La Gazzetta dello Sport

IL 9 DI SPALLETTI RESTA IN DUBBIO IL C.T.: «ABBIAMO VOGLIA DI EURO»

Luciano pensa alla staffetta Gianluca-Jack: «Devono funzionare tutti e due. Un dovere andare a difendere il titolo continenta­le»

- di Andrea Elefante INVIATO A LEVERKUSEN (GER)

«Rispetto alla Macedonia farò 4 o 5 cambi » «La possiamo vincere? La mia risposta è sì »

Si è fatto una domanda e si è dato una risposta. Anche più di una. Luciano Spalletti, vigilia di Ucraina-Italia, pressioni da traguardo fon- da- men- ta- le: «Molti vogliono metterci timori, girano interrogat­ivi, ma per essere realisti non bisogna chiedersi: la devo vincere? La voglio vincere? La domanda è: la posso vincere? E la risposta è: sì. A viso aperto, a muso duro, mettetela come preferite, ma tutto porta a dire che si può. Così le motivazion­i vanno oltre i timori, io la vedo come una grandissim­a opportunit­à. Niente può limitare la nostra voglia matta di andare a difendere il titolo europeo: è un dovere, dopo la fatica che è costata prendersel­o». Altro botta e risposta da giorno prima dell’esame: non con Spalletti, ma indirettam­ente anche sì. È vero che a volte di necessità si fa virtù? Si fa, certo. E allora non è scritto che una squadra debba avere un centravant­i titolariss­imo: infatti l’Italia (i suoi c.t.) si sta adeguando da tempo. Alla vigilia di Ucraina-Italia, ne abbiamo due “caldi”: il terzo, Kean, non viene da una settimana perfetta e poi sta bene anche più largo, per come la vede Spalletti. Due: perché di Raspadori questo ha sempre detto il c.t., che è un centravant­i, e su Scamacca ovviamente non ci sono mai stati dubbi. Due e neanche così dissimili per attitudine a certi meccanismi offensivi, chiarament­e al di là della morfologia. Che apre una parentesi non banale, se è vero che il c.t., ai microfoni Rai, ha fatto capire che stasera «serviranno anche centimetri, una squadra più fisica».

Staffetta Il discorso è: subito? Meglio dopo? Basterebbe­ro anche in corsa? Molto porta all’idea di una staffetta: «Quando si prepara una partita, si conta su cinque sostituzio­ni. Avendo un attaccante forte e fisico e uno forte e tecnico, cerchi di farli funzionare tutti e due». Potrebbe iniziare Scamacca, se è un indicatore l’unico indizio che Spalletti ha sparso ieri: «Rispetto a venerdì ci saranno quattrocin­que cambi: se volete metterci dentro il centravant­i, fate voi». Cinque cambi non sarebbero pochi: anche considerat­e le prove di ieri mattina, uno potrebbe riguardare proprio la punta centrale. La certezza è che stasera sarebbe cosa buona e giusta segnare: non indispensa­bile secondo calcoli aritmetici, ma così la missione “non perdere” diventereb­be più facile. E sicurament­e opportuno: un gol questa Nazionale l’ha preso quattro volte su cinque, con Spalletti. Sette totali, cinque nella ripresa. Nulla da rinnegare per il c.t.: «Andare a far gol è sempre più difficile che sistemare un atteggiame­nto difensivo per non prenderne troppi: ormai ci siamo creati uno stile di gioco che porteremo anche dentro la partita di Leverkusen». Molto da imparare: significa che il fuoco della pressione non si può abbassare. Anche grazie a chi sta là davanti: «Farsi trovare in equilibrio è fondamenta­le per giocare un calcio offensivo.off Marcature preventive e rricomposi­zione del blocco squadra: sempre in ordine, come con la Macedonia».

Il precedente Spalletti lo chiederà a entrambi i suoi centravant­i. A Milano giocò Raspadori - preferito sia a Immobile che a Retegui - e il tridente “piccolo” diede fastidio all’Ucraina. Ma Scamacca non c’era, aveva ancora pochi minuti nelle gambe. Oggi non più, anche se con un solo gol in 14 presenze la sua è ancora una storia azzurra sospesa, a metà. E anche lui come il Raspa, ma con mezzi e modi diversi, sa giocare con la squadra. Un centravant­i che la aiuta ad essere “allacciata”, che sa pressare, accorciare, dovrà respingere dalle prime linee le voglie dell’Ucraina obbligata ad attaccare. Scocca, ma pure qualità e senso per il gol, con una spinta in più: l’Ucraina, per Scamacca, è il ricordo di una beffa, la finale del Mondiale Under 20 persa nel giugno 2019. Stadio Gosir a Gdynia. Polonia: con lui c’erano anche Frattesi, che si infortunò nel primo tempo, e pure Carnesecch­i, Buongiorno, Colpani. Uno a zero al 92’, il Var gli cancellò un gol segnato con una girata meraviglio­sa, per una discussa bracciata al difensore Bondar, sbriciolan­do l’idea dei supplement­ari con gli avversari in dieci. Certe cose non le dimentica, un centravant­i.

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 ?? ?? Beatoto tra le puntete
Il c.t. Luciano no Spalletti, 64 anni, tra ra Scamacca ca e Raspadorio­ri
Beatoto tra le puntete Il c.t. Luciano no Spalletti, 64 anni, tra ra Scamacca ca e Raspadorio­ri

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