La Gazzetta dello Sport

La Lazio nel futuro

Difesa a 3 e Castellano­s Lotito incorona Tudor «Un nuovo progetto» Via al dopo Sarri. Il tecnico: «A me piace solo vincere non mi interessa divertire»

- GETTY di Nicola Berardino INVIATO A FORMELLO (ROMA)

Le novità I biancocele­sti studiano un nuovo modulo e il rilancio di Kamada a centrocamp­o

I più esperti Ci sarà spazio per i big, Luis Alberto e Immobile in un attacco a due Nel mirino l’Europa

La base è un progetto da rilanciare. Lo sottolinea il presidente Claudio Lotito spiegando la soluzione di Igor Tudor come nuovo allenatore. «Penso che sia la scelta giusta da un punto di vista profession­ale e tattico, sia sul piano motivazion­ale. Non per tamponare l’emergenza, ma per partire con un progetto nuovo e di rilancio per la squadra». Nella presentazi­one a Formello del 45enne tecnico croato Lotito ha tenuto a rimarcare di averlo contattato solo dopo le dimissioni di Sarri «Non prima...». Tudor è arrivato con un contratto fino al 2025. «C’è veramente un progetto, qui si può venire e lavorare bene, in altre società si parla di progetto, ma poi non è così. Ci sono le basi per fare un bel lavoro. Per me la lunghezza del contratto non ha importanza. Se non lavoro bene, posso andare a casa domani. Io vivo nel presente e per il lavoro».

Principi Sei allenament­i in quattro giorni. Il primo impatto di Tudor è stato intenso. «Ho trovato una bella squadra sotto ogni punto di vista, con ragazzi pronti a lavorare. La cultura del lavoro era già ben instaurata grazie a Sarri che saluto». Sta provando il 3-4-2-1, ma fa catenaccio sul tema del modulo («Non voglio entrare nell’argomento, ne parlo nello spogliatoi­o e sul campo»), tuttavia fa subito capire che punta a dare un volto alla Lazio. La doppia sfida con la Juventus (sabato 30 marzo all’Olimpico in campionato e martedì 2 aprile a Torino nella semifinale d’andata di Coppa Italia) e il derby in programma il 6 aprile prospettan­o un avvio pieno di difficoltà. «Vogliamo partire subito forte, non sarà facile farlo, ma questo non vuol dire che non bisogna aspettarsi molto. Ci attendono gare belle, forti, così come piace a me. Alla fine i giocatori fanno la differenza, io vedo nella Lazio una squadra forte e che ha un po’ di tutto. Si può fare bene». Si attende delle risposte significat­ive sin dalla prima partita. E Tudor mette in chiaro la sua filosofia di gioco. «Penso che un allenatore non debba rinunciare a niente, bisogna provare a dare tutto a una squadra. A me piace vincere, non far divertire, ma se vedo una partita e dopo un po’ mi annoia, cambio canale. La gente è sempre più esigente, vuol vedere vincere

Claudio Lotito, 66 anni, con Igor Tudor, 45 anni la squadra, ma se non gli piace non va bene. Per me non bisogna vincere per caso... Voglio un calcio offensivo. Con una squadra che attacchi con un gran numero di giocatori. Contano però anche gli equilibri tra i reparti. È un lavoro da fare col tempo».

I big La nuova Lazio ruoterà anche attorno al ruolo dei big, come Ciro Immobile e Luis Alberto. «Ciro qui ha fatto la storia. È un giocatore di cuore, ci ho già parlato, lo vedo voglioso di dare il suo contributo. Bello notare come da capitano a Frosinone, dalla panchina, è andato a abbracciar­e i compagni dopo il gol». Tudor apre all’ipotesi delle due punte: con Castellano­s (in ascesa dopo la doppietta di Frosinone) quindi al fianco di Immobile. « Sì, potrebbe succedere». E Luis Alberto? «Per me l’importante è che un giocatore sia forte, lui lo è. Può giocare ovunque: mezzala, dietro la punta e anche davanti la difesa. Sono tanti anni che è alla Lazio, qualcosa vorrà dire. Lo vedo motivato, orgoglioso, oggi ha fatto un grande allenament­o...». Tudor non vuole sentire parlare di giocatori a fine ciclo: «È un modo di dire che non mi appartiene». Così come rigetta l’etichetta di sergente di ferro. «No, è una brutta descrizion­e. Si deve essere tutto, dare carota e bastone...». Ha parlato tanto della Lazio con Boksic, attende Guendouzi («tipo sanguigno che vuole vincere sempre») e gli altri nazionali. Soprattutt­o Tudor avverte la carica giusta: «Che bello esser qui, non vedo l’ora di iniziare le partite...».

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GETTY Nuovo corso
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Taty Castellano­s, 25 anni, argentino, a segno quattro volte in campionato. A destra, Ciro Immobile, 34 anni, sei gol in questa stagione di A e 4 in Champions
Goleador Taty Castellano­s, 25 anni, argentino, a segno quattro volte in campionato. A destra, Ciro Immobile, 34 anni, sei gol in questa stagione di A e 4 in Champions

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