L’Udinese rimonta la Salernitana Il punto non basta
Kamara replica a Tchaouna: i bianconeri non svoltano, i granata restano sul fondo
Quando al quarto di recupero Antonio Candreva vola in campo aperto, sembra di rivedere la fuga di Verdi che due stagioni fa diede corpo alla miracolosa rimonta salvezza della Salernitana, partita proprio da un successo in questo stesso stadio (ma con gol vittoria nell’altra porta). Candreva però calcia alto e la bandierina alzata a segnalare il fuorigioco spegne ulteriormente l’illusione. Fabio Liverani al terzo tentativo ottiene il primo punto sulla panchina dei campani ma non incide molto sulla classifica, e perdipiù “perde” alla causa Dia, che si è rifiutato di entrare per l’assalto finale negli ultimi minuti quando la Salernitana era in undici contro dieci ( «Non posso fare affidamento su di lui”, ha ammesso con rammarico il tecnico a fine partita). Il pareggio pesa parecchio anche sull’Udinese, che puntava sul “bonus” contro l’ultima della classe per sistemare la propria situazione e magari rinsaldare la posizione di Cioffi. Missione clamorosamente fallita, anche – ma non solo – per l’espulsione di Ebosele che ha costretto i friulani all’inferiorità numerica nell’ultima mezzora. Al termine il pubblico di Udine fischia inesorabilmente, invita i giocatori ad «andare a lavorare», la società a spendere. Il saluto della squadra sotto la curva a fine partita viene rifiutato, Walace stizzito invita i compagni a tornarsene negli spogliatoi.
I motivi L’Udinese non si è dimostrata superiore alla derelitta Salernitana. E anzi ha dovuto rincorrerla dopo il gol iniziale di Tchaouna, un gran destro a giro all’incrocio che ha dato sostanza alla novità tattica proposta da Liverani: un 4-3-1-2 simile a quello dell’Empoli di Sarri, con il trequartista Candreva e due punte che partono larghe. Assetto audace ma pure fragile strutturalmente – del resto è stato provato poco -, perché gli scivolamenti mancanti delle mezzeali aprono la strada alle discese degli esterni dell’Udinese. Soprattutto a sinistra, dove Kamara mette in costante difficoltà Zanoli. E poi c’è Thauvin, al quale sono affidate praticamente tutte le speranze di costruzione offensiva della squadra, visto che Cioffi preferisce i muscoli e tiene in panchina il piede educato di Samardzic. Il campione del mondo francese assiste lo splendido 1-1 di Kamara in mezza girata nel recupero del primo tempo e «raddoppia» l’assist nella ripresa, solo che nella seconda occasione l’esterno sinistro ivoriano – dopo aver segnato il suo primo gol in Serie A – alza la mira.
Dieci contro undici Molto meno a Cioffi arriva da destra, dove Ebosele non sfonda mai e dopo uno dei tanti controlli sbagliati commette la stupidaggine di entrare su Pellegrino: seconda ammonizione e Udinese in dieci dal ventesimo della ripresa. Il rosso è una specie di condanna a morte: nessuno, quest’anno in campionato, è riuscito a vincere in inferiorità numerica. Se almeno fino a quel punto l’Udinese aveva avuto la superiorità territoriale, pur con pochi sbocchi e conclusioni, in dieci deve cedere il controllo del pallone alla Salernitana, perché il gioco uomo-su-uomo di Cioffi perde i tempi di aggressione con uno in meno. L’ultima in classifica annusa la speranza, trova più fluidità nell’uscita dal basso e anche l’occasione buona quando Candreva – qualitativo quanto Thauvin – trova in area Tchaouna, che però inchioda il palo esterno invece di Okoye. Basic può alzare il raggio d’azione ma non inquadra per due volte la porta con il sinistro, Ikwuemesi è l’unico vero cambio offensivo perché, appunto, Dia non accetta i pochi minuti che Liverani vorrebbe dargli. L’Udinese ha un paio di sussulti nel finale, insufficienti per i tre punti e per accontentare il pubblico.