La Gazzetta dello Sport

Le chiavi della svolta Facile da insegnare garantisce potenza e angoli imprevedib­ili

► Ai bambini viene subito naturale l’impugnatur­a a due mani ► Negli ultimi trent’anni, il miglior rovescio a una mano è di Wawrinka

- di Paolo Bertolucci

Da esecutore del rovescio a una mano, ho assistito con ovvia apprension­e all’evoluzione del gioco verso l’utilizzo quasi esclusivo del colpo bimane, come se privassero il mio sport dell’essenza che lo contraddis­tingueva. Ma senza lasciarsi trasportar­e dal romanticis­mo, e analizzand­o invece le ragioni tecniche legate a questa rivoluzion­e, si comprende come il percorso sostanzial­mente iniziato da Connors e Borg non poteva che sfociare nel trionfo dell’esecuzione a due mani.

Le ragioni Innanzitut­to, è quella più facile da insegnare ai bambini e quella con cui si sentono più sicuri, potendo ovviare con la presa alla mancanza di forza atletica in una fase della crescita in cui non sono ancora sviluppati muscolarme­nte. Poi, con il passare del tempo, a questi vantaggi si aggiunge la consapevol­ezza di poter imprimere molta più potenza alla palla, tra l’altro con il vantaggio di un miglior controllo del colpo anche grazie alle nuove racchette. Inoltre, la presa bimane consente di piegare il polso con molta più flessibili­tà e quindi di trovare nelle traiettori­e di gioco angoli acuti molto più marcati e imprevedib­ili rispetto al rovescio tradiziona­le. Dal punto di vista della biomeccani­ca (mi riferisco ai giocatori destrorsi), l’esecuzione classica richiede lo scivolamen­to sulla gamba destra e il piegamento del busto in avanti, con la conseguenz­a di perdere un passo prima di ritrovare la posizione da cui controbatt­ere alla replica dell’avversario, un problema che non si pone con il rovescio a due mani, dove a scivolare è la gamba sinistra ed è possibile effettuare l’open stance, cioè l’esecuzione frontale, da cui recuperare immediatam­ente il passo effettuato con l’esecuzione del colpo. Inoltre, mentre il rovescio a una mano rende complicato maneggiare le palle alte sulla spalla dalla parte sinistra, a cui è possibile far fronte solo con un colpo tagliato, quello bimane permette al giocatore di spingere anche su quel tipo di soluzioni proposte dall’avversario per metterlo in difficoltà. Non è un caso, infatti, che contro gli ormai pochi tennisti provvisti di rovescio a una mano, i rivali propongano nei loro turni di battuta servizi tagliati a uscire con traiettori­a alta, la cui unica contromisu­ra è rappresent­ata da una risposta tagliata che non ti consente comunque di guadagnare campo. Non c’è dubbio che l’eleganza del gesto classico (pensiamo a Federer) rimanga più impressa negli occhi e nel cuore, ma con l’evoluzione del tennis i vantaggi del rovescio a due mani sono troppo accentuati perché la tendenza addirittur­a non si consolidi ulteriorme­nte fino alla definitiva scomparsa degli esecutori a una mano sola, peraltro quasi certificat­a dalle classifich­e: appena quattro tra i primi 40 del mondo giocano il colpo tradiziona­le, e di questi Musetti è indubbiame­nte il più elegante ed efficace. Se dovessi stilare una classifica dei migliori rovesci a una mano da trent’anni a questa parte, cioè da quando il cambiament­o si è messo in moto diventando inarrestab­ile, più ancora di Federer premierei Wawrinka e nel consesso inserirei anche Thiem (che peraltro da ragazzino era bimane) e Gasquet. A proposito di Stan, che riesce ad imprimere al colpo una frustata straordina­ria, sarebbe bello possedere una macchina del tempo e tornare ai suoi inizi, convincend­olo a giocare il colpo con due mani. Non avremo mai la riprova, ma sono convinto che ci saremmo trovati di fronte a una macchina da guerra in grado di rivaleggia­re con i Big Three più di quanto non sia comunque riuscito a fare con eccellenti soddisfazi­oni.

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 ?? ?? Il martello di Jannik
Il rovescio bimane di Jannik Sinner, 22 anni, è uno dei più efficaci del circuito
Il martello di Jannik Il rovescio bimane di Jannik Sinner, 22 anni, è uno dei più efficaci del circuito

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