Chi è il favorito? Così i dirigenti si punzecchiano
Ognuno prova a mettere pressione I bianconeri vogliono... il 4° posto ma per Marotta sono loro in pole
La palla viene tirata, consapevolmente e continuamente, nel campo avversario: niente è casuale in questi luoghi. Il lungo avvicinamento al derby di Italia è diventato da settimane ormai una logorante guerra di nervi. Un rimpallo di dichiarazioni appuntite per stabilire chi sia davvero il favorito per la vittoria del titolo. Raramente era stata così smaccata la voglia di mettere pressione al rivale: si prova a destabilizzare il “nemico”, ma pure ad alleggerire il peso dalle proprie spalle. La strategia è simile ed è un input delle società, ma ha diversi attori protagonisti. Da un lato Allegri parla da manager all’inglese quando, ogni volta che ha un microfono davanti alla bocca, ricorda a tutti il suo mantra: a suo dire, sarebbero gli altri (Inter in primis...) a giocarsi lo scudetto, mentre la sua Juve avrebbe solo l’umile obiettivo di centrare il quarto posto. La litania non cambierà, anche in caso di sorpasso domenica: Max, che per una vita ha fatto la lepre, sa anche come deve comportarsi un segugio. Dall’altro lato, Beppe Marotta conosce benissimo Allegri e la Juve, ma ancora di più è consapevole della forza della sua Inter così europea. È lui il portavoce della linea pubblica sempre prudente: «Sono i bianconeri i favoriti perché non giocano le Coppe...», ha detto più volte l’a.d.. Di certo, quando la Champions si farà bollente da febbraio in poi, preparare le partite per un’intera settimana potrà aiutare. Ma cosa c’è davvero dietro al giochino dialettico che accompagna il derby di Italia? Ognuno difende con orgoglio il proprio recinto: se l’Inter da anni fa mercato senza poter investire davvero, la Juve in classifica corre più veloce delle critiche.