La Gazzetta dello Sport

D Finalmente Aprilia

ERRORE DI PECCO SPRINT A VIÑALES E ATTENZIONE A MARQUEZ (2°) Il pilota di Noale in gran spolvero Oggi in prima fila dietro Bastianini: «Ci crediamo». Marc cresce ancora

- Di Paolo Ianieri EPA

a Top Gun a Batman, e adesso King Kong. A Maverick Viñales piace giocare con la sua squadra, l’ultima moda è scambiare sulla chat del gruppo video divertenti di gorilla e scimpanzé. Così, dopo avere indossato per scommessa maschera e mantello dell’Uomo pipistrell­o l’anno scorso in Indonesia, 2° nel sandwich tra Francesco Bagnaia e Fabio Quartararo, ieri, all’arrivo in parco chiuso eccolo trasformar­si nel gorilla più famoso della storia del cinema per festeggiar­e la prima vittoria con l’Aprilia. Che, essendo solo una Sprint Race, non vale a livello statistico per farlo diventare il primo pilota nell’epoca MotoGP a vincere con tre Case diverse (nella storia, invece, ci sono riusciti Mike Hailwood, Randy Mamola, Eddie Lawson e Loris Capirossi), ma intanto certifica che, il giorno in cui i pianeti del talento di Figueres e della RS-GP sono allineati, battere la coppia è impresa difficilis­sima. Ce l’avrebbe forse fatta, ieri, il solito Bagnaia, partito ancora cattivissi­mo e in fuga solitaria fino all’inizio dell’8° giro, prima di un lungo alla staccata insidiosa della prima curva — “tradito” dall’alleggerim­ento del serbatoio — che poteva finire in disastro, e che invece l’iridato è riuscito a salvare in un 4° posto che lo mantiene per due punti in testa alla generale. Ma sarebbe stato interessan­te vedere cosa sarebbe potuto accadere nel finale, contro un Maverick che, brava formichina, stava ricucendo decimi preziosi alla Ducati.

Altro che virus Stava male, malissimo, venerdì, Viñales, colpito da un attacco gastrointe­stinale («Ho passato il tempo sul wc, non so come ho fatto a sedermi sulla moto» ci ha scherzato su lo spagnolo), ma seppur limitato nelle forze, già dal primo giorno ha fatto vedere come il feeling con Portimao fosse magico. Il miglior tempo nelle libere di ieri mattina è stato la conferma che, per il ragazzo a cui papà ha dato il nome dell’eroe del film preferito, poteva essere un gran giorno. Sensazione confermata dal secondo tempo artigliato in qualifica, l’Aprilia a infilarsi al centro della prima fila tra le Ducati di Enea Bastianini e Jorge Martin. Già solo salire sul podio del sabato non sarebbe stata impresa facile, consideran­do la crescita costante di Bagnaia e, soprattutt­o, quella sempre più efficace di Marc Marquez — 8° in griglia per una caduta in qualifica all’ultima curva («Colpa mia, ho attivato troppo presto l’abbassator­e»), ma con un passo gara velocissim­o —, eppure nella battaglia muscolosa a cui ormai ci hanno abituato le Sprint, tutti con gomme morbide a darsele senza calcoli e strategie, Viñales si è esaltato.

Marc arriva La grande incognita era su che partenza sarebbe riuscito a fare Maverick, visti i tanti alti e bassi ai quali i piloti Aprilia ci hanno abituato, ma dopo un ottimo stacco che lo ha visto nel gruppone di testa con Bagnaia, Miller, Martin e Marquez, è iniziata la sua gara perfetta. Ha sognato prima Marquez di essere l’anti-Bagnaia, ma dopo un avvio spettacola­re (da 8° a 3° in poche curve) uno svarione dello spagnolo di Gresini al 5° giro, in quella stessa curva 5 dove il giorno prima aveva colleziona­to la prima caduta stagionale, ha spalancato la strada a Viñales, che dopo l’errore di Bagnaia, davanti a sé ha visto il deserto. Restavano quattro giri, pochi eppure infiniti in questa MotoGP bellissima e stressante dove si guida sempre al limite, in un’esasperazi­one di tecnica e guida che fa sì che la più piccola sbavatura venga pagata cara. Come l’hole-shot, l’abbas

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satore anteriore, non ingaggiato da Bastianini sulla griglia, he ha vanificato la pole position del riminese, alla fine 6° e deluso. O come la traiettori­a appena più larga con cui Martin ha affrontato la curva 4 al penultimo giro, con Marquez che indossati i panni antichi di cannibale gli è piombato addosso quella successiva. «Il sorpasso mi è venuto istintivo, ho visto che c’era la possibilit­à e ci ho provato: sono cose che puoi fare quando hai velocità e confidenza, ed entrambe stanno arrivando» sorride Marc, il cui 2° posto, primo podio Ducati certifica (per chi avesse ancora dubbi) che sul carro di quelli che si giocherann­o il Mondiale c’è anche lui.

Che perfezione Chi non ha sbagliato nulla, ma proprio nulla, è stato invece Maverick. Bellissimo nella sua guida apparentem­ente senza sforzo e perfetto nella resistenza finale a un Martin che a tratti sembrava poter portare l’attacco, salvo vedersi chiudere ogni speranza nel momento di aprire il gas. «Nell’ultimo curvone facevi paura», applaude Max Biaggi, testimonia­l Aprilia e fresco neo maestro di sci. «Siamo a un grande livello, questa moto è sensibile, ma abbiamo trovato il bilanciame­nto giusto e da ora possiamo andare avanti così. Noi ci crediamo» gongola Viñales. Oggi, alle 15, la rivincita tra un Bagnaia che vuole rimettere le cose a posto, un Bastianini che non può più sbagliare, un Martin agitato, un Marquez che si sente pronto al colpaccio e, last but not least, un Viñales che insegue la storia, saranno 25 giri in apnea.

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Attacco vincente Marc sorprende Jorge Siamo al penultimo giro, Jorge Martin va leggerment­e largo alla curva 4 e, quella successiva, Marc Marquez si butta dentro senza esitazione e gli strappa il 2° posto: è il suo primo podio (anche se nella Sprint) in sella alla Ducati
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AFP Lo spagnolo è tornato Maverick Vinales, 29 anni. Il pilota Aprilia 1° nella Sprint in Portogallo

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