I LEADER FANNO FLOP Da Leao a Theo I senatori tradiscono Tifosi infuriati
Il Milan a rapporto sotto la curva a fine partita: «Fuori gli attributi, c’è l’Inter»
Era questa l’occasione per stringersi intorno all’allenatore e dimostrarsi più uniti che mai: i giocatori si sono abbracciati poco prima dell’inizio della partita e poi più nulla, slegati e sconnessi. La squadra ha perso tutti i suoi riferimenti: non c’era Theo a sinistra, non c’era Bennacer a tenere insieme i reparti e non c’è mai stato Giroud in area. Più di tutti è mancato lui, Leao: aveva promesso di essere un trascinatore e invece è stato portato via dagli avversari. Aveva assicurato sorridente uno svolgimento diverso rispetto a quella dell’andata e invece ha seguito esattamente lo stesso copione: un altro flop, un’altra partita senza tiri in porta, assist o un qualsiasi pericolo creato. Nel finale il traversone per il colpo di testa vincente di Gabbia: troppo tardi. Ha permesso al Milan di giocare con un uomo in più – Celik lo ha steso mentre tentava la discesa a sinistra - ma è stato il primo a non sfruttare gli spazi: un cross strampalato e uno stop sbagliato sono le ultime immagini della sua partita. E’ il più rapido solo a prendere la via degli spogliatoi una volta finita la partita, mentre i compagni delusi sceglievano la strada diretta sotto il settore dei tifosi in trasferta: in prima linea Theo, Giroud e Adli. Fischi e una manciata di secondi a rapporto della curva prima di defilarsi. Il senso brusco del messaggio: un invito a tirar fuori gli attributi. Poi il gesto con le mani che indicava alla squadra di andarsene. Non prima, ovviamente, di aver ricordato l’importanza del derby, come ha spiegato Pioli: «Hanno ricordato quanto sia importante la gara di lunedì. Ovviamente non saranno contenti dell’eliminazione di questa sconfitta».
Doppia sconfitta Almeno in questo, Giroud è stato una guida: in partita no. Non ha mai concluso verso Svilar. Ha chiesto un rigore per il pallone passato tra Smalling, Mancini e qualche tocco di mano sapendo di essere stato il primo a spostare la palla con il braccio. Per Rafa e Olivier è stata una sconfitta doppia: hanno perso malissimo i duelli a distanza. Giroud ha visto Lukaku andar via di forza alla difesa rossonera e servire Dybala, che ha vinto la sfida del talento contro Rafa con il gran gol del raddoppio. Bennacer era stato il primo dei senatori a tradire: fuori già nel primo tempo, per permettere a Pioli di aggiungere Jovic. Luka ha trovato la porta in un’occasione, Chukwueze – dentro per Loftus – ci ha provato: sono stati i nuovi a guidare la minima reazione. A fine primo tempo fuori anche capitan Calabria: Pioli lo aveva riposizionato al centro senza successo. Theo aveva mantenuto la sua zona a sinistra: uno slalom sconclusionato e pochissime altre iniziative. Il contributo dei senatori finiva qui.
Pioli solo Nel momento del bisogno Pioli è rimasto solo. Erano stati i leader a dargli forza nei momenti più difficili. La squadra gli aveva regalato un Natale sereno, nonostante il 2-2 di Salerno e la lettera di auguri di Cardinale in cui si diceva insoddisfatto. Il pareggio contro l’ultima in classifica era stato accolto come una sconfitta e la società aveva avviato un giro di consultazioni tra i senatori dello spogliatoio per capire l’orientamento del gruppo: il sondaggio aveva premiato Pioli, i big lo volevano ancora alla guida. A gennaio, dopo la vittoria di Empoli, era stato Theo a parlare: «Siamo sempre stati, lo siamo adesso e saremo sempre con Pioli»... Il vero senatore, Ibrahimovic, osservava con la faccia scura in tribuna: Zlatan dovrà essere efficace nella nuova versione da dirigente e voce della proprietà. Ibra interverrà e di solito, quando lo fa, si nota: se il ciclo di Pioli si avvia alla conclusione sarà lui a indicare con chi ripartire.
I tifosi a fine gara? Hanno ricordato ai giocatori quanto sia importante la partita di lunedì
Stefano Pioli Allenatore del Milan