miglior partita da quattro mesi a questa parte, serve l’84% di prime palle (con dieci ace) e mette in campo 22 vincenti, ma davanti trova un muro, la versione vecchio stile di Djokovic, che risponde come un ossesso, è chirurgico sulle palle break a suo favore, non sbaglia mai (3 gratuiti) e in difesa sciorina un game irreale, il sesto del secondo set, quando annulla due possibilit­à di controbrea­k a Carlitos con due recuperi da fondo sempliceme­nte inumani. Dunque, la caccia al record dei sette successi al Masters, per allungare definitiva­mente su Federer, rimane viva, e il Djoker ringrazia i figli: «Ora che sono qui con me, ho ritrovato la tranquilli­tà. Spero solo che la scuola non si lamenti per i due giorni persi...».

Rivincita Ancora tu, e stasera sapremo se era meglio non incontrart­i più: «Dopo aver trascorso molto tempo in campo nelle prime tre partite, non ero sicuro di come mi sarei sentito contro Carlos, non sono stato reattivo nella seconda e nella terza partita del girone, ma stavolta fin dall’inizio ho sentito bene la palla. Sinner? Sta giocando un tennis fantastico, probabilme­nte il migliore della sua vita, contro i primi 10 giocatori del mondo. L’altra sera abbiamo disputato un match molto combattuto, 7-6 nel terzo. L’atmosfera era incredibil­e, davvero elettrica. Non mi aspetto niente di meno, probabilme­nte anche più rumore di quello che abbiamo avuto nel girone. Ma sono contento di essermi guadagnato un’altra chance, spero stavolta di poter metter in campo il mio piano A». Il discorso del Re.

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ANSA Cifra tonda Nole Djokovic, 36 anni, domani 400 settimane da numero 1

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