La Gazzetta dello Sport

Rilancio sull’azzzurro

SINNER GUARDA OLTRE «TENGO DAVVERO ALLA COPPA DAVIS SIAMO UN BEL GRUPPO» Jannik e la sua settimana: «Non potrei mai essere deluso dopo questi giorni Mai provato un’emozione come al boato del Palasport»

- Di Federica Cocchi INVIATA A TORINO GETTY

Il boato del Pala Alpitour che lo investe, lo travolge, lo accoglie lo scalda, lo abbraccia. È questo il ricordo che Jannik Sinner si porterà a casa da questa settimana incredibil­e. Quella della consacrazi­one a nuovo eroe sportivo italiano. Tutti davanti alla television­e, a vedere Jannik. Lui e i suoi riccioli rossi, quelli che ogni mattina non riesce a domare, contro i migliori al mondo. Una cavalcata emozionant­e, che dispiace sia terminata senza la gioia del trionfo. Una delusione non sportiva quanto umana, per quel ragazzo capace a 22 anni di portare l’Italia a giocarsi il trofeo delle Atp Finals. Un regalo che avremmo voluto per lui, come coronament­o di un mese e mezzo di gioie sfrenate.

Sorrisi Eppure, quando arriva in sala stampa per raccontare le sensazioni di questi giorni, è molto sereno, sorridente: «Arrabbiato? No. L’arrabbiatu­ra magari mi dura mezz’ora, pensando a quello che avrei potuto fare meglio. Però non potrei mai essere deluso dopo aver vissuto una settimana come questa». Una settimana da dio. Del tennis, dello sport italiano, della gente: «Quando in camera, prima di addormenta­rmi, penserò ai momenti più belli di questo torneo, mi tornerà in mente il boato delle persone all’uscita del tunnel nella prima partita contro Tsitsipas. Non avevo mai provato una sensazione del genere. Ero felice, emozionato. Poi giorno, dopo giorno, mi sono abituato e me lo sono goduto ogni volta di più». E qui, per chi non avesse ancora imparato a conoscerlo, esce la natura di Jannik, il ragazzo che vuole rimanere se stesso: «Il fatto che la gente gridasse il mio nome, facesse il tifo per me e ricevere tutto quell’amore mi ha emozionato perché immagino non fosse soltanto perché gioco a tennis, ma perché magari gli piaccio come persona. Perché sono una persona semplice. A me piace vincere, ma voglio restare un ragazzo normale». Indimentic­abile anche la prima vittoria contro Djokovic, nel round robin. La prima della carriera contro il feroce uomo dai 24 Slam: «Anche quello è un ricordo che porterò con me a lungo. Ho provato una sensazione di sollievo». E dire che se solo avesse voluto fare il furbo, avrebbe potuto impegnarsi meno con Rune, perdere e togliersi di mezzo Djokovic. Ma i campioni non giocano mai per perdere. E Jannik è un campione. Nole non dà mai una seconda possibilit­à e Sinner lo ha capito ieri sera: «Abbiamo preparato la partita molto bene - analizza il n. 4 del mondo -. Ci sono sempre dei momenti in cui senti che forse piano piano riesci a entrare in partita, ma stavolta non sono riuscito a cogliere l’attimo e con un giocatore che ha vinto 24 Slam e 98 tornei, se non sfrutti le possibilit­à che ti dà, allora non vinci. Da un certo punto di vista lo ringrazio, perché mi dà sempre l’occasione di crescere e migliorarm­i».

In azzurro Ma tra i due non è ancora finita. Oggi Jannik, raggiunger­à gli azzurri di Volandri a Malaga a caccia della coppa Davis, un impegno che potrebbe nuovamente metterlo di fronte a Novak Djokovic: «La prima cosa è battere l'Olanda. Non sarà un impegno facile, non dobbiamo rilassarci perché sono match che possono andare via veloci e loro hanno un doppio davvero forte, che potrebbe darci dei problemi. Poi penseremo anche a Nole se dovrò affrontarl­o. È vero, l’ho affrontato due volte in una settimana, ma penso che abbiamo dimostrato che nel tennis ogni giorno è diverso dall’altro». L’idea di giocare in squadra lo esalta: «Mi pia

Le sensazioni «Prima di dormire in camera ripenserò ai momenti più belli di questi giorni a Torino»

ce, siamo un bel gruppo ed è un’occasione anche per conoscerci meglio. Il tennis è uno sport solitario, ma è bello ritrovarsi e condivider­e le emozioni delle partite. Ci tengo molto a esserci perché per il nostro Paese è una competizio­ne che ha un grande significat­o».

Mai fermo Non si parla di vacanze, dunque, a casa Sinner. A parte qualche giorno sotto le feste con gli amici di sempre e la famiglia: «Prima la Davis, poi si comincia un mese circa di lavoro molto importante. Bisogna prepararsi per la prossima stagione che speriamo sia ancora migliore di questa». Un ragazzo coraggioso, Jannik ha scelto di ripartire da zero abbandonan­do le certezze dello storico coach Piatti per ripartire con Vagnozzi e Cahill che gli hanno dato altre armi per scalare le classifich­e: «Il 2022 è l’anno in cui ho imparato a conoscere meglio il mio corpo. Ci sono stati infortuni e difficoltà, ma poi in questa stagione abbiamo finalmente iniziato a raccoglier­e i frutti del nostro lavoro. Ora che ho giocato l’ultima partita dell’anno sul circuito Atp posso fare un bilancio positivo. Soprattutt­o nella seconda parte dell’anno ho vinto tornei importanti, battendo avversari che non avevo mai battuto. E poi ho imparato a gestire meglio la parte mentale, e anche questo ha fatto la differenza. Sono curioso di vedere come sarà il 2024». Anche noi, Jannik. Anche noi.

Verso Malaga «La prima cosa è battere l’Olanda, poi penseremo anche a Nole, se dovrò affrontarl­o»

 ?? ?? I giorni di Torino Jannik Sinner, 22 anni, numero 4 della classifica Atp. Prima della finale con Djokovic, a Torino ha battuto Tsitsipas, lo stesso Nole, Rune e Medvedev in semifinale
I giorni di Torino Jannik Sinner, 22 anni, numero 4 della classifica Atp. Prima della finale con Djokovic, a Torino ha battuto Tsitsipas, lo stesso Nole, Rune e Medvedev in semifinale
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