La Gazzetta dello Sport

L’Atletico rimonta 2 gol poi crolla a Dortmund Sabitzer e Brandt spietati

Ai tedeschi la semifinale mancava dal 2013 con Klopp in panchina e fu finale col Bayern

- di Gianluca Spessot MONACO DI BAVIERA

In una notte ricca di emozioni, alla fine è delirio giallonero per la conquista di una semifinale di Champions League che mancava dalla stagione 2012-13, l’anno della finale con Klopp e contro il Bayern. Vince il Dortmund, una squadra che in questa stagione ha mostrato tutto e il suo contrario, come nei 90 minuti di ieri sera. L’Atletico Madrid investe troppo poco, perché non bastano 20’ nel secondo tempo per poter difendere il vantaggio dell’andata.

Occasioni Davanti alla “muraglia gialla” che canta a squarciago­la “We will never walk alone” prima del fischio d’inizio, si parte a mille all’ora. Dopo cinque giri di lancette si registrano già due grandi occasioni sprecate da Sabitzer e Morata. Il risultato non si sblocca e si inizia a vedere il canovaccio di una gara in cui il Dortmund deve fare la partita. Gli ospiti difendono a cinque e il Borussia, con i movimenti dei trequartis­ti e di Füllkrug, prova a far uscire i difensori avversari, per creare gli spazi in cui si gettano i velocisti Adeyemi e Sancho o Brandt, uno che sa trovare spesso il tempo negli inseriment­i e si muove ovunque. L’Atletico non vuole ripetere l’errore dell’andata, in cui ha evidenziat­o un netto calo nella seconda parte della gara e sceglie quindi una tattica attendista.

Avanti Quando il Dortmund prova il pressing alto, vengono fuori l’esperienza e le qualità tecniche degli uomini di Simeone che escono senza problemi palla al piede. Per spezzare gli equilibri serve la gran visione di gioco e la facilità nel lancio di Hummels, che attiva ancora una volta l’esterno. Il centrale trova Brandt in area, bravo a liberarsi di Witsel e Oblak nulla può sul tiro ravvicinat­o: 1-0. Un brutto colpo per l’Atletico. Il Dortmund rimane sul pezzo e, senza perdere la calma, cerca di approfitta­re dello smarriment­o degli spagnoli. Sugli sviluppi di una rimessa laterale, Sabitzer fa la boa (Witsel appare ancora una volta distratto) per lo scatto di Maatsen che aziona il turbo e segna il gol del meritato 2-0.

Che finale Nell’intervallo l’Atletico è fuori dalla Champions e Simeone decide di gettare nella mischia Riquelme, Pablo Barrios e Correa con quest’ultimo che mostra subito un buon impatto sulla gara, mettendo scompiglio con i suoi movimenti nella difesa avversaria. Si ha subito la sensazione che i cambi abbiano spostato gli equilibri e al 49’ Hermoso è tutto solo in area su corner. Il colpo di testa del difensore viene toccato goffamente da Hummels che non lascia scampo a Kobel. Il più classico degli autogol regala ulteriore coraggio agli ospiti che proprio con Correa sfiorano il 2-2: Schlotterb­eck è in ritardo su gran imbeccata di Koke ed il tiro dell’attaccante finisce fuori di poco. Ma Correa non si demoralizz­a e dà il via all’azione, mette in mezzo un pallone che torna sui suoi piedi e al secondo tentativo supera Kobel: 2-2. Ora è il Dortmund a barcollare e a dover inseguire la semifinale. Terzic inserisce Bynoe-Gittens al posto di Adeyemi e il Dortmund ha il merito di non perdere la testa e di ricordare i dettami di Terzic, ribaltando il risultato in soli 3’. Inseriment­i e palle lunghe con Sabitzer che sale in cattedra. Prima serve a Füllkrug il pallone del vantaggio e poi segna con un gran sinistro il gol che vale la semifinale. L’austriaco potrebbe segnare il gol del 5-2. Per ora basta così, aspettando il PSG.

 ?? AP ?? Festa giallonera Il biondo Julian Brandt, 27 anni, al centro festeggiat­o da Sabitzer e dagli altri compagni
AP Festa giallonera Il biondo Julian Brandt, 27 anni, al centro festeggiat­o da Sabitzer e dagli altri compagni
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