A spasso nel tempo
NAPOLI RITORNA NEL PASSATO LA JUVE HA FAME DI FUTURO
Calzona ha ritrovato lo spirito scudetto e i gol di Kvara-Osimhen per risalire. Allegri, in emergenza, si affida a Chiesa-Vlahovic per spezzare il tabù Maradona
Se oggi dalle parti di Fuorigrotta vedrete transitare la DeLorean grigia di Doc Brown e Marty, quella di «Ritorno al futuro» per intenderci, non meravigliatevi. Questa sera il Maradona sarà una macchina del tempo, si viaggerà avanti e indietro negli anni. Francesco Calzona punterà il passato per ritrovare definitivamente il Napoli dello scudetto; Max Allegri, riacciuffata domenica la vittoria dopo un febbraio sofferto, cerca il successo di prestigio sui Campioni d’Italia, per ripristinare le distanze dal Milan, blindare il secondo posto e la poltrona Champions, necessaria per programmare la Juve che verrà.
Osi-Kvara: rieccoli Mercoledì, nel recupero con il Sassuolo, per la prima volta in stagione, quando ormai i più disperavano di rivederlo, è riapparso il Napoli del tricolore: aggressivo, entusiasta, alto, disinvolto nella conclusione, spietato nella esecuzione, fatta la tara della fragilità degli emiliani. Un 6-1 griffato da Osimhen (3 gol) e Kvaratskhelia (2), con scambio di assist a consacrare la ritrovata potenza di coppia. Nella stagione scorsa erano stati loro a lanciare l’assalto al titolo, fin dalla prima giornata di campionato, a Ferragosto: 5-2 a Verona. Aprì il georgiano, raddoppiò il nigeriano. E alla seconda giornata, contro il Monza, subito il bis: doppietta di Kvara, rete di Osi nel 4-0 al Maradona. Nel campionato in corso, per vederli segnare due volte in coppia, il Napoli ha dovuto aspettare 16 giornate: prima volta alla 6a contro l’Udinese (4-1, 27 settembre), la seconda alla 16a contro il Cagliari (2-1, 16 dicembre), quasi un regalo di Natale. Da allora hanno segnato in tandem un’altra volta soltanto. A Reggio Emilia, appunto. Quindi tre in tutto. Nella cavalcata scudetto, la coppia aveva timbrato insieme otto volte. Infortuni, cali di forma, assenze, implosione tattica, le cavallette e sciagure varie si sono abbattute sul capolavoro di Spalletti deformandolo e rendendolo irriconoscibile: il Napoli ha 28 punti in meno rispetto a un anno fa. Ma Calzona ha riportato il timone nella direzione giusta. E’ tornato al passato, appunto. Ha sradicato le verticalizzazioni contro natura di Garcia, ha chiuso la parentesi incomprensibile di Mazzarri, ha riconsegnato il volante a Lobotka, ha ordinato a tutti di correre in avanti anche senza palla, con gambe nuove e sono ritornate cose antiche, compresi i gol in coppia di Kvara e Osi. Ma Reggio dista 500 km da Napoli. Il popolo del Maradona vuole rivedere da vicino il Napoli che sembra riemerso dal passato. Lo accoglierà come se fosse reduce da un viaggio misterioso durato mesi e attende la conferma nella partita più sentita in città, contro la Juve, rivale di una vita. Nel campionato scorso, l’incrocio regalò la pagina più esaltante del romanzo tricolore: un 5-1 di larghissimo muso, con 2 gol di Osimhen e uno di Kvara. Stasera dovrebbero giocare 11 campioni d’Italia su 11, un solo dubbio tra Zielinski, ormai un ex, e Traoré che dev’essere testato per il futuro. Il Maradona, che ha ritrovato Osi-Kvara e ha ricomposto integralmente il presepescudetto, pretende il remake di un anno fa, per tornare in alto.
Manita azzurra La manita napoletana del 13 gennaio 2023 non fu un incidente di percorso, ma la certificazione più plateale di ciò che Allegri non è riuscito ad ottenere nella sua seconda vita juventina: un gioco. Una lacuna fondamentale resa ancora più