La Gazzetta dello Sport

Scamacca non basta

GIANLUCA È SUPER LA DEA SCAPPA IL VERONA RIMONTA PER UN PARI D’ORO

- LA PARTITA di Andrea Elefante INVIATO A BERGAMO

Primo tempo dell’Atalanta, segna anche Ederson: nella ripresa Lazovic e Noslin rimediano nel giro di 4 minuti

Sarà stato felice Luciano Spalletti, ma era molto meno felice Gian Piero Gasperini, ieri sera. Il c.t. della Nazionale ha visto - come giovedì scorso, come ormai da 40 giorni - il Gianluca Scamacca a cui spera, conta, di dare la maglia di centravant­i dell’Italia all’Europeo. L’allenatore dell’Atalanta ha visto la sua Dea spegnersi all’improvviso in un altro dei suoi black out stagionali e, assieme alla squadra, affievolir­si anche le speranze di un posto nella prossima Champions League. Perché il pareggio di ieri allunga due strisce negative: dal 17 febbraio, quasi due mesi, l’Atalanta non esulta in campionato nel suo stadio, che pure sembrava tornato il fortino di un tempo; ha vinto solo una delle ultime sette gare di campionato. Si era illusa a Napoli, e ora giovedì dovrà dimostrare che non sia stato un meraviglio­so miraggio anche il sacco di Anfield.

Black out Ieri non è stata questione di sazietà da impresa stordente: nel primo tempo è stata un’Atalanta più che affamata, capace di “dimenticar­e” quanto fatto a Liverpool per concentrar­si solo sul capitolo campionato. Nella ripresa non ha dimenticat­o, semmai, la lezione di Cagliari. Quattro minuti di follia, dall’11’ al 15’: da un 2-0 in controllo a un 2-2 in apnea, tutta benzina nel motore del Verona, mentre quello nerazzurro ha iniziato a battere in testa, senza più ritrovare il rumore giusto. Quello che la squadra di Baroni ha sentito rombare per tutto il primo tempo, dominato in lungo e in largo dall’Atalanta, nonostante il tecnico gialloblù avesse tentato di “coprire” la squadra con Dani Silva basso a guardia di Koopmeiner­s: il centrocamp­o titolare era rimasto a casa (Serdar e Duda assenze pesanti) e l’onda dell’Atalanta era salita presto a travolgere troppa morbidezza, con Scamacca a surfare più in alto di tutti, a conferma di un momento d’oro. Il nono gol in campionato, 14° stagionale: la foto del suo essere diventato straripant­e. Una chance buona, un gol. Palla rubata da Toloi, rifinita da Koopmeiner­s e Scamacca aveva già scelto come scatenare il destro. Cinque minuti dopo, il suo lato B: il centravant­i che sa giocare per la squadra, sale, fa da sponda e apre corridoi perfetti, come quello per Ederson libero di volare verso il 2-0. E dopo ancora, la versione che più deve essere piaciuta a Spalletti, quella della punta che non attacca solo l’area, ma anche gli avversari, che corre e rincorre, finché ne ha.

Chance sprecate Così sembrava anche l’Atalanta, frenata solo dal suo difetto di omesso killeraggi­o e da Montipò in versione migliore in campo. Almeno quattro occasioni per blindare il risultato: due mirate male da Pasalic e Koopmeiner­s, due cancellate dal portiere ancora su Pasalic e De Ketelaere, già tamponato da Magnani. Peccati di cui la Dea si sarebbe pentita nella ripresa, quando era normale non riuscire a replicare tanta intensità. Parate decisive che il portiere avrebbe riproposto anche nel finale, per tre volte su Miranchuk, per proteggere il pareggio. A cui il Verona - scampato il pericolo - ha iniziato a credere già ad inizio ripresa, una volta riordinate le idee nell’intervallo. Guai a dare energie a una squadra così: non l’avevano scoraggiat­a gli ultimi risultati (un punto nelle ultime tre partite), né quell’avvio traumatico. Appena ha capito che si poteva colpire, e come, la squadra di Baroni lo ha fatto. Aiutata dagli squilibri dell’Atalanta che ha beccato il primo gol da Lazovic, discretame­nte libero di colpire al culmine di una ripartenza nata dopo che De Ketealere aveva quasi preparato il 3-0 di Scamacca; e il secondo per una uscita tremebonda e fuori tempo di Carnesecch­i su Noslin, trovato da un cross non irresistib­ile di Centonze.

Resistenza A quel punto la frenesia della Dea, sintetizza­ta da Lookman regolarmen­te rimbalzato dal muro gialloblù che nel finale Baroni ha solidifica­to anche con un 5-3-2, è diventata l’euforia del Verona. Che ha resistito aggrappato al suo portiere, per rispedire al mittente la possibile ansia da risultati dei giorni prima di Lecce, Frosinone, Cagliari e Sassuolo, le rivali per restare in A. Nel 1985 qui si prese lo scudetto, stavolta a Bergamo potrebbe aver guadagnato un punto decisivo per una salvezza altrettant­o “storica”. Mandandone di traverso due all’Atalanta: e questa rimonta per la squadra di Gasperini rischia di diventare un rimorso da masticare a lungo, a fine stagione.

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LAPRESSE Entusiasmo Tijjani Noslin, 24 anni, viene festeggiat­o dai compagni dopo il gol del 2-2: l’olandese, arrivato a gennaio, aveva già segnato a Juve e Milan
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 ?? ANSA ?? Momenti speciali
A sinistra Gianluca Scamacca, 25 anni, scocca il tiro che sblocca il risultato per l’Atalanta A destra Ederson , 24 anni, esulta insieme a Charles De Ketelaere, 23 anni, dopo aver messo a segno la rete del 2 -0 nerazzurro
ANSA Momenti speciali A sinistra Gianluca Scamacca, 25 anni, scocca il tiro che sblocca il risultato per l’Atalanta A destra Ederson , 24 anni, esulta insieme a Charles De Ketelaere, 23 anni, dopo aver messo a segno la rete del 2 -0 nerazzurro
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