«Allegri, la Coppa Italia non salva la stagione Juve, prendi... Modric»
Dopo il ko contro l’Inter ho visto troppe partite non da Juventus
Alen Boksic
Ex attaccante della Juve Il mio giocatore preferito nella Juve di oggi? Bremer è tosto
Alen Boksic
Ex attaccante della Juve
L’ultima volta che la Juventus è salita sul tetto del mondo – Tokyo 1996 – c’era un numero 9 che finiva per “ic” come adesso. Tra i predecessori di Dusan Vlahovic, c’è anche Alen Boksic. Una sola stagione a Torino (1996-97), in mezzo ai due periodi alla Lazio, ma ricca di trofei: scudetto, Supercoppa europea e Coppa Intercontinentale. «Ma se penso alla Juve, la prima immagine è la finale di Champions persa col Borussia Dortmund. Alla Juve quando vinci è un sollievo e ti sembra normale. Le sconfitte, invece, sono una bella botta e per questo ti restano impresse», racconta l’ex attaccante croato, tuttora legatissimo a entrambi i suoi club italiani, reduci dall’incrocio in semifinale di Coppa Italia. «Sono contento per la Juve, ma mi dispiace per la Lazio e per il mio amico Tudor, che ha sfiorato l’impresa. Rivedrò Igor sabato: sarò all’Olimpico per la partita contro il Verona».
► Più stupito di vedere Tudor sulla panchina della Lazio o la Juve aggrappata alla Coppa Italia per evitare una terza stagione da zero titoli?
«Igor non mi sorprende. È giovane, ma ha già fatto esperienza in panchina: Galatasaray, Udinese, Verona, Marsiglia... Come ho detto a lui, la Lazio è una bella piazza, un’occasione importante. Dalla Juve, invece, ci si aspetta sempre di più: la Coppa Italia è un trofeo, ma non sposta la stagione dei bianconeri».
► Cosa intende dire?
«Dalla Juve ti aspetti che almeno lotti per lo scudetto fino alla fine. Invece quest’anno la corsa è finita a febbraio, nello scontro diretto con l’Inter. Da quel momento ho visto troppe partite non da Juve».
► Eppure Vlahovic ha segnato più nel 2024 che nella prima parte del campionato…
«È un ottimo attaccante e ha soltanto 24 anni. Ha mostrato qualità tra Fiorentina e Juve. Dusan può diventare un top come Haaland. Ma i paragoni non mi piacciono mai. E comunque in Italia è più difficile segnare che in Inghilterra per un centravanti. Era così ai miei tempi e lo è pure ora. Però…».
► Però…
«Un attaccante dipende sempre dai compagni che ha alle spalle. Ecco, io sono stato fortunato: mi giravo indietro e vedevo Zidane, Jugovic, Deschamps, Conte… E accanto avevo Del Piero o Vieri. Dusan, invece, gioca in una Juve più attendista e con difficoltà a creare gioco».
► I tifosi della Juve rimpiangono un suo connazionale: Mandzukic. Concorda?
«Alla Juve ne servirebbe più di uno, di Mario. Mandzukic era uno che non mollava mai e che metteva sempre la squadra davanti a tutto. Quando arrivò Higuain, sembrava la fine per Mario. Invece si spostò a sinistra e rischiò di entrare nella storia con il gol in mezza rovesciata in finale di Champions».
► La priorità della Juve è aumentare la qualità del centrocampo… Consiglierebbe più al 38enne Modric un ultimo ballo alla Juve o ai dirigenti bianconeri il Pallone d’oro croato?
«Modric è baciato da Dio, è il calcio: lo consiglierei a qualsiasi top club, anche alla Juve. Non so se Luka lascerà a scadenza il Real, dove già in questa stagione ha fatto da chioccia a Bellingham e agli altri giovani, ma sono convinto che abbia altri due anni di calcio ad alto livello nelle gambe. Modric da solo non basterebbe per raggiungere l’Inter, che ha stravinto con merito lo scudetto, ma darebbe una bella mano».
► Il presente dei bianconeri è Chiesa, il futuro Yildiz?
«Chiesa mi ricorda il papà, un attaccante che ho sfidato tante volte e del quale ero innamorato. Enrico era veloce, dribblava e aveva un gran tiro. Se non ha giocato nel Milan, nella Juve o nell’Inter è perché ai nostri tempi era più difficile vestire quelle maglie. Federico mi sembra una seconda punta che svaria come il padre: ha tutto per esplodere. Yildiz ha talento, ma soltanto 18 anni: meglio andarci piano».
► I suoi giocatori preferiti oggi?
«Nella Juve, Bremer. Difensore bello tosto: come quelli dei miei tempi. Nella Lazio stravedo per Luis Alberto: mi auguro per il club e per Igor che il Mago resti anche la prossima stagione. In generale dico Haaland e Mbappé, due mostri».
Per la società siamo stati bravi a livello economico perché la finale di Coppa Italia porta in Supercoppa
Massimiliano Allegri Allenatore della Juventus