La Gazzetta dello Sport

«Questa è un’altra bella medaglia E vale un trofeo»

«Eliminata una grande squadra e un tecnico top come Klopp. Cuore e testa, e una prova eccezional­e di compattezz­a»

- di Andrea Elefante INVIATO A BERGAMO

Che belle le sconfitte così, quando ci si può abbracciar­e lo stesso perché si ha un credito lussuoso da poter gestire e però lo si fa senza aver paura di nulla, neanche di un proprio peccato commesso quasi subito. E infatti Gian Piero Gasperini li abbraccia tutti, i suoi ragazzi senza macchia e senza timore: hanno fatto scomporre pure Jurgen Klopp, che parla di qualificaz­ione meritata, e persino la BBC, che ha titolato con un «Atalanta superba nei 180’», e il tecnico vaga per il campo stretto in quel maglione scuro che gli fa risaltare ancora di più il sorriso. La giacca, quella da tirare ai tifosi in caso di festa, dopo averlo fatto ad Anfield con il suo giaccone, l’aveva già tolta prima del fischio finale. Ci sono 15.000 persone in estasi e qualche fuoco d’artificio, ma la gioia sul campo è quasi più sobria di una settimana fa: forse perché meno inattesa, forse perché ora è ancora più chiaro che c’è una missione da completare. «È stata — ha detto poi Gasperini — una partita molto veloce, molto combattuta: abbiamo eliminato una grande squadra con allenatore top come Klopp. Da domani (oggi, ndr) penseremo alle prossime gare, sapendo che in questa abbiamo messo dentro di tutto, aiutati da un grande pubblico. Abbiamo preso una decina, forse anche di più, di rigori di questo tipo: però stavolta su quell’episodio abbiamo costruito una partita fantastica, di compattezz­a eccezional­e. Ho visto attenzione, grande dimostrazi­one atletica e difensiva. Con un po’ più di lucidità avremmo potuto anche segnare, ma questi ragazzi ormai ragionano con la mia testa. Non smetterò mai di ringraziar­li».

Sogno a puntate Quello della Dea è come un sogno “a puntate”. L’Atalanta è entrata in fase rem ad Anfield, una settimana fa, si è svegliata - è stata costretta a svegliarsi, perché c’era altro da fare - ad inizio settimana, poi ieri sera ha chiuso di nuovo gli occhi, ma non l’anima, il cervello, e ha ripreso a fantastica­re immagini che sembravano inimmagina­bili. Quando Letexier ha detto fischiando che era tutto vero, si sono guardati tutti intorno e stavolta gli occhi erano spalancati, dopo aver varcato indenni quel sottile confine che era teso fra concentraz­ione e ansia. Fra un’inedita semifinale di Europa League (quella del 1988 era di Coppa delle coppe, ed erano altri tempi e altre avversarie) e la sindrome da ultimo chilometro, quella che l’aveva colta nel 2020 quando lasciò il passo in extremis al Psg. Sindrome da beffa tesa come un agguato addirittur­a dai numeri, quelli che dicevano che nella storia della Coppa Uefa/Europa League 132 volte su 132 chi aveva vinto in trasferta l’andata di uno spareggio a eliminazio­ne diretta con almeno tre gol di scarto, poi si era anche qualificat­a. La Dea non li ha smentiti.

Ranking Ieri sera l’Atalanta ha giocato pure per il quinto posto italiano nella prossima Champions League - dunque un po’ anche per se stessa, in attesa di altri eventi eclatanti - ma ci sarà tempo per riparlarne. Ma Gasperini non sottovalut­a il “peso” della sua creatura sul ranking di tutto il nostro calcio: «Abbiamo dato un bel contributo anche noi, quest’anno ancora di più in questo senso. Nella mia carriera non ci sono coppe, ma tante medaglie e questa è una bella medaglia». Magari arriverà anche la medaglia che accompagna sempre una coppa: il lato B della festa di ieri sera si chiama, in rapida succession­e, Monza e Fiorentina. Poi si chiamerà Marsiglia. E poi chissà.

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Il tecnico del Liverpool Jurgen Klopp, 56 anni, si compliment­a con Gian Piero Gasperini, 66 anni, per il passaggio del turno
ANSA Klopp e Gasp Il tecnico del Liverpool Jurgen Klopp, 56 anni, si compliment­a con Gian Piero Gasperini, 66 anni, per il passaggio del turno
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