La Gazzetta dello Sport

City trasformis­ta Così Guardiola vuol battere il Real

La duttilità di Pep: Foden si accentra e con De Bruyne si sistema dietro a Haaland

- di Davide Chinellato CORRISPOND­ENTE DA LONDRA

Sempre uguali, sempre diversi. Uno dei segreti del Manchester City di Pep Guardiola è la sua capacità di cambiare tutto senza cambiare niente, di trovare usando i soliti uomini la chiave tattica per vincere. «Giocare contro il City è difficilis­simo perché non sai mai cosa aspettarti - ha detto Jürgen Klopp prima di una recente sfida di Premier -. Li conosci, ma Pep riesce sempre a trovare il modo per sorprender­ti». Nemmeno questo 2023-24 ha fatto eccezione. Se l’anno scorso la chiave del triplete era stato il 32-4-1 con John Stones avanzato nel ruolo di mediano accanto a Rodri, dando protezione alla difesa e liberando le incursioni offensive di Ilkay Gündogan, in questa stagione, complici gli infortuni a uomini chiave (Stones stesso, ma anche Kevin De Bruyne e Erling Haaland) e le diverse caratteris­tiche dei giocatori in squadra (Mateo Kovacic non è Gündogan), Pep ha fatto giocare il suo City in tanti modi diversi. E contro il Real Madrid, dopo il 3-3 dell’andata, promette di trovare di nuovo la chiave tattica per mettere in difficoltà Ancelotti, senza rinunciare a nessun big.

Variante Duttilità è la parola chiave del City degli ultimi anni. Nel 2023-24, il 3-2-4-1 del triplete è stato spesso sostituito da un 4-2-3-1 altrettant­o malleabile. Stones è stato fuori a lungo, Guardiola ha provato nel ruolo di difensore-mediano anche Manuel Akanji (lo svizzero è uno splendido jolly dietro), con risultati altalenant­i, e chiesto al 19enne Rico Lewis di crescere oltre i suoi anni, rendendosi conto però che il giovane che rappresent­a il futuro del City forse non ne è ancora il presente. Il ritorno di De Bruyne ha aperto più soluzioni, compresa la necessità di farlo convivere in campo con almeno uno tra Phil Foden e Julian Álvarez. Ecco allora che Guardiola ha modificato ulteriorme­nte il suo assetto difensivo, chiedendo ai terzini di salire per permettere a Foden o Álvarez, che in fase di non possesso difendono da esterni alti, di accentrars­i dietro Haaland e accanto a De Bruyne quando la squadra attacca. Ha funzionato così bene che Álvarez fino a dicembre è stato uno dei migliori (giocando forse pure troppo) e che Foden sta vivendo la stagione della consacrazi­one, con 21 gol e 11 assist in tutte le competizio­ni che l’hanno fatto entrare, a 23 anni, nella collezione di gioielli più preziosi di Guardiola, tra quelli insostitui­bili come Haaland, De Bruyne e Rodri. Da centrale e nel vivo del gioco rende più che sulle fasce, dove resta ottimo.

Difesa La retroguard­ia è il reparto più trasformis­ta. Il City difende sempre a 4, ma già dallo scorso anno ha “perso” Stones, che in fase di impostazio­ne avanza anche oltre la mediana. La variante ora è che Guardiola chiede anche agli esterni di salire. Ha ripreso a farlo Walker, che prima dell’infortunio costatogli l’andata col Real sulla destra era assolutame­nte incontenib­ile, capace di spingere quanto un’ala. Nelle ultime partite lo ha fatto con estrema efficacia anche Josko Gvardiol, autore di due gol splendidi la scorsa settimana, prima contro il Real Madrid e poi col Luton. L’adattament­o del croato arrivato in estate per 90 milioni non è stato semplice, anche perché Guardiola gli ha chiesto di spostarsi dal centro a sinistra. «All’inizio era confuso, perdeva troppi palloni. Poi gli ho parlato, gli ho detto che dai difensori mi aspetto cose semplici: non ha più sbagliato» ha detto Pep. Il croato ora quando avanza ha mostrato di saper fare male in zona gol. E il City ha trovato un’arma in più, uno di quei piccoli cambiament­i da inserire nel suo arsenale senza cambiare niente. Guardiola contro il Real non modificher­à l’assetto, non cambierà gli uomini chiave. Ma la vittoria del City, la semifinale di Champions, dipendono da quei piccoli aggiustame­nti che Pep è così bravo a trovare. Quelli che fanno la differenza.

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GETTY Le spiegazion­i del tecnico Pep Guardiola, 53 anni, a sinistra tiene a rapporto Josko Gvardiol, 22 anni, difensore croato del Manchester City

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