RIVOLUZIONE A METÀ IL COMANDANTE FATICA A FAR VOLARE LA LAZIO
L’integrazione tra vecchi e nuovi è stata più lenta del previsto. Adesso va meglio, ma resta il problema del gol
Una partenza più lenta l’aveva avuta soltanto nel suo primo anno in Serie A, quando era però sulla panchina del neopromosso Empoli. In quella stagione, 2014-15, Maurizio Sarri aveva raccolto 13 punti dopo le prime 12 giornate, un buon bottino per una squadra che aveva come massimo obiettivo quello della salvezza (che poi centrò). Ma nelle successive annate vissute in Serie A, su panchine di squadre molto più importanti, il Comandante dopo 12 turni aveva un numero di punti che iniziava, quantomeno, con il 2: 25, 21 e 32 nei tre anni di Napoli; ancora 32 in quello con la Juventus; 21 e 24 nei primi due anni di Lazio. Quest’anno ne ha invece collezionati appena 17, con una media inferiore al punto e mezzo a partita (1,41).
Il mercato Il nodo principale che ha frenato la Lazio, soprattutto nelle primissime giornate, è stato il complicato inserimento dei nuovi. In estate è andato via un fuoriclasse come Milinkovic, sono arrivati molti buoni giocatori che, però, per diventare buonissimi avevano (ed hanno ancora) bisogno di tempo. A maggior ragione con un allenatore perfezionista come Sarri. La squadra ha risentito di questa rivoluzione, anche perché pure qualcuno della vecchia guardia ha fatto inizialmente fatica a ri-sintonizzarsi sulle frequenze sarriane.
Infortuni e tattica Il processo di integrazione tra vecchi e nuovi e la rimodulazione delle caratteristiche tattiche della formazione è stato lento ed ha vissuto di alti e bassi. Nell’ultimo mese sono però arrivati incoraggianti segnali di continuità. Dopo aver perso quattro partite nelle prime sette giornate, la Lazio ha rimediato una sola sconfitta nelle successive cinque, peraltro pure immeritata (a Bologna). E nelle ultime quattro gare di campionato ha subito una sola rete. Resta però la difficoltà nel trovare la porta avversaria. Un problema non tanto di incapacità dei singoli quanto di atteggiamento tattico: la Lazio sembra diventata troppo prudente. Ultimamente, poi, ci si sono messi pure gli infortuni a complicare il lavoro del tecnico. Si sono fermati Casale, Marusic, Zaccagni e Vecino. I primi due a Salerno ci saranno, per gli altri bisognerà aspettare ancora un po’.
Il futuro La rincorsa Champions della Lazio vivrà un momento decisivo nelle prossime settimane, dalla ripresa sino alla fine del 2023 la squadra biancoceleste affronterà tutte formazioni che sono sotto di lei in classifica, con l’eccezione dell’Inter. È l’occasione giusta per recuperare terreno. Sarà il momento della verità, che avrà inevitabilmente ripercussioni pure sul futuro della panchina. Il contratto tra Sarri e la Lazio scade nel 2025, ma il tecnico ha più volte sottolineato che gli accordi possono essere risolti prima della scadenza se non ci sono più le condizioni per andare avanti. Ha anche detto, peraltro, che vuole chiudere la carriera a Roma. Ma il progetto va comunque rilanciato. E per farlo serve che prima arrivino i risultati. Se ne parlerà a gennaio, quando la Lazio potrebbe avere di nuovo una classifica più consona al suo valore e alle abitudini di Sarri.
Se il campionato per noi fosse cominciato alla quarta giornata, sono sicuro che saremmo in zona Champions
José Mourinho Allenatore della Roma