Consigli per calciofili conquistati da Jannik Non dite “tiraggiro”
Jannik Sinner ci ha presi a pallate e, a colpi di bellezza, ci ha inchiodati tutti davanti al televisore. Siamo diventati un popolo di santi, di poeti, di navigatori e di tennisti. Nei bar e sugli ascensori, accanto alle chiacchiere sul Var e sulle stagioni che non sono più quelle di una volta, s’incrociano profonde dissertazioni tennistiche, come neanche Bertolucci.
Stasera, Santa Pasqua, per la finalissima di Jannik contro Grigor Dimitrov, a Miami, sono stati organizzati gruppi di visione lungo tutto lo Stivale, come per il Festival di Sanremo. Ci permettiamo qualche suggerimento per i calciofili incalliti, a digiuno di racchette, che sono stati invitati in salotti del genere. Soltanto qualche raccomandazione per non rischiare spiacevoli figuracce alla Fantozzi-Filini: «Ragioniere, batti lei!».
Dimitrov Grigor Dimitrov, 32 anni, ex numero 3 del mondo. Sì, è bulgaro, come Hristo Stoickov che proprio negli States sfidò l’Italia. Sono passati 30 anni giusti dal Mondiale e dalla splendida doppietta di Roberto Baggio ai bulgari. Ma non sollevate il ricordo o vi sgamano subito.
Il servizio Prima di servire, Sinner, come tutti, si rigirerà tra le mani 3-4 palline e ne sceglierà una, scaricando le altre ai raccattapalle. Se chiedete «perché?», vi guarderanno definitivamente come un orecchiante. Avete ragione: le palline sono identiche, gialle e pelose, tutte dello stesso peso. Lasciate perdere. Va così. Perché in quella antica discoteca di Santorini la ragazza tedesca scelse il vostro amico nerd? Perché il capo ha dato l’aumento al vostro collega che gioca 5 ore al giorno a video-poker e non a voi che sgobbate come muli? Le scelte della vita sono spesso insondabili.
Top spin Jannik caricherà d’effetto la pallina che curverà nell’aria. Guai a voi se vi scappa un «tiraggiro». Quello lasciatelo a Insigne. Qui si chiama top-spin: colpita dal basso in alto, la pallina si alza ruotando su se stessa e, quando atterra, scappa via.
Inside-out È il dritto meraviglioso che Jannik sparerà in diagonale spostandosi sul lato del rovescio per far uscire la pallina. Se invece la colpirà verso l’interno si dirà: inside-in. Dovete conoscere assolutamente questa terminologia, soprattutto se siete stati ragazzi nei primi Anni 80, perché se qualcuno la pronuncerà stasera, potreste ritrovarvi a cantare, per riflesso condizionato, il celebre brano di Diana Ross: «Upside down. Boy, you turn me. Inside out…». Nel salotto, vi guarderebbero malissimo.
Grip È il nastro gommoso che avvolge il manico della racchetta per consentire una buona presa. Meglio saperlo, per evitare che qualcuno parli di «grip» e voi ve ne veniate fuori: «Tord Grip, certo. L’allenatore svedese che guidò anche il Campobasso nel 1986-87 e poi fu collaboratore tecnico del connazionale Eriksson alla Lazio 1998-01». Minimo, i vostri amici vi affibbierebbero un warning.
Coach Dovete sapere che Nole Djokovic, numero 1 al mondo, ha licenziato il suo amicoallenatore Goran Ivanisevic dopo aver strigliato pubblicamente lo staff tecnico agli Open d’Australia: «Vi caccio via tutti!». Daniil Medvedev, nel match contro Sinner, ha ribaltato di brutto il povero Gilles Cervara, suo coach: «Vieni tu, vediamo se sei capace…». Sarebbe come se Vlahovic si rivolgesse ad Allegri durante una partita e gli dicesse: «Prova a mettermi due ali al fianco, invece di due terzini. Forse qualche gol lo farei. Ti devo licenziare!». Meglio che conosciate anche questa differenza fondamentale: nel tennis i giocatori cacciano gli allenatori, nel calcio accade il contrario. Sono mondi diversi. Perciò, se stasera Dimitrov dovesse sclerare contro il suo coach Daniel Vallverdù, trattenete commenti, tipo: «Fenomeno, io ti farei allenare da Delio Rossi». Timing Ok evitare strafalcioni, però non potrete neppure fare scena muta. Il vostro silenzio verrebbe scambiato per incompetenza. Qualcosa dovrete dire. Niente panico. Bastano due o tre paroline, dette al momento giusto. «Timing», per esempio. Dopo un punto messo a segno da Jannik con una cannonata delle sue da fondocampo, commentate con occhi di miele: «Che timing perfetto…». La capacità di impattare la pallina nel momento ideale, in effetti, è un segreto della sua forza. Nessuno confuterà il vostro commento. La parola inglese risuonerà nel salotto con una certa, apprezzata, scientificità. Potrete giocarvi successivamente due altri argomenti inattaccabili: «Il servizio di Jannik è migliorato in modo pazzesco», «Per me, è già il numero 1 al mondo». Solleverete echi di consenso. Non vogliate strafare: con questi pochi interventi, evitando strafalcioni, ne verrete fuori alla grande. A un patto, s’intende… La Liga Stasera, alle ore 21, oltre alla finale Sinner-Dimitrov, comincerà anche Real MadridAthletic Bilbao, valevole per la 30a giornata del campionato spagnolo. È chiaro che se vi fate beccare mentre sbirciate la partita del Bernabeu sul telefonino, siete spacciati. Squalificati come Rublev a Dubai. A quel punto, non vi salverebbero neppure gli avvocati dell’Inter.
Piccolo manuale di sopravvivenza per i neofiti che stasera seguiranno la finale di Miami, circondati da esperti