La Gazzetta dello Sport

Torna pure Alcaraz a Buenos Aires Djokovic a marzo

Medvedev rigioca tra una settimana a Doha In quattro possono inseguire il vertice Atp

- di Riccardo Crivelli

I compliment­i Ivanisevic, coach di Djokovic: «Con Jannik ora puoi perdere anche se sei al massimo»

Vinci, e la classifica ti sorriderà. Uno dei più consolidat­i assiomi del tennis: con i grandi risultati, la scalata verso le vette eccelse del ranking diventa più agevole. Per questa ragione, dopo lo storico trionfo agli Australian Open, Jannik Sinner ha fissato tra gli obiettivi stagionali anche l’inseguimen­to al numero uno del mondo al momento di pertinenza di Novak Djokovic, che domani festeggia 411 settimane complessiv­e da primatista.

Si ricomincia Più che una dichiarazi­one di guerra, che certo non appartiene al suo carattere e alla sua essenza di campione, quella della Volpe Rossa ha rappresent­ato una semplice fotografia del momento: i primi quattro, tutti in corsa per il traguardo, sono divisi da poco più di 1500 punti, un battito d’ali per un poker di giganti con quei valori tecnici, proiettand­o così sull’annata che ci attende fino alle Atp Finals di Torino a novembre una straordina­ria battaglia per il vertice. I primi a mettersi in gioco sono gli amici-rivali Jannik e Alcaraz, il primo a Rotterdam, appunto, e il secondo a Buenos Aires: difendono una finale e una vittoria. Tra una settimana, poi, rivedremo Medvedev a Doha (che vinse un anno fa), mentre per il lider maximo Nole occorrerà aspettare Indian Wells dal 6 marzo, dove tornerà a giocare dopo 5 anni per le note vicende legate al Covid e al vaccino. Nell’immediato, Sinner ha perso i 250 punti di Montpellie­r, vinto nel 2023, aggiungend­ocene 10 da Cincinnati. Questa settimana gli scadranno invece i 300 punti della finale di Rotterdam persa un anno fa contro Medvedev, ma l’assenza del russo gli consente di puntare a un primo step importante: vincendo in Olanda, infatti, salirebbe al numero 3, posizione mai occupata da un italiano nell’Era Open. A marzo invece gli usciranno i punti della semifinale di Indian Wells (360) e della finale di Miami (600). In totale, 1510 punti, un tesoretto certamente cospicuo che tuttavia è meno ingombrant­e rispetto a quello degli avversari.

I conti Alcaraz, numero due del mondo, si porta dal 2023 la vittoria di Indian Wells, la semifinale di Miami, il successo a Buenos Aires e la finale di Rio de Janeiro (in totale, 1910 punti); Medvedev, difende la finale di Indian Wells e le vittorie di Doha, Dubai e Miami (2350 punti). Djokovic invece ha da scartare solo i 180 punti della s e m i f i nal e 2023 a Dubai, mentre nello swing americano potrà incamerare ogni punto che otterrà, visto che 12 mesi fa li guardò dalla tv: dunque, può rimanere relativame­nte tranquillo almeno fino alla stagione europea della terra rossa. Nei giorni scorsi, alcuni media serbi hanno rivelato che nella semifinale persa a Melbourne contro Sinner, il Djoker fosse sofferente per una forma influenzal­e, ma coach Gorna Ivanisevic si è affrettato a smentire: «Se contro Sinner non sei al 100% hai ben poco da chiedere. Ma puoi perderci anche se sei al massimo. Djokovic stava bene, quella partita è andata così. Non è una tragedia. Prima o poi avrebbe dovuto perdere: se proprio doveva succedere sono contento che abbia perso contro Jannik».

 ?? ?? Avversari in amicizia Jannik Sinner, 22 anni, e Carlos Alcaraz, 21: malgrado la rivalità sportiva (4 vittorie a 3 per l’azzurro), i leader della nuova generazion­e fuori dal campo sono amici
Avversari in amicizia Jannik Sinner, 22 anni, e Carlos Alcaraz, 21: malgrado la rivalità sportiva (4 vittorie a 3 per l’azzurro), i leader della nuova generazion­e fuori dal campo sono amici

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