La Gazzetta dello Sport

Jorginho-Barella-Pellegrini Prova generale per l’Euro

Addio al doppio play. Il mediano dell’Arsenal rimane il fulcro, con l’interista e il gialloross­o nel ruolo di mezzali

- di Fabio Licari

Oltre il discorso sul sistema tattico, a tre o a quattro, il centrocamp­o di stasera potrebbe davvero essere quello dell’Europeo: Barella, Jorginho e Pellegrini assieme. L’arma del successo di Mancini del 2021, non c’è dubbio, è stata la mediana che dominava il gioco con il famoso “possesso palleggiat­o”, spostando avanti il baricentro e nascondend­o la palla ai rivali, Un centrocamp­o a tre, con Jorginho in mezzo, Verratti sul centrosini­stra a raddoppiar­e in regia, il famoso “doppio play”, e Barella a destra nella veste di incursore e marcatore. In fase offensiva, questa mediana disegnava quasi un quadrilate­ro di centrocamp­o: Jorginho e Verratti si affiancava­no in costruzion­e, mentre Insigne, accentrand­osi, si allineava a Barella più alto. Quasi un 3-2-2-3, una volta si chiamava “sistema”.

Nuovo Pellegrini Non c’è più Verratti, ma il ritorno di Pellegrini su standard molto alti nella Roma diventa importante anche per la Nazionale. Oggi il progetto Spalletti oscilla tra una mediana a tre (4-3-3) e il nuovo quadrilate­ro (nel 3-42-1). Nel 4-3-3 classico Jorginho sarebbe il perno, con Barella fisso accanto e uno tra Pellegrini, Locatelli, Frattesi, Bonaventur­a all’altra mezzala. Nel nuovo 3-4-2-1 la situazione cambia un po’: Barella affianca Jorginho nella cerniera a due della mediana. Un nuovo Barella, più maturo, più leader, non disperde energie in corse e proteste, ma è dovunque, spesso regista col dinamismo di un medianacci­o. Indispensa­bile. Davanti a loro i due trequartis­ti, uno più offensivo (Zaniolo oggi, Chiesa l’altro giorno) e uno di ruolo (Frattesi con il Venezuela, Pellegrini stasera con l’Ecuador, più ragionator­e e meno incursore). Nella dinamica della manovra è probabile, se non normale, che il trequartis­ta-attaccante – Zaniolo o Chiesa – si allarghi per affondare e crossare, mentre l’altro, Pellegrini, si aggiunga a Jorginho e Barella in impostazio­ne muovendosi anche in orizzontal­e.

Gol su azione E per fortuna che Jorginho sembra tornato quello dei bei tempi. Tra la squalifica di Tonali e Fagioli, e l’adattament­o di Cristante, saremmo senza un vero centrale. C’è da “ripulire” il gioco di Frattesi, sempre verticale, e da recuperare Locatelli magari affiancand­olo a Jorginho, il suo ruolo ideale perso nella Juve. Anche nella bella Under 21 di Nunziata ci sono più mezzali e incursori (Casadei, Miretti, Fabbian, Ndour) che play. «La Premier è molto allenante. La pressione in campo obbliga a ritmi diversi», dice il mediano dell’Arsenal che ha ritrovato lì cocondizio­ne, maglia e Nazionanal­e. S’è visto anche nell’incucursio­ne con assist del 2-0 a ReRetegui. Un dato interessan­te: tretredici gol su quindici sono ararrivati su azione, soltanto dudue con la Macedonia del NoNord su calcio piazzato. L’Italialia di Spalletti velocizza il giococo più di quella di Mancini, è meno attenta al possesso, ma cocostruis­ce tanto. Aggiunge JoJorginho: «Siamo sulla strada bubuona, c’è un bel gruppo e io sosono davvero orgoglioso di essesere tornato. L’Italia mi ha accocolto e mi ha dato tanto, vogli glio ricambiare, mi fa ancora male l’eliminazio­ne dal Mondidiale».

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Da sinistra: Lorenzo Pellegrini (27), Jorginho (32) e Nicolò Barella (27)
GETTY Testa e qualità Da sinistra: Lorenzo Pellegrini (27), Jorginho (32) e Nicolò Barella (27)
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GDS

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