La Gazzetta dello Sport

NOAH SUPER DALLA PANCHINA NEL FUTURO DEL MILAN LUI C’È

Lo svizzero sta crescendo, ha 23 anni e, rispetto all’altro specialist­a Jovic, ha un accordo fino al 2028

- di Luca Bianchin

«Be your own hero». «Sii l’eroe di te stesso». Noah Okafor lo ha tatuato sopra il ginocchio, con una scritta che comincia su una gamba e finisce sull’altra: discretame­nte evocativo, diciamo non un tatuaggio da timido. Senza arrivare a tanto, Noah due sere fa contro la Lazio è stato il migliore del Milan: è entrato nel secondo tempo e ha segnato un gol decisivo, come fatto già a Udine in una partita da montagne russe. Il dettaglio conferma un paio di ragionamen­ti. Uno sul presente: Okafor è un giocatore importante per il Milan perché sa cambiare le partite, non si lamenta se gioca poco e migliora. Uno sul futuro: nel Milan di domani, Okafor c’è. Ha un contratto fino al 2028, non è stato sempre positivo in stagione - anzi, è stato limitato dagli infortuni e in difficoltà in più di qualche partita - ma rientra nell’identikit dell’acquisto tipo del Milan di RedBird.

Il gemello Il Milan è la squadra che ha segnato più gol in questa stagione con giocatori entrati dalla panchina: 13. Nessuna squadra dei cinque grandi campionati europei arriva a tanto e il merito è di Noah e del suo gemello serbo. Okafor e Jovic spesso hanno cambiato le partite nel secondo tempo, in modo diverso. Jovic è lo specialist­a delle trasferte: ha segnato a Bergamo, a Salerno, a Udine, a Frosinone. Quattro gol dalla panchina. Okafor ha fatto lo stesso in casa con Lazio e Monza, a Udine e ancora con la Lazio a Roma. Quattro anche per lui.

Il mosaico

Le differenze sono nello sguardo al futuro. Jovic ha un contratto in scadenza a fine stagione, rinnovabil­e unilateral­mente dal Milan. Diciamo che il suo futuro dipende dalle scelte del club, con tutti gli imprevisti del caso su strategie di mercato, nome del prossimo allenatore e decisioni di Olivier Giroud, a cui Luka in qualche modo rischia di essere legato. Okafor invece è un tassello nel mosaico del Milan di domani.

Io e Rafa Il Milan ha cominciato a seguirlo nell’era Maldini-Massara, quando Noah sembrava essere l’ideale post-Leao. Un ragazzo del 2000 con esperienza internazio­nale e qualità da esterno d’attacco, perfetto per prendere il posto di Rafa in caso di addio nell’estate 2023. È andata diversamen­te e ora i due amiconi giocano insieme, un modo carino per dire che Okafor al momento fa la riserva e deve guadagnars­i un sorriso negli ultimi 20 minuti di ogni partita. Per ora, va così. In futuro, chissà. Dipenderà dalla sua capacità di crescere, magari di evolvere in un giocatore diverso.

La settimana «Posso giocare come prima punta o in un attacco a due», diceva Noah in tempi non sospetti. Il Milan però usa poco l’attacco a due punte... e quando lo usa, mette in area Giroud e Jovic. Okafor ha fatto la punta a Cagliari e l’ha fatta bene ma Pioli ha scelto sempre di usarlo da esterno d’attacco a sinistra, nel classico tridente made in Milan. E allora, prevedere il futuro non è difficile. Okafor andrà probabilme­nte ancora in panchina contro lo Slavia Praga, giovedì in Europa League, e giocherà dall’inizio contro l’Empoli in campionato nel prossimo fine setti

Destino Avrebbe potuto sostituire Leao in caso di addio nel 2023, ora è la sua alternativ­a

mana. Per quella domenica, facile immaginare lui e Jovic assieme dal primo minuto.

Pregi e difetti Meno semplice fare previsioni a medio e lungo termine. Okafor avrà di sicuro una chance nel Milan del futuro ma dovrà dimostrare di essere pronto. Nella sua prima stagione sono tornati molti elementi del suo passato, positivi e negativi. I problemi fisici, che spesso lo disturbano. La capacità di incidere con una giocata. Gli alti e bassi. «Ha feeling con la palla, salta l’uomo, è rapido - diceva di lui Massimo Ceccaroni, leggenda del Basilea che lo ha seguito da vicino nella sua crescita -. Dice di poter fare la prima punta ma per me non gioca bene spalle alla porta. Di sicuro dà bene la profondità e Manca Samu Guardando i compagni di banco di Okafor, certo, si nota un’eccezione. Samuel Chukwueze, nel gruppo, è nettamente il più in difficoltà. Pioli a Roma non lo ha fatto entrare e del resto Samu, tornato dalla Coppa d’Africa, ha giocato male. A Monza è stato sostituito al 45’. A Rennes ha giocato solo l’ultima mezz’ora. Con l’Atalanta, è rimasto fuori. I gol a Borussia Dortmund e Newcastle restano pesanti ma il ragazzo col turbo visto al Villarreal, per il Milan, per ora è uno sconosciut­o.

Ritardo Tra le seconde linee, ha deluso Chukwueze: male sia da titolare che da subentrato

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IPP Decisivo con la Lazio Noah Okafor, 23 anni, ha deciso la sfida tra Lazio e Milan all’88’, entrando dalla panchina. Ai biancocele­sti aveva segnato un gol anche nel 2-0 dell’andata
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