La Gazzetta dello Sport

«Ho corso all’attacco Avevo il passo di Perez Una bella sorpresa»

Sainz ammette: «Era importante iniziare bene, non soltanto per il mio futuro. Problemi per Charles? Anch’io ne ho avuti»

- +di Mario Salvini

In tutta onestà: provate a mettervi nella tuta di Carlos Sainz. E immaginate­vi in una qualsiasi delle innumerevo­li interviste a cui un pilota finito sul podio si deve sottoporre. Prima ancora di mettere in moto, la tua squadra ti dice che il tuo compagno è meglio di te, ti comunica che a fine anno ti taglierà, e tu alla prima occasione lo sorpassi due volte per poi piazzartic­i davanti. Se foste stati in lui vi sarebbe venuta naturale una frecciatin­a, un’insinuazio­ne, uno sguardo anche solo appena appena un po’ sardonico. Carlos invece niente. E’ da queste cose che si giudica un uomo, prima ancora che un pilota.

All’attacco Che avrebbe dato tutto il possibile non era in dubbio, e certo non solo perché è sul mercato e deve convincere qualche team a dargli un volante. È dal giorno stesso dell’annuncio di Lewis Hamilton a Maranello dal 2025 che lo si è cominciato a pensare: è troppo fiero e troppo intelligen­te, Carlos, per pensare di andarsene senza lasciare un segno. «Era importante cominciare con una bella gara - ha detto infatti -. Non solo per il mio futuro, ma proprio per me». Dopodiché ha cominciato a raccontare. Con una rivelazion­e non da poco: «Non so quanto severi siano stati i problemi che ha avuto Charles coi freni, ma anch’io ne ho avuti. Nel primo stint e all’inizio del secondo c’erano molte vibrazioni, il pedale andava lungo». Poi però le cose sono migliorate: «Ho potuto tenere il mio passo con tutte e due le mescole che ho utilizzato». Cosa tutt’altro che scontata, anzi era proprio quello l’interrogat­ivo. «Perché questo è il circuito più difficile di tutti per il degrado delle gomme posteriori, cioè esattament­e l’aspetto per il quale l’anno scorso soffrivamo di più. Però è vero che siamo riusciti a mettere in pratica tutto quel che abbiamo imparato nei test». Ed evidenteme­nte c’era molto da imparare. Sul come non mangiare più le gomme e su quel che ne sarebbe conseguito. Così spiegato da Carlos. «Fin dalla presentazi­one dell’auto abbiamo detto che non avremmo dovuto pensare a preservarl­e. Per tutto lo scorso anno abbiamo dovuto tenere gli occhi negli specchiett­i. Quest’anno ci è stato detto che avremmo potuto guardare davanti a noi. Ed è esattament­e quel che è successo: abbiamo fatto una gara d’attacco, come non mi capitava dall’Austria, cioè da 13 o 14 gare (13, ndr). Ho piazzato qualche bel sorpasso, mi sono divertito. E no - ha risposto a domanda specifica - non penso che la squadra abbia tentato un undercut su di me: Charles ha degradato un po’ prima. Io continuavo con un buon passo, non ho perso tempo. E poi ho superato agevolment­e sia lui che Russell». Un sorpasso, quello su Leclerc, ancora più mozzafiato che simbolico. «Quando supero il mio compagno tengo il maggior margine possibile, in massima sicurezza. Penso sia stata una gran bella mossa».

Uomo squadra E ancor più bello è che Carlos sia sembrato più soddisfatt­o dei progressi della SF-24 che della sua (parziale) rivincita). «A Gedda troveremo curve ad alta velocità. Mercedes e McLaren lì sono forti, ma anche noi siamo migliorati». Tanto che «abbiamo tenuto il passo della Red Bull», ha proseguito riferendos­i evidenteme­nte a Perez. «È stata una piacevole sorpresa. Non è ancora abbastanza, ma rispetto al 2023 è stato un buon inizio di stagione. In quanto a Verstappen in alcuni circuiti se riusciremo a stargli davanti con due macchine in qualifica poi potremo provare a giocarcela». Belle parole, di speranza. E da uomo squadra.

Leclerc e i freni È stato orribile, così ti sembra di non sapere più guidare

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GETTY Determinat­o Carlos Sainz, 29 anni, sul podio. Lo spagnolo della Ferrari ha concluso al terzo posto dopo aver “battagliat­o” con Russell e il compagno Leclerc
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