PERLA DI MALDINI PESSINA RADDOPPIA LIVERANI GIÀ RISCHIA RITORNA INZAGHI?
Palladino vince ancora e aggancia il Napoli Salernitana con poche idee e senza identità: l’allenatore traballa dopo solo due partite
L’identità, questo termine spesso impalpabile. Bene, ieri pomeriggio Salernitana e Monza ci hanno fornito una lettura pratica. I brianzoli l’hanno mostrata con personalità, stendendo all’Arechi un tappeto di giocate codificate assorbite in un anno e mezzo con Raffaele Palladino (che sceglie lo stesso undici anti-Milan). Il Monza ha vinto 2-0, con i gol di Maldini e Pessina nell’ultimo quarto di gara. Perché ha saputo aspettare, gestire, trovare i punti deboli degli avversari in frangenti specifici. La Salernitana di Fabio Liverani invece un’identità ancora non ce l’ha. E non si sa se avrà il tempo di mostrarla viste le riflessioni in corso già dopo 180’ in società. Lo ha detto l’a.d. dei campani, Maurizio Milan, in conferenza (non è escluso nemmeno un ritorno di Inzaghi). E dopo la prestazione (friabile) è anche coerente dirlo. I campani sono stati prima schiacciati dalla pressione del dover vincere, poi da quella del Monza e infine dalla carenza di idee da pescare dentro di sé per uscire da questa crisi (un punto nelle ultime otto).
Monza, che avvio Il Monza fa la Salernitana nei primi 10’. Cioè corre, attacca, costruisce. Semplicemente gioca. E bene. Birindelli a destra è un sorprendente pendolino, il suo contraltare è Mota Carvalho a sinistra. Djuric il perfetto destinatario: prima un palo e poi un colpo di testa poco largo per il bosniaco. La squadra di Liverani è sballottata, moralmente incapace di entrare nella partita. L’allenatore sceglie ancora la difesa a tre e la vecchia guardia, compreso quel Coulibaly che in settimana era finito ai margini. Il Monza ha la forza della serenità e con Gagliardini aggiunge un’altra occasione al tardo pomeriggio. Non ci sono elementi per percepire un cambio nella direzione della partita. I brianzoli tengono la palla, determinano il ritmo: dopo l’ondata iniziale, scelgono la bassa marea per stagnare il gioco. Fa specie che il mare dovrebbero governarlo meglio a Salerno che in Lombardia. La Salernitana si accende un po’ quando Candreva entra nel gioco. Perché Kastanos è marcato a uomo da Gagliardini e trovarlo è complicato. Il cipriota e l’ex Inter tentano di dare respiro alla manovra. Il primo prendendosi una punizione pochi centimetri fuori dall’area, il secondo calciandola fuori per la deviazione con la schiena di Colpani. Ma sono abbagli. Il finale di tempo è ancora del Monza con Izzo e Gagliardini che di testa vanno vicino al gol.
Salernitana, così no Ci si aspetta una mossa di Liverani, qualcosa che possa impedire al Monza di avere il controllo. Invece la squadra di Palladino cresce. Fuori Colpani, dentro Bondo e Pessina sale trequartista. Il possesso palla brianzolo per qualche minuto arriva a sfiorare l’80%. In 15’ ancora Izzo e Gagliardini tuonano vicino a Ochoa che respinge sul mediano in maniera istintiva. Pellegrino poi salva sulla linea, insomma è quasi solo Monza. Il quasi è dettato dal fatto che intorno alla mezzora si riaccende la Salernitana. Un sinistro di Kastanos deviato da Caldirola e la doppia eccellente parata di Di Gregorio su Tchaouna sono situazioni sporadiche, non costruite. Tant’è che tra il 33’ e il 38’ il Monza segna. Prima una triangolazione Maldini-GagliardiniMaldini, poi un rilancio di Di Gregorio prolungato da Djuric che mette Pessina davanti a Ochoa per il pallonetto del 2-0. Giocate codificate. Realizzate con la leggerezza di chi sa di avere il vento dell’entusiasmo ritrovato che tiene aperto il sogno Europa. Identità. Quella che a questa Salernitana manca tremendamente.