CALAFIORI «Se siamo lì non è un caso Realizziamo questo sogno E i miei amici romanisti...»
Per me la Nazionale è un obiettivo, lavoro per quello Spero di arrivarci il prima possibile
Riccardo Calafiori Difensore del Bologna Il gruppo Giovani ed esperti, siamo uniti dentro e fuori dal campo Motta Quello che ho imparato da lui non l’avevo mai provato prima
In certi momenti della partita, quando vede un corridoio davanti a sé e decide di imboccarlo, Riccardo Calafiori si trasforma in Super Sayan – la versione potenziata di Goku dell’anime Dragon Ball – perché sembra circondato da un’aura che lo rende inattaccabile. Ci manca solo che i lunghi capelli gli diventino biondi come il cartone animato. Impossibile portargli via il pallone. Gli riesce nel Bologna e pure in Under 21: contro la Lettonia, per la prima volta ha giocato anche in azzurro da difensore centrale, come gli ha insegnato Thiago Motta. E anche in quel contesto ha dimostrato di essere di categoria superiore. Il cambio di ruolo gli ha aperto un mondo, il campionato un possibile ingresso in Champions.
► Calafiori, il Bologna è da Champions?
«Non so come rispondere, noi guardiamo sempre partita per partita, come dice il mister. Sicuramente non è un caso se siamo lassù. Non è più l’inizio di stagione, siamo a marzo. Cerchiamo di continuare così fino all’ultimo e poi, perché no, realizzare questo sogno. Siamo uniti in campo e si vede tantissimo, ma lo siamo anche fuori: stiamo spesso insieme, organizziamo cene. Un bellissimo gruppo, con molti giovani e qualche elemento di esperienza: ne ho vissuti tanti ma questo è uno dei migliori».
► In rossoblù ha avuto una trasformazione.
«A Basilea facevo il “terzo”, per poche partite e non con così tanta continuità. Sinceramente, quello che ho imparato da Motta non lo avevo mai provato prima. Poi in squadra abbiamo tutti la stessa idea, abbiamo imparato a conoscerci bene e in campo si vede».
► C’è differenza con l’interpretazione in azzurro?
«Nunziata l’altro giorno mi ha detto con una battuta “mi raccomando non è che qua stiamo al Bologna”. Lì ci sono tutti i meccanismi che funzionano da inizio stagione, che mi permettono di entrare nel campo e alzarmi. Qui devo essere più attento e capire che sono in un altro tipo di situazione. Ma anche in Under 21 siamo preparati. So quanto siamo forti e conosco le grandi qualità del gruppo azzurro».
► Com’è nato il cambio di ruolo, da terzino a centrale?
«Quando è arrivato Thiago Motta, mi ha parlato dell’idea di farmi giocare lì. L’infortunio di Lucumi mi ha portato ad avere spazio: sono rimasto tranquillo e sicuro che le cose sarebbero andate bene, e così è stato».
► Quanto conta per un giovane giocare con continuità?
«È tutto. Se un ragazzo non gioca con continuità non può crescere e non può dimostrare il proprio valore. Poi quando una squadra va così bene come il Bologna, collettivamente ma anche singolarmente, il valore di un giocatore si alza».
► Anche Spalletti si è accorto di lei...
«Fa piacere, per me la Nazionale è un obiettivo, mi alleno e mi impegno anche per quello. Poi se e quando arriverà sarà contentissimo. Spero di andarci il prima possibile». ► Potrebbe essere una ricompensa per i tanti momenti difficili, come l’infortunio al ginocchio sinistro a 16 anni che ha rischiato di troncarle la carriera. «È tutto collegato. Quello è stato un passaggio fondamentale. Non lo auguro a nessuno quello che ho passato ma alla fine mi ha aiutato, come uomo e come calciatore». ► Anche l’anno a Basilea è stato importante. «Nella scorsa stagione sono dovuto andare all’estero, un po’ per decisione mia e un po’ per necessità. Un anno fuori dai riflettori mi ha aiutato tantissimo, sono cresciuto mentalmente. Il segreto è che adesso cerco di vivere e pensare come l’anno scorso, restando sereno e tranquillo pur perseguendo i miei obiettivi».
► E si torna alla Champions: dietro a voi c’è la Roma. Li sente i suoi ex compagni?
«Mi scrivono spesso, me la stanno a tirà... però io ho fiducia nel Bologna. Poi se basterà anche il quinto posto per la Champions e andiamo tutti e due saremmo tutti contenti».