Svilar-Maignan, duello rovente Quando la prodezza è di rigore
Il romanista eroe col Feyenoord e a Firenze, Mike era calamita ma dopo il derby non ne ha preso uno Sfida nella sfida
Dopo le beffe storiche contro Liverpool e Siviglia, il serbo negli ultimi tempi ha regalato una sicurezza in più
Il francese nella scorsa stagione aveva ipnotizzato Salah e Kvara, poi Calhanoglu ha invertito la tendenza
Ceferin non è il tipo da andare a dormire presto. Due anni fa ha abolito la regola dei gol in trasferta e da quel giorno i supplementari e i rigori – per una banale questione matematica - sono più probabili. Roma-Milan è un’indiziata e nasconde le storie di due portieri che, con i rigori, hanno un rapporto particolare. Poi, certo, gli allenatori. Daniele De Rossi ai rigori ha vinto la partita più importante della sua vita – era il 2006, era a Berlino – mentre la storia europea di Pioli è iniziata con la serie più clamorosa di sempre: Milan-Rio Ave, una maratona lunga 24 rigori.
Roma: Svilar eroe Alla Roma, però, i tiri dal dischetto fanno un po’ meno paura di pochi mesi fa. Detto che qualsiasi romanista farebbe di tutto per scongiurare un epilogo ai rigori in qualsiasi situazione, a causa di precedenti drammatici come la finale di Coppa dei Campioni persa all’Olimpico con il Liverpool o quella di Europa League dello scorso anno con il Siviglia, adesso la presenza di Svilar tra i pali ha regalato una sicurezza in più. Una conseguenza inevitabile dell’exploit con il Feyenoord - due penalty intercettati agli olandesi - e del tiro dagli undici metri parato a Biraghi a Firenze. Ma le certezze non arrivano solo dal portiere. Tra i tiratori, De Rossi può contare su tre ‘cecchini’ come Dybala, Pellegrini e Paredes. Sono 38 i rigori trasformati in carriera dalla Joya con appena 5 errori mentre i centri del capitano giallorosso sono 12 su 17 penalty calciati. Paredes invece, nei suoi 7 tentativi non ha mai fallito e ha segnato nella finale del Mondiale contro la Francia. Altri rigoristi possono essere Lukaku (36 centri e 6 errori), che però con la maglia giallorossa ha sempre fallito dagli 11 metri, El Shaarawy e Mancini, considerati idonei a calciare. Tra i subentranti invece ci sono Aouar e Zalewski, che ha calciato l’ultimo contro il Feyenoord. Alla lista andrebbe aggiunto Cristante, se non fosse per il fatto che seguirà il match dalla tribuna causa squalifica.
Milan: dubbi Maignan Il Milan invece, per prevedere il suo destino, non può non guardare Mike Maignan. Storia stranissima. MM è diventato famoso come pararigori, nel suo primo settembre milanista ne ha respinto uno a Salah e giusto un anno fa ha chiuso la qualificazione alle semifinali di Champions tuffandosi sul lato giusto contro Kvaratskhelia. Da allora però è buio, notte scura. Calhanoglu gli ha fatto gol da 11 metri nel derby di andata e da quel giorno Maignan non ha più parato un rigore. Gli hanno segnato Pereyra, Reus, Koopmeiners, Paredes (rieccolo…), Orsolini, Soulé, Pessina, due volte Bourigeaud, ancora Koopmeiners. Pioli, se rigori saranno, avrà bisogno che Mike interrompa la serie. Il resto starà al piede degli specialisti, con un paio di mancini indiziati. Olivier Giroud è da anni il rigorista designato ma in stagione ne ha sbagliato uno pesantissimo con il Borussia – il Milan esce virtualmente dalla Champions in quel momento – e uno con il Bologna. Quel giorno, contro Skorupski, fallì anche Theo Hernandez, il vice rigorista. Previsioni: entrambi stasera tirerebbero ma resta da capire se Oli G sarà in campo dopo 120 minuti. Pulisic, che calcia con gli Stati Uniti, è un altro candidato, come e più di Okafor, che per il Salisburgo si è preso la responsabilità – episodicamente – anche in Champions. Nomi a sorpresa? Difficile. Leao non è il tipo, Loftus-Cheek nemmeno, per Florenzi sarebbe un’emozione enorme. E allora, il nome giusto può essere Bennacer: quel giorno contro il Rio Ave calciò non una, ma due volte. Un cerchio che si chiude.