La Gazzetta dello Sport

GASP E MOTTA AMICI CONTRO TRA EUROPA E BEL GIOCO

L’Atalanta stasera prova a sorpassare il Bologna che sta stupendo tutti. Con qualche idea che l’allievo ha preso dal maestro

- di Fabio Bianchi e Matteo Dalla Vite neo pensionato, esperienza contabilit­à, bilanci, tematiche iva, ader offresi Cell. 353.37.46.870

Il maestro, l’allievo e il grande obiettivo. Stasera Gian Piero Gasperini e Thiago Motta si trovano uno contro l’altro per iniziare la grande corsa verso il posto Champions. L’Atalanta è reduce dalla batosta e dalla rabbia di San Siro, e in più è stato sorpassato dalla Roma in classifica. Il Bologna viene da 5 vittorie consecutiv­e, sta benissimo e si gode il posto al sole Champions col quarto posto. Un posto che negli ultimi anni Gasp si è abituato a occupare con la sua creatura e ora se lo deve giocare, tra gli altri, con un suo pupillo. Fu lui a portarlo in Italia, nel 2008. Thiago era reduce da problemi fisici, Gasp lo fece rinascere. Perché dal Genoa poi arrivò il triplete con l’Inter e il Psg.

La tesi e gli elogi Nella sua nuova veste, Motta ha sempre guardato al vecchio maestro. «Qualche elemento del calcio di Gasp nel mio Bologna c’è, perché durante la stagione vissuta insieme a lui ho visto tante cose belle, specie nel modo di lavorare in allenament­o: questa è la grande forza che hanno lui e la sua Atalanta». Ha visto così tante cose belle che nella sua tesi di Coverciano (“Il Valore del pallone”) scrive: «Al Genoa, Gasperini richiedeva una gestione più elaborata della verticaliz­zazione. Non solo tramite passaggi diretti tra le linee, ma privilegia­ndo una struttura organizzat­a di passaggi. Spesso, mi capitava nel mio ruolo di regista di servire il numero 9, Milito, in modo diretto, per verticaliz­zazione. Per Gasperini serviva invece verticaliz­zare sfruttando l’intermedia­zione dei giocatori sulla trequarti. Con un gioco di passaggi verticali diretti all’attaccante - mi fece notare un giorno -, potevo magari mettere in condizione di tiro Milito, ma mi escludevo automatica­mente dall’azione e di conseguenz­a riducevo le alternativ­e». Di certo i due allenatori riempiono l’area in maniera massiccia e arrivano alla conclusion­e con molti uomini: dettami che li accomunano. Anche Gasp ammira l’allievo che vuole superarlo. Alla viglia della sfida d’andata, vinta poi dal Bologna, diceva: «Sì, questo Bologna somiglia alla mia prima Atalanta. Sono curioso di vedere Thiago che da giocatore non sbagliava mai un passaggio. Anche la squadra è sempre molto lucida e paziente, mi ricorda molto la sua idea di calcio».

Come la vivono Anche nel modo di stare in panchina c’è qualche similitudi­ne. Gasp è molto più agitato, a volte eccede nelle sceneggiat­e e nelle proteste. Ma anche Thiago vive la gara in modo totale, come fosse un calciatore “confinato” in panchina. «Se ho i brividi a vedere come gioca la mia squadra? Il momento più bello è quando noto il loro senso di competizio­ne, la voglia di lottare contro tutti. Vivo la sfida al 200% e poi mi vado a rivederla con più calma». Sempre in piedi, come Gasp, sempre a colloquio coi collaborat­ori, come Gasp. E poi parole chiare a chi deve subentrare. Una volta preconizzò a Fabbian il gol al Cagliari, a Monza diede un bacio a Orsolini e gli chiese: «Me la vinci questa partita?». Gol di Orso e vittoria. Gasp è più sergente di ferro coi suoi, ma entrambi riescono a ottenere il massimo da loro.

Spettacolo Del gioco si è detto: la grande differenza sta nella difesa, quella di Gasp e 3 e quella di Thiago a 4, e nell’impostazio­ne. La Dea non abbandona mai l’uomo contro uomo, Thiago non lo contempla, ma in modi diversi entrambi pretendono pressing alto e feroce e la ricerca costante di una manovra che faccia male. Maestro e allievo promettono spettacolo sulla strada della Champions. Anche da rivali.

La stima del maestro

«Si, questo Bologna somiglia alla mia prima Atalanta. Molto lucida e paziente, come Motta giocatore»

L’elogio dell’allievo

«Nel mio Bologna c’è un po’ del gioco di Gasp, quando ero con lui ho visto tante cose belle»

Credo di non aver mai giocato in un calcio così bello. Sul campo mi diverto e non l’avevo mai sentito»

Alexis Saelemaeke­rs Attaccante Bologna

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Thiago Motta
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Gian Piero Gasperini
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GETTY Gli amici duellanti Gian Piero Gasperini, 66 anni, tecnico della Dea, e Thiago Motta, 41 anni, allenatore del Bologna ed ex allievo di Gasp
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