Con la tua bravura e la tua freddezza ci stai facendo sognare
Dai Jannik, ormai sei pronto per fare tutto, non ti manca nulla tecnicamente e tatticamente per raggiungere i traguardi più alti del nostro sport e quindi vincere le Atp Finals, i tornei dello Slam e arrivare ad essere numero uno del mondo. E se non dovessi riuscirci a Torino, non preoccuparti e non ascoltare le voci di chi parlerebbe di una delusione perché tu ormai appartieni alla ristretta cerchia dei campioni che si divideranno le più grandi vittorie nei prossimi anni. Tu sei nato per giocare a tennis. Perché quando batti un mostro come Djokovic nel modo in cui lo hai battuto tu vuol dire che ci sei, vuol dire che il tuo livello è quello di un giocatore di categoria superiore. Sei arrivato a Torino carico di aspettative, con la pressione del giocatore di casa chiamato per forza a compiere un’impresa memorabile, e sei stato bravissimo e freddo a gestire tutte queste emozioni e a mostrare qualità tecniche davvero elevate. Per me, questo significa una sola cosa: che sei un leader e non ti spaventa, anzi ti esalta, l’idea di poter essere uno dei trascinatori del movimento tennistico mondiale. Noi italiani aspettavamo da più di quarant’anni di rivivere i momenti delle magiche stagioni di Panatta e della squadra di Davis, ora ci sei tu a riportare il tennis azzurro al centro dell’attenzione e dell’interesse di milioni di appassionati. Ciò che mi colpisce particolarmente, e che accresce la mia ammirazione, è la tua propensione al sacrificio e la consapevolezza che attraverso il lavoro potrai migliorare ancora. Forse ti manca ancora qualcosa dal punto di vista fisico nei match tre set su cinque che possono durare anche 4-5 ore e lì abbiamo visto in passato che qualcosa hai pagato m ritengo sia solo questione di tempo e di allenamento e sarai pronto anche a vincere maratone di 5 ore. Intanto, tutti ci teniamo strette le emozioni che ci stai regalando alle Finals: sembrava impensabile potessero arrivare da un giocatore italiano.
Bertolucci: «La tua finale non è una sorpresa». Zugarelli: «Atteggiamento da leader»