Toro frenato dal Sassuolo
TUTTO NEI PRIMI 9 MINUTI PINAMONTI GOL, PARI ZAPATA POI CONSIGLI BLOCCA JURIC
Evidentemente non era destino, forse non sarebbe stato neanche giusto, però sarebbe stato importante: i rimpianti del Torino si materializzano ben oltre il quinto minuto di recupero, quando Consigli alla faccia dei suoi 37 anni fa un balzo da ventenne alla sua sinistra, per smanacciare fuori dalla sua porta un colpo di testa angolatissimo di Zapata, su cross di Lazaro e - forse - per non far scivolare giù Dionisi dalla panchina del Sassuolo. Era l’ultimo assalto del Torino, il tentativo a posteriori tardivo di chi magari sentiva il rimorso dato da una consapevolezza: l’Europa è un traguardo ancora possibile e lo dicono una striscia da cinque risultati utili consecutivi (due vittorie e tre pareggi) e dunque una continuità che però a volte odora ancora troppo di poca pericolosità. E che ora avrà bisogno di uno scatto più deciso. Poca pericolosità riemersa soprattutto in una ripresa molto rattrappita che, piena di errori e di timori, ha fatto torto a un primo tempo che prometteva di più. Responsabilità anche del Sassuolo, che si è acceso a sprazzi, tradendo la paura di farsi male di chi non poteva rischiare la quarta sconfitta consecutiva, magari inciampando un’altra volta nell’ultimo quarto d’ora. Quando invece, prima del brivido Zapata, ha spaventato il Toro più di quanto avessero fatto i granata (un sinistro deviato di Vlasic e un colpo di testa centrale di Zapata) nella ripresa: la squadra di Dionisi lo ha fatto con un tiro di Laurienté finalmente uscito dal suo irritante letargo, su cui Milinkovic ha protetto bene il suo palo, e soprattutto un sinistro a giro di Defrel, che ha accarezzato il palo più lontano. Per Dionisi non perdere era questione di vita o di morte, per il Sassuolo quasi: vedremo se questo punto basterà a “salvare” il tecnico, che ieri, anche senza Boloca (febbre) dopo i vari Berardi, Toljan, Obiang e Volpato, si è trovato costretto ad arrangiare ulteriormente lo spartito. Il problema è che ora rischia di dover rinunciare anche a Doig e Erlic, usciti malconci.
Quante libertà In definitiva è successo quasi tutto in meno di dieci minuti, i primi della gara. Al festival della libertà non vigilata aveva cantato per primo il Sassuolo, sul palco dopo neanche 5’: Henrique ha tutto lo spazio del mondo per mandare a correre sulla destra Pedersen che brucia prima Zapata e poi soprattutto Lazaro, prima di invitare a colpire di testa Pinamonti, che quasi non può credere a un Lovato che si stacca così tanto da lui (e anche a un Milinkovic che cincischia così
Continua la serie positiva dei granata imbattuti da cinque partite. Il portiere si supera nel recupero con un miracolo su Duvan GLI OSPITI Il gol del colombiano conferma quanto di buono si era visto contro il Cagliari: Sanabria avvia, Bellanova assiste, il bomber segna NEROVERDI Dionisi evita la quarta sconfitta di fila, ma basterà per tenersi stretta la panchina? Intanto perde per infortunio Erlic e Doig
tanto sul suo palo). Secondo giro di licenze concesse con generosità, soprattutto sulle rispettive fasce destre, neanche 4’ dopo: Doig, non contento di aver scampato il pericolo poco prima, si fa ri-bypassare secco da Bellanova, che regala a Zapata il terzo assist personalizzato, con la gentile collaborazione di Erlic, in evidente ritardo.
Tourbillon Ma c’è una differenza fra i due gol, e si capirà con il passare del tempo: l’azione dell’1-1 viene avviata da Sanabria e rifinita per Bellanova da Vlasic. È il segnale di un tourbillon offensivo dichiaratamente codificato e che già a Cagliari - gol quasi identico - aveva dato i suoi frutti. L’utilità della scelta ormai definitiva di Juric, quella delle due punte, si può cogliere nei movimenti di Sanabria, che un tempo si sarebbe definito centravanti di raccordo: il paraguaiano, togliendo riferimenti e costringendo il baby Lipani a rincorrerlo, con i suoi movimenti a uscire scompagina gli equilibri avversari. E diventa una catapulta che consente libertà di spostamenti più difficilmente leggibili soprattutto a Vlasic, che a volte diventa la seconda punta al suo posto, ma pure a Zapata. Le altre due occasioni che ha il Toro per raddoppiare, non a caso, nascono da sponde del colombiano su tutto il fronte offensivo: la prima per Bellanova, con radente morso bene da Vlasic, ma deviato da Erlic; la seconda per Lazaro, che poi invita Vlasic a un gioco di prestigio chiuso con un diagonale di sinistro fuori di pochissimo.
Doppio taglio Il Sassuolo, disegnato da Dionisi con un “necessario” 4- 3- 3 che dirotta Bajrami largo a destra, vive molto, troppo, delle ispirazioni di Henrique tampinato da Ilic e per 45’ paga gli alti e bassi di Thorstvedt e il momento sciagurato di Laurienté, che sbaglia tutto quello che si può sbagliare. Ma il piano offensivo di Juric, alla distanza, si rivelerà un’arma a doppio taglio, non portando abbastanza traffico nell’area del Sassuolo. Il tecnico aveva chiesto una vittoria in una partita “sporca”: meglio di questa, era difficile da immaginare.