Rebus Haaland Con le grandi resta a secco «Sarò sempre criticato...»
Dibattito aperto dopo l’ennesima delusione. Guardiola lo difende, Keane e Carragher lo attaccano
Di gol col Manchester City finora ne ha fatti 83 in 92 partite. È capocannoniere in Premier League con 20 centri dopo i 36 della passata stagione, la sua prima in Inghilterra. Eppure Erling Haaland è nel mirino. Perché segna meno, perché nelle grandi partite non è ancora riuscito a fare la differenza. Come col Real Madrid, nel ritorno dei quarti che ha sancito l’eliminazione del Manchester City dalla Champions. L’unica cosa buona dei suoi 90’, prima di alzare bandiera bianca per un infortunio, è stato un colpo di testa infrantosi contro la traversa. Per il resto è stato assorbito dalla straordinaria difesa del Real Madrid, annullato da Rüdiger e Nacho. Proprio come gli era capitato contro Van Dijk e il Liverpool. O contro Saliba e Gabriel, la coppia centrale dell’Arsenal, che l’ha cancellato dal campo a Pasqua. Il flop col Real ha riaperto il dibattito: Haaland è un grande campione o solo un grande realizzatore?
Accusa e difesa Roy Keane e Jamie Carragher, ex giocatori oggi apprezzati opinionisti tv, guidano la critica. «Haaland è senza dubbio uno dei migliori realizzatori del mondo, ma deve ancora diventare un attaccante di livello mondiale - ha scritto Carragher in un editoriale per il Telegraph -. Non vale ancora gente come Thierry Henry o Harry Kane, che potevano giocare in ogni squadra e lasciare sempre il segno oltre i gol». Keane dopo Pasqua ci era andato giù pesante in tv: «Penso che sia un grande attaccante, ma il suo gioco generale vale quello di un giocatore di League Two. Come realizzatore è tra i migliori del mondo, ma il resto del suo gioco non è assolutamente a quel livello». Haaland ha ovviamente tanti estimatori. «Mi è stato insegnato di non criticare mai i grandi attaccanti, perché finisce che ti chiudono la bocca coi gol» ha detto di recente Guardiola. «È probabilmente uno dei migliori attaccanti del mondo, merito della difesa se l’abbiamo fermato» aveva detto Ancelotti, riferendosi alla partita d’andata.
Gol Haaland lo scorso anno ha segnato 52 volte in 53 partite, aiutando il City a conquistare uno storico triplete e viaggiando ad un ritmo straordinario. Non c’erano dubbi che fosse il miglior attaccante del mondo allora, ce ne sono ora che non sta riuscendo a tenere quello standard altissimo, come uno studente abituato ad avere tutti 10 che all’improvviso si ritrova a dover giustificare un 8, l’eccellenza per tanti ma non per lui. «Continuerò a sbagliare occasioni e continuerò a fare gol. E la gente continuerà a criticarmi in ogni caso» ha detto lui recentemente. La scena muta col Real è un punto a favore di chi non lo ritiene all’altezza dei migliori. Ma uno dei segreti di Haaland, di quelli che l’hanno reso uno dei migliori realizzatori del mondo, è la sua etica del lavoro, la voglia di crescere sempre. E a 23 anni può ancora crescere tanto. Guardiola ha bisogno che faccia proprio questo: continuare a migliorare. Il City sarà anche uscito dalla Champions, ma può ancora vincere la FA Cup (domani semifinale col Chelsea) e la Premier. Coi gol di Haaland, ovviamente.