STRATEGIA JANNIK BATTUTE AL TOP E SPINTA COSTANTE CONTRO LE TRAPPOLE
L’azzurro ha vinto gli ultimi due match con il bulgaro ma non dovrà accettare i ritmi bassi, cercando di prendere subito il controllo
Un confronto di stili che promette di offrire una finale spettacolare. Da una parte, il ritmo infernale di Sinner, la sua aggressione costante da fondo campo con esecuzioni rese micidiali dalla velocità che il braccio riesce a imprimere ai colpi, dall’altra il talento di Dimitrov, la sua capacità di giocare ogni palla diversa dall’altra con tagli e variazioni di difficile lettura per l’avversario. Tra i due sfidanti ci sono tre precedenti, ma il primo del 2020 a Roma, per di più sulla terra e senza pubblico, è troppo lontano nel tempo e dunque bisogna affidarsi agli ultimi due, giocati entrambi nel 2023, proprio a Miami a marzo e poi a Pechino a ottobre, vinti entrambi da Sinner: un’indicazione importante, ma non la certezza di una direzione già fissata. A Miami Jannik dominò sulla diagonale di rovescio, mentre in Cina la partita fu molto piu equilibrata. Entrambi sono convinti che assisteremo a una grande finale: senza dubbio proporrà temi affascinanti.
La tattica Aggressività e pazienza contro la ragnatela
Sinner si troverà di fronte un avversario con un’impressionante varietà di soluzioni e che proverà a spingerlo a giocare fuori posizione, facendogli giocare la palla lontano dalla sua comfort zone: mi aspetto ad esempio un massiccio uso del rovescio in back verso il centro del campo da parte del bulgaro, per impedire all’azzurro di aprire gli angoli. Per questo Sinner non dovrà ac
cettare di scambiare sotto ritmo e invece cercare continuamente di spingere. Servirà perciò un’alta percentuale di prime, inoltre Jannik non dovrà spazientirsi se contro le trappole di Dimitrov non riuscirà a sfondare subito, ma dovrà essere abile a leggerne le mosse e a proporre a sua volta qualche soluzione alternativa, dalla palla corta alla ricerca intelligente della rete.
Il fisico Due grandi atleti, Jannik è più fresco
Dimitrov è rimasto in campo quasi due ore in più e ha giocato almeno tre partite dure, contro Tabilo, Hurkacz e Zverev. In un 1000 e con le partite due su tre, però, il fattore stanchezza non è così determinante come in uno Slam e la giornata di riposo del sabato finisce per anestetizzare gli sbalzi di condizione atletica. Sinner ormai ha fugato ogni dubbio legato alla resistenza fisica e ha imparato a gestire alla perfezione il proprio corpo durante i tornei, gli 11 anni di differenza a suo favore possono pesare, ma in tutta la carriera Dimitrov ha sempre dimostrato di essere un atleta eccellente e non ha mai accusato cali significativi.
La testa Personalità di Sinner fattore decisivo
Entrambi stanno vivendo in una bolla: Jannik ha una consapevolezza e una fiducia nelle proprie potenzialità che gli fanno affrontare ogni partita con la tranquillità del più forte, mentre Dimitrov ha trovato a quasi 33 anni la leggerezza mentale per lasciarsi alle spalle paragoni ingombranti. Tuttavia Grigor, pur dotato di talento abbagliante, per tutta la carriera ha sofferto la personalità dei grandi campioni, tendendo a calare con la concentrazione nei momenti caldi delle partite. In questo senso, la presenza mentale sulla partita di Jannik, ormai idolo assoluto in qualsiasi stadio del mondo e straordinariamente lucido e freddo sui punti più importanti, può diventare un fattore decisivo.
Seconda giovinezza Dimitrov domani tornerà di nuovo in top ten dopo 260 settimane: l’ultima volta fu nel 2018