«È il più in forma Sarà una partita molto complicata»
Novak batte Fritz e il caldo: undicesima semifinale, non ne ha mai persa una
Questa è casa sua, e qui comanda lui. Alla lunga sequela di perle che impreziosiscono il leggendario tesoro di Djokovic, l’Australia contribuisce con generosità: venerdì Nole giocherà l’11a semifinale all’Happy Slam, e le altre le ha vinte tutte, facendole seguire poi da altrettanti trionfi in finale. Non perde nel torneo dagli ottavi del 2018 contro Chung, e da allora ha messo in fila 33 vittorie consecutive, eguagliando la striscia record di Monica Seles.
Tormento ed estasi Insomma, se c’è un luogo dove non vorresti mai incrociare lo sguardo del Djoker, sono i campi di Melbourne Park. Ma stavolta potrebbe essere diverso, stavolta il percorso è stato accidentato, con i guai al polso e una condizione troppo in altalena. Contro Fritz, peraltro sconfitto per la nona volta su nove, ci si è messo pure il primo vero caldo estivo, per due set un vero tormento («Non vedevo l’ora che il campo finisse all’ombra») tanto da annebbiargli gioco e idee, cosicché per la prima volta in carriera non riuscirà a sfruttare neppure una delle prime 15 palle break che l’americano gli concede. Dal terzo set, però, cambiano il clima (più fresco) e la musica, e Nole torna il solito schiacciasassi. Però i balbettii restano, e Sinner lo aspetterà in semifinale senza pressioni e con il recente ricordo del successo in Davis che sicuramente ha accorciato le distanze tra la Volpe Rossa e il Titano: «Jannik ha giocato divinamente negli ultimi sei mesi, è uno degli avversari più in forma e le ultime partite sono state combattutissime. Mi aspetto un match davvero difficile». Ora più che mai, dovrà venirgli in aiuto l’aura magica degli Australian Open: «Beh, vincere partite emozionanti mi succede specialmente negli Slam. In particolare qui, sono consapevole della striscia vincente e delle partite vinte alla Rod Laver Arena. Non voglio smettere di vincere, più la striscia continua, più aumentano la fiducia, le aspettative e la volontà di superare ogni limite. Amo davvero questa arena, è lo stadio della mia carriera». Omaggiata la Seles, che era allenata da Jelena Gencic, l’allenatrice che lo scoprì da bambino sui monti di Kopaonik («Monica era il mio idolo d’infanzia»), Nole riscopre la vis polemica del capopopolo: «Che tipo di vantaggio dovrei avere rispetto a Sinner? Abbiamo due giorni, non vedo chissà quale vantaggio. Giochiamo la semifinale venerdì, c’è tempo per recuperare. La programmazione degli incontri però è diventata un tema caldo, per il pubblico e per il torneo da un certo punto di vista è emozionante vedere una partita che finisce alle 3 o alle 4 del mattino, ma per noi giocatori non è divertente». Il discorso del re.