Sanabria cambia il Toro
TONNY SI SDOPPIA NOVE E TREQUARTISTA E I GRANATA VOLANO
La svolta è arrivata grazie ai nuovi movimenti del paraguaiano: così la manovra offensiva diventa più imprevedibile e Zapata ha spazio
«Lo spartiacque della stagione è stata la partita con l’Inter». Lo ha sottolineato Urbano Cairo nel dopo Atalanta. Il presidente non è entrato nei dettagli tattici, ha però elogiato l’allenatore e la bontà della rosa a sua disposizione, cioè le due componenti principali del cambiamento. Ivan Juric ci ha messo la sua farina anzitutto prendendo una decisione non in linea con la sua storia di allievo della scuola Gasp e quindi fervente sostenitore del 3-4-2-1. Dopo aver riflettuto su Torino-Inter, dove la buona prestazione collettiva dei granata non aveva generato punti in classifica, causa la ridotta produzione offensiva, il tecnico croato ha deciso nel succes s ivo match col Lecce di imprimere una svolta in attacco, potenziandolo. Allo stadio salentino di Via del Mare, Juric ha modificato il suo collaudato sistema di gioco inserendo un altro centravanti che potesse essere di aiuto a Zapata. Ovvero Tonny Sanabria. E da lì non ha toccato più questo assetto. Il Torino ha inanellato dieci punti nelle ultime cinque partite in virtù dei successi contro Lecce, Sassuolo e Atalanta inframmezzati dal pareggio contro il Monza ricco di rimpianti per le decisioni arbitrali avverse. Unico passaggio a vuoto, Bologna. Quasi fisiologico, va aggiunto.
Vestito Questo brillante e promettente filotto nasce dalla casualità del calcio? Da una congiuntura favorevole? No, decisamente non lo si può affermare. E’ vero che stiamo parlando di un gioco e non di una scienza esatta, e quindi gli elementi che producono un risultato non possono essere assimilati agli addendi di una somma aritmetica, però tutti gli osservatori hanno potuto constatare, e il trionfo sull’Atalanta è stata la dimostrazione più lampante, di come il nuovo vestito cucito addosso al Toro dal sarto di alta gamma Ivan Juric stia dando alla formazione granata padronanza di gioco e pericolosità. Tutti bravissimi nell’interpretare i desiderata del loro regista, gli attori, specialmente nella sfida di lunedì sera, dominata. Però sotto il profilo squisitamente tattico è rilevante la capacità dimostrata da Tonny Sanabria di eseguire più compiti nell’arco dei 90’. E va messa in luce.
Reazione L’acquisto di uno specialista dell’area come Duvan Zapata magari aveva inizialmente preoccupato Sanabria. Reduce dal più prolifico campionato della sua avventura italiana (12 reti), la punta del Paraguay deve aver impiegato due minuti a fare questo calcolo: “Se continuiamo a giocare con un solo centravanti, io rischio di vedere il campo solo a spezzoni”. Tuttavia, se un po’ di scoramento iniziale c’è stato per davvero, il professionista ha saputo reagire con profitto sa negli spicchi di partita sia negli allenamenti. Ed ecco che Juric ha fatto la riflessione che poi lo ha spinto a cambiare modulo: “Ma io posso continuare a tener fuori un elemento come Sanabria?” E a sua volta, Tonny deve aver pensato: “Cosa sono in grado di fare per conquistare un utilizzo più costante?”.
L’omaggio E allora qui nasce la versione aggiornata di Sanabria che in virtù di una grande disponibilità alla fatica e di un notevole patrimonio tecnicotattico si è messo a fare anche il trequartista. Giustamente il nuovo schema del Toro è stato battezzato 3-4-1-2, perché è questa la disposizione iniziale in campo, con Vlasic che si piazza alle spalle delle due punte e poi svaria dove estro lo conduce. Ma sono i movimenti verso la fascia o i rientri sulla trequarti di Sanabria che permettono a Zapata di poter contare su almeno due suggeritori e di poter trovare in mezzo all’area gli spazi giusti per far male agli avversari. Ecco allora che il Toro per molte fasi della partita può rimanere all’interno di quel 3-4-2-1 che è il sistema che la squadra ha assorbito da più tempo. Questo movimento continuo di Sanabria tra le fasce, il centrocampo e l’area di rigore rende possibile una costante imprevedibilità della manovra offensiva Ha fatto benissimo Zapata a lasciargli il rigore del 2-0: l’omaggio del leader al suo gregario più prezioso.
Riconoscimento Il colombiano ha lasciato a Tonny il rigore contro la Dea: omaggio a un giocatore prezioso