La Gazzetta dello Sport

AVANTI ITALDONNE MA ORA SERVIRANNO PIÙ CARICA E VISIBILITÀ

- di ALESSANDRA BOCCI

Quattro anni e qualche mese in altalena. L’inaspettat­o paradiso dei quarti di finale raggiunti al Mondiale nel 2019, il crollo all’Europeo, la delusione mondiale in Australia e Nuova Zelanda, nel bel mezzo di un cambio generazion­ale e di una rivoluzion­e non riuscita. Poi l’ingresso nella Lega A della Nations League, il salotto buono del calcio femminile europeo, e i timidi segni di risveglio che sono diventati un crescendo. L’Italia delle ragazze ha mantenuto la posizione dopo tante delusioni e avere ottenuto la permanenza in A senza neppure dover passare dallo spareggio è un successo che pesa, soprattutt­o se si pensa che allo spareggio è finita la Svezia, numero uno nell’ultimo ranking.

Quello che aveva provato a fare Milena Bertolini è riuscito poi a Andrea Soncin, con uno strappo in panchina per il quale il presidente federale Gravina era stato anche sommessame­nte criticato.

Invece il risultato di Parma dimostra che la scelta non era sbagliata: dopo tanti anni, alla fine di una storia prima felice, poi un po’ triste e desolata, serviva un tocco di discontinu­ità che consentiss­e la svolta: è capitato spesso nella storia dello sport e questo non toglie nulla al valore del lavoro di Milena Bertolini. Poi, Soncin, sulla panchina che nessuno pareva volere. Vox populi, e non sempre la voce del popolo racconta la verità, ma è innegabile che ci fossero molti nodi da sciogliere per trovare il c.t. giusto e quei nodi si sono sciolti strada facendo, dalle prime uscite a Castel di Sangro fino ai sette punti conquistat­i in tre partite. Non è stata e non sarà mai una questione di sistemi di gioco: l’Italia delle ragazze aveva bisogno di insegnamen­ti diversi, ma anche della freschezza di alcune protagonis­te nuove o ritrovate, come Michela Cambiaghi e Sofia Cantore, Laura Giuliani e Valentina Bergamasch­i. Aveva bisogno di migliorare le capacità atletiche, e in queste partite qualcosa si è visto. Soncin ha portato le sue idee e ha trovato un posto anche per Sara Gama, guru rimasta a lungo in panchina, ma con il sorriso.

Ora però ci sarà bisogno d’altro per consolidar­si. Servirà costanza, servirà l’impegno economico della Figc e quello dei grandi club. E a questo proposito, il derby di Milano giocato all’Arena davanti a migliaia di persone è una specie di pietra miliare anche per il campionato che a volte balbetta. Le ragazze del calcio

hanno bisogno di visibilità, devono imparare a trovarla, ma devono anche essere aiutate. A Parma il colpo d’occhio era diverso da quello della partita in Spagna, con un impianto da 12 mila posti praticamen­te esaurito per le

campioness­e del mondo. Si sa, i risultati aiutano, poi serve altro: un cambio di filosofia, un approccio culturale differente. «Questo per me non è calcio femminile: è calcio», ha ripetuto spesso Andrea Soncin da quando è stato ingaggiato.

Ha l’entusiasmo che serve per riuscire nell’impresa di far compiere alle ragazze azzurre l’ultimo step, il più importante, quello che poi porta le bambine nei vivai. Questa Nazionale mista di giovani e senatrici ha tutto per riuscirci, e lo ha dimostrato.

Nations League okay, le azzurre del calcio possono aiutare il movimento a crescere

 ?? ?? E tre L’esultanza di Anna Caruso, 24 anni, dopo il gol del definitivo 3-0 alla Svizzera allo stadio Tardini di Parma: azzurre seconde nel girone di Nations League
E tre L’esultanza di Anna Caruso, 24 anni, dopo il gol del definitivo 3-0 alla Svizzera allo stadio Tardini di Parma: azzurre seconde nel girone di Nations League
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