Più coinvolto nelle scelte e investimenti pesanti Così Motta può restare
Il club vorrebbe la firma del tecnico fino al giugno 2026 Il progetto di un modello Atalanta può convincerlo
In tutta questa vicenda di rinnovo del contratto di Thiago Motta non ci sono due “contro-parti”. Solo, e unicamente, due emisferi che devono trovare condivisione in maniera più approfondita. E duratura, totale. E che si vogliono vicendevolmente. Salvo, poi, rischiare l’intromissione di una “big” che approfitti dello stallo: ed è per questo che la firma appare un modo chiaro per il Bologna di blindare un tecnico che piace al sistema-calcio, da Nord (Europa) a sud.
Thiago e Joey Thiago Motta è innamorato di e del Bologna e dell’idea che in questa piazza si possa fare calcio col naso all’insù: quindi crescendo, sviluppando e agendo con meno attendismo e più proposizione rapida. Ed è per questo che - a breve - avrà un colloquio col presidente Joey Saputo e Fenucci, referenti di un club che ha la stima di tanti (fuori) e un ritrovato “appeal” in città. La media di 25.000 spettatori lo dice, il gioco espresso e la valorizzazione di giocatori continua pure. Poco tempo fa, l’ad Claudio Fenucci disse: «Insieme a Motta è possibile realizzare qualcosa che nel passato a Bologna è stato più complesso, pur avendo fatto sempre dei campionati tranquilli. Col lavoro di Thiago siamo riusciti ad alzare il livello di competitività». E allora: questo rinnovo? Le parti si parlano da tempo e Thiago è talmente concentrato sul campo e sul lavoro per miglorare i suoi giocatori che non vuole pensare ad altro. Mercato compreso, in cui preferirebbe un interno di palleggio anziché un vice- Zirkzee. L’incontro con Saputo e Fenucci sarà dirimente: per un contratto che il Bologna vorrebbe anche fino al ‘26. «Vogliamo restare insieme a lungo» ha detto Fenucci al Corriere di Bologna. Certo, Motta preferisce le cose ben fatte alla fretta.
Mercato e Dea Thiago vorrebbe essere più centrale nelle scelte: esserne parte, certo, ma cercando di contribuire ad alzare la competitività della squadra. Centralità, poi, significa essere nel pieno delle scelte di mercato: i no a varie proposte estive (Bernardeschi è uno) è la “rivendicazione“di un calcio al quale servono tipologie ben precise. Una delle domande che si pone è: vuole, questo club, arrivare ad essere una sorta di Atalanta-bis? Perché in tal caso servono investimenti forti, oltre che sostituti all’altezza e in breve tempo nel momento in cui i pezzi grossi (Zirkzee e Ferguson nei prossimi mercati) verranno “saccheggiati”. Il fatto di aver cominciato il campionato con una squadra incompleta (e contro il Milan) a Thiago non è andato giù: e l’aver fatto, dopo quel ko, 10 risultati utili di fila, dimostra che a squadra completa i fatti si sono visti. Non è una questione di lunghezza contrattuale o di soldi (poi è chiaro che un aumento ci sarà, visto che un anno fa Thiago arrivò in situazione difficile per tutti, emergenziale) ma di “visione” futura. Per questo vorrà capirlo ancora una volta di più coi suoi dirigenti e ovviamente con Saputo. La richiesta di autografo procede: Motta allena perché giochi calcistici ed emisferi combacino alla perfezione.