IL 9 DI SPALLETTI RESTA IN DUBBIO IL C.T.: «ABBIAMO VOGLIA DI EURO»
Luciano pensa alla staffetta Gianluca-Jack: «Devono funzionare tutti e due. Un dovere andare a difendere il titolo continentale»
«Rispetto alla Macedonia farò 4 o 5 cambi » «La possiamo vincere? La mia risposta è sì »
Si è fatto una domanda e si è dato una risposta. Anche più di una. Luciano Spalletti, vigilia di Ucraina-Italia, pressioni da traguardo fon- da- men- ta- le: «Molti vogliono metterci timori, girano interrogativi, ma per essere realisti non bisogna chiedersi: la devo vincere? La voglio vincere? La domanda è: la posso vincere? E la risposta è: sì. A viso aperto, a muso duro, mettetela come preferite, ma tutto porta a dire che si può. Così le motivazioni vanno oltre i timori, io la vedo come una grandissima opportunità. Niente può limitare la nostra voglia matta di andare a difendere il titolo europeo: è un dovere, dopo la fatica che è costata prenderselo». Altro botta e risposta da giorno prima dell’esame: non con Spalletti, ma indirettamente anche sì. È vero che a volte di necessità si fa virtù? Si fa, certo. E allora non è scritto che una squadra debba avere un centravanti titolarissimo: infatti l’Italia (i suoi c.t.) si sta adeguando da tempo. Alla vigilia di Ucraina-Italia, ne abbiamo due “caldi”: il terzo, Kean, non viene da una settimana perfetta e poi sta bene anche più largo, per come la vede Spalletti. Due: perché di Raspadori questo ha sempre detto il c.t., che è un centravanti, e su Scamacca ovviamente non ci sono mai stati dubbi. Due e neanche così dissimili per attitudine a certi meccanismi offensivi, chiaramente al di là della morfologia. Che apre una parentesi non banale, se è vero che il c.t., ai microfoni Rai, ha fatto capire che stasera «serviranno anche centimetri, una squadra più fisica».
Staffetta Il discorso è: subito? Meglio dopo? Basterebbero anche in corsa? Molto porta all’idea di una staffetta: «Quando si prepara una partita, si conta su cinque sostituzioni. Avendo un attaccante forte e fisico e uno forte e tecnico, cerchi di farli funzionare tutti e due». Potrebbe iniziare Scamacca, se è un indicatore l’unico indizio che Spalletti ha sparso ieri: «Rispetto a venerdì ci saranno quattrocinque cambi: se volete metterci dentro il centravanti, fate voi». Cinque cambi non sarebbero pochi: anche considerate le prove di ieri mattina, uno potrebbe riguardare proprio la punta centrale. La certezza è che stasera sarebbe cosa buona e giusta segnare: non indispensabile secondo calcoli aritmetici, ma così la missione “non perdere” diventerebbe più facile. E sicuramente opportuno: un gol questa Nazionale l’ha preso quattro volte su cinque, con Spalletti. Sette totali, cinque nella ripresa. Nulla da rinnegare per il c.t.: «Andare a far gol è sempre più difficile che sistemare un atteggiamento difensivo per non prenderne troppi: ormai ci siamo creati uno stile di gioco che porteremo anche dentro la partita di Leverkusen». Molto da imparare: significa che il fuoco della pressione non si può abbassare. Anche grazie a chi sta là davanti: «Farsi trovare in equilibrio è fondamentale per giocare un calcio offensivo.off Marcature preventive e rricomposizione del blocco squadra: sempre in ordine, come con la Macedonia».
Il precedente Spalletti lo chiederà a entrambi i suoi centravanti. A Milano giocò Raspadori - preferito sia a Immobile che a Retegui - e il tridente “piccolo” diede fastidio all’Ucraina. Ma Scamacca non c’era, aveva ancora pochi minuti nelle gambe. Oggi non più, anche se con un solo gol in 14 presenze la sua è ancora una storia azzurra sospesa, a metà. E anche lui come il Raspa, ma con mezzi e modi diversi, sa giocare con la squadra. Un centravanti che la aiuta ad essere “allacciata”, che sa pressare, accorciare, dovrà respingere dalle prime linee le voglie dell’Ucraina obbligata ad attaccare. Scocca, ma pure qualità e senso per il gol, con una spinta in più: l’Ucraina, per Scamacca, è il ricordo di una beffa, la finale del Mondiale Under 20 persa nel giugno 2019. Stadio Gosir a Gdynia. Polonia: con lui c’erano anche Frattesi, che si infortunò nel primo tempo, e pure Carnesecchi, Buongiorno, Colpani. Uno a zero al 92’, il Var gli cancellò un gol segnato con una girata meravigliosa, per una discussa bracciata al difensore Bondar, sbriciolando l’idea dei supplementari con gli avversari in dieci. Certe cose non le dimentica, un centravanti.