C’È UN NUOVO SINNER IL RAGAZZO DEI SOGNI COSÌ HA GIÀ VINTO
Il ragazzo dei sogni adesso vede il traguardo.Tra lui e la gloria è rimasto solamente un ultimo ostacolo, quel satanasso di Novak Djokovic, il principe di coloro che non mollano mai. Sorrideva Jannik Sinner uscendo dal campo dopo la sfida vinta ieri pomeriggio contro Daniil Medvedev, sapeva bene di aver già compiuto un’impresa nel giocare la finalissima del torneo dei Maestri.
Ci sperava, lo voleva con tutte le sue forze. Far bene davanti al proprio pubblico significava passare a pieni voti il primo vero esame di maturità della sua ancor giovane carriera. E lui ci è riuscito in pieno, regalando spettacolo. Tra il dire e il fare c’è stata una settimana con quattro incontri tiratissimi nei quali l’azzurro ha calato un clamoroso poker di vittorie lasciando agli avversari le briciole e soprattutto la sensazione che un italiano di 22 anni nato tra le montagne dell’Alto Adige stia studiando seriamente per prendersi al più presto il trono del tennis mondiale. Da Tsitsipas a Djokovic, da Rune a Medvedev, tutti hanno assaggiato e mal digerito l’efficacia di un tennis basato su potenza e precisione. Il suo è stato un crescendo di tecnica e strategia. Come un crescendo è stata la stagione che l’ha portato fin qui a Torino: quattro titoli vinti, tra i quali il Master 1000 di Toronto.
Quello di oggi è un Sinner nuovo rispetto al giocatore che ammiravamo solamente sei mesi fa. Possiede un carnet di colpi più vario e interessante: a un dritto e a un rovescio già di primissimo livello si è aggiunto il servizio, incisivo sia nella prima palla giocata di potenza ma anche quando viene utilizzato con lo slice esterno. È stata l’arma con cui in semifinale ha scardinato la resistenza di Medvedev durante il terzo set. Jannik, però, è cresciuto anche nella capacita di leggere la partita, di variare il gioco in base all’avversario che di volta in volta si trova di fronte. Questo grazie al lavoro del supercoach Darren Cahill e di Simone Vagnozzi. E non ultimo è riuscito a costruirsi un fisico capace di sostenere anche gli stress più complicati.
L’Italia del tennis ma più in generale dello sport si ritrova oggi ad abbracciare un talento purissimo dai confini ancora inesplorati che in breve tempo ha conquistato e fatto innamorare la gente. In lui possiamo scorgere lo stampo di fuoriclasse come Valentino Rossi, Federica Pellegrini o Alberto Tomba tanto per citare alcuni dei giganti dello sport azzurro che dopo averci fatto emozionare per anni a suon di successi e medaglie sono entrati stabilmente nella nostra memoria. Jannik piace perché ha il viso del ragazzo della porta accanto ma allo stesso tempo quella voglia di arrivare che costituisce un esempio da seguire per tutti i giovani della sua età. La famiglia è per lui un caposaldo importante e appena è possibile, anche prima di match decisivi, fa colazione al mattino assieme ai genitori che hanno cominciato a seguirlo in giro per il mondo. Mai sbruffone o sfrontato, è sbocciato negli ultimi mesi anche a livello caratteriale. In campo riesce a essere glaciale davanti alle piccole provocazioni degli avversari salvo poi mandare messaggi ben precisi e caricarsi con quel gesto del pugnetto tutta grinta che è diventato già un marchio di fabbrica. Adesso c’è da salire l’ultimo gradino, il più difficile. Alla naturale tensione di una finalissima come quella di oggi pomeriggio si
In pochi mesi Jannik ha portato il suo bagaglio tecnico e tattico al livello dei migliori. Il primo posto della classifica mondiale non è un miraggio
aggiungerà inevitabilmente un pò di stanchezza. Sinner non ha lesinato energie durante queste Finals. Ritroverà Novak Djokovic, un avversario che lui stesso ha salvato dall’eliminazione quando, con maggior cinismo, poteva mandarlo a casa nella fase a gironi. L’ha fatto non solo perché è un ragazzo che crede nei valori dello sport e odia le pastette, ma anche perché in cuor suo, ne siamo certi, pensava che vincere le Finals volesse dire battere in finale il numero uno del mondo. Il giorno è arrivato. Djokovic, che ha strapazzato Alcaraz, sembra carico a mille. Jannik è pronto. La storia del tennis lo aspetta.