«Semplice e concreto Un po’ come Zoff e il tenente Colombo Ha stregato tutti»
Lo scrittore esaltato da Jannik: «Sta dimostrando ai ragazzi che volontà, abnegazione e passione possono portare al cambiamento»
Coraggio, serietà, lavoro. Sono tutti termini applicabili a Jannik Sinner, il ragazzo che fa sognare l'Italia. Tutti pazzi per il 22enne arrivato da Sesto Pusteria che ha dimostrato quanto con il lavoro e la volontà i desideri possano trasformarsi in realtà. Il ragazzo dall'estrema timidezza dei primi giorni a Torino, ha imparato a farsi abbracciare dal pubblico del Pala Alpitour e ora sorride e si gode i cori. Sandro Veronesi, scrittore due volte vincitore del Premio Strega, ha da sempre una passione per il tennis (senza dimenticare quella per il calcio e la Juventus) e si sta godendo ogni passo di Jannik in queste Finals.
► Veronesi, questo ragazzo dai capelli rossi ha stregato l'Italia.
«Ha stregato tutti per la sua semplicità, la concretezza, la capacità di mettersi in discussione e fare scelte difficili, all'apparenza anche impopolari, come lasciare il mentore Riccardo Piatti. Ha avuto la voglia e l'umiltà di mettersi a lavorare sulle cose che poteva migliorare a costo di passare quasi un intero anno senza raccogliere grandi risultati».
► È un bel messaggio quello che passa attraverso la storia di Sinner.
«Lo è soprattutto per i ragazzi, perché dimostra che si può. Che la volontà, l'abnegazione, la passione possono portare al cambiamento. Che non tutto è immutabile, che nello sport, come nel lavoro, nella vita di tutti i giorni si può cambiare rotta, cambiare direzione. Lui poteva diventare campione di sci, ma ha cambiato direzione trasformandosi in un futuro numero 1 delle racchette».
C'è qualche personaggio letterario a cui paragonerebbe Jannik?
«Non so quanto sia letterario ma a me piace fare questo paragone: il tenente Colombo. In una puntata raccontava che quando faceva la scuola di Polizia c'erano
tanti allievi più talentuosi di lui. Allora decise di metterci dieci volte l'impegno degli altri, riuscendo a diventare il Tenente Colombo, quello che risolve ogni indagine».
► Insomma, volere è potere?
«Non sempre e non è così semplice, ma è per dire che ci sono stati in passato talenti tennistici anche più cristallini del suo, ma non sono arrivati così in alto perché non avevano lo stesso coraggio. Ricordiamoci che Sinner ha lasciato prima la famiglia d'origine, poi Piatti, un altro padre. C'è voluto tantissimo coraggio e sofferenza, ma l'obiettivo era diventare il migliore. Faccio un altro esempio».
► Prego...
«Quando ero ragazzino leggevo la Gazzetta dello Sport in estate e un anno c'erano pagine dedicate a cosa piacesse ai giocatori di ogni squadra. Auto, abiti, cibo, cose della quotidianità. Alcuni rispondevano la Porsche, caviale e champagne, cose così, da ricchi. Ma a me colpì Dino Zoff. Perché alla domanda sul piatto preferito rispose "riso e filetto". Cioè: la cosa che più gli dava piacere era quello che mangiava prima della partita. Quello che gli altri subivano come una quaresima, per lui era la vita. E Sinner è così, un ragazzo riso e filetto».
► Molto lontano dai milionari calciatori che scommettono per noia.
«Sì, perché a volte i soldi del calcio non sono meritati. Mi spiego: nel tennis per guadagnare devi vincere le partite, nel calcio puoi anche giocare male o perdere e guadagni comunque il tuo stipendio. Jannik è figlio della cultura del lavoro, il padre doveva lavorare e l'ha affidato a Piatti quando aveva 13 anni. Mi ricorda un po’ Alessandro Del Piero, anche lui con una famiglia normale alle spalle e andato via a 13 anni per crescere».
► La sua finale preferita quale sarebbe stata?
«Mi sarebbe piaciuto vedere la sfida Sinner-Alcaraz. Un cambio di era tennistica, due ventenni che giocano con la gioia e la sfrontatezza dei vent'anni. Una finale che sarebbe stato come spalancare la finestra e chiamare anche gli altri: "Vieni Shelton, vieni Rune, giochiamo tutti insieme"».
DI LETTURA 3'54"
Il personaggio di Peter Falk rispose al talento altrui con l’impegno Dino da ragazzo amava le cose essenziali, proprio come Sinner
Sandro Veronesi
Scrittore