La Gazzetta dello Sport

«In fuga cantavo... Ho l’Italia nel cuore mai visti tanti tifosi Giro, sono eccitato»

- di Ciro Scognamigl­io INVIATO A SIENA

Di fare la classifica delle vittorie più belle, Tadej Pogacar non se la sente («Ognuna ha la propria storia»), però ammette: «Non dimentiche­rò mai questa giornata».

► Ma non bisogna essere un po’ pazzi per attaccare a 81 chilometri dall’arrivo?

«Diciamo che bisogna essere dei pazzi a fare il ciclista!».

► Però al mattino in zona mista le avevano chiesto il punto in cui si sarebbe mosso e la sua risposta era stata “Monte Sante Marie”...

«Stavo scherzando. Non era pianificat­o, per niente. La corsa era veloce, le condizioni difficili perché a tratti è piovuto molto, non c’era più tanta gente in gruppo e ho pensato che fosse il momento giusto. Sarei stato circa due ore allo scoperto, lo sapevo, ma in realtà non mi sono mai sentito solo perché... c’era un ambiente incredibil­e. Mai visti tanti tifosi per una corsa di ciclismo in Italia. Senza contare tutte quelle bandiere slovene. Magnifico».

► Rispetto al successo del 2022, a parte la lunghezza dell’attacco, è cambiato altro?

«Mi ero mosso più o meno nello stesso punto, magari 500 metri più tardi. Solo che stavolta, con il nuovo circuito finale con Le Tolfe e Colle Pinzuto da fare due volte (215 km totali, ndr), la fuga è stata di trenta chilometri più lunga... In testa durante l’azione avevo una canzone, la cantavo quasi tutto il tempo, ma non ricordo quale fosse. Avete presente quando sognate e poi vi svegliate senza ricordi perché il sogno non era poi tanto bello?».

► Ha avuto momenti difficili?

«Ho dato tutto e il fatto di avere guadagnato subito un bel vantaggio mi ha dato fiducia, sapevo che gli altri erano già al limite. Non ho mai avuto momenti negativi in corsa, mi sentivo benissimo in bicicletta. E in fiducia, motivato».

► Chi era lo spettatore a cui ha dato il cinque nella fase finale?

«Miha Koncilija, che si era piazzato esattament­e nello stesso punto di due anni fa. È stato il mio primo allenatore e ora lavora con il Pogi Team, la squadra giovanile che sostengo».

► Adesso sa che tutti si aspetteran­no un altro attacco da lontano alla prossima corsa che farà. Casualment­e si tratta della Milano-Sanremo...

«La Sanremo non mi si addice per niente, mi servirebbe qualche watt in più sulle salite corte. Non è una priorità, ma non vedo l’ora di correrla e proverò comunque a fare la differenza, potendo contare su un gran team a disposizio­ne. Difficile, ma non impossibil­e. Mi preparerò».

► Aveva chiuso il 2023 vincendo il Lombardia. Ha aperto il 2024 conquistan­do la Strade Bianche. Italia e Italia. Visto che è atteso dal debutto al Giro, lo considera un buon auspicio?

«Erano anni che volevo venire al Giro, sono eccitato dalla prospettiv­a. Sarà un’altra storia ma non c’è dubbio che sarò concentrat­o al cento per cento su quello a maggio. Verrò per ottenere il meglio. Amo l’Italia».

► La Strade Bianche è il sesto Monumento secondo lei?

«Non decido io. Di sicuro ormai è già diventata una delle più grandi corse al mondo».

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LAPRESSE Sorriso Lo show di Tadej Pogacar sullo strappo di Santa Caterina: un saluto ai fotografi

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