Palermo batti un colpo
Mignani, rivoluzione silenziosa Ma per adesso rimane Mister X
Dal modulo alla mentalità, agli uomini: con il 3-5-2 il neo tecnico ha conquistato 3 pareggi su 3 E nei playoff si gioca tutto
La rivoluzione silenziosa, quella che non fa rumore in classifica, ma ridefinisce gli equilibri rispetto al passato. Michele Mignani sta procedendo a piccoli passi nel ridisegnare il Palermo, lo ha raccolto sfilacciato dalla crisi, lo sta reimpostando con scelte anche parecchio traversali, dal sistema di gioco inedito - sia per la sua storia che per le caratteristiche della rosa - alla posizione di alcuni giocatori. La sensazione è che stia attuando un rodaggio mirato per presentarsi al meglio ai playoff per poterli vincere, un obiettivo importante non solo per il club, anche per il suo futuro. Il risultato, finora, è stato di tre pareggi che non hanno prodotto cambi di passo (il Palermo era sesto con Corini e lo è ancora con Mignani), assecondando la vocazione da “Mister X” che il tecnico genovese si era costruito a Bari in questa stagione prima dell’esonero (con 7 pareggi, una vittoria e una sconfitta). In compenso le modifiche hanno dato una fisionomia più compatta a una squadra che prima del suo avvento sbandava pericolosamente subendo ribaltoni clamorosi. Il risultato è che i rosanero subiscono poco, ma segnano anche meno rispetto a prima (tre gol di cui uno su rigore nelle ultime tre gare). Il salto di qualità in ottica playoff va operato in questo senso, per sfruttare al meglio la dote raccolta dal terzo attacco del torneo e per mettersi nelle condizioni di poter vincere agli spareggi, aspetto fondamentale in caso di passaggio al turno preliminare, unico contesto in cui il Palermo potrà contare sul doppio risultato a favore per la posizione in classifica se restasse questa.
Modulo La nuova impronta tattica ha il marchio del 3-5-2, nonostante Mignani abbia utilizzato sempre il 4-3-1-2, che sa anche di canovaccio definitivo sul quale si muoverà sino al termine della stagione. Uno spartito all’interno del quale, col passare delle giornate, il nuovo allenatore sta dando sempre più risalto al possesso palla con un palleggio prolungato, sia per controllare il gioco, che per usufruire al meglio del doppio attaccante, che non è l’unica novità rispetto al passato.
Di Francesco Perché la mossa a sorpresa è stata lo spostamento di Di Francesco da esterno offensivo a mezzala di centrocampo. Una scommessa vera e propria, dal momento che l’ex Lecce in questo ruolo non aveva mai giocato. L’attaccante in versione incursore centrale, con licenza di svariare, ha prodotto qualche chiave offensiva diversa, ma è un meccanismo che va oleato in relazione all’intesa diversa con Brunori e Mancuso, i prescelti della nuova formula d’attacco.
Ranocchia Nel processo da affinare, il tecnico ha invertito anche qualche gerarchia precedente rilanciando chi prima il campo lo aveva visto poco (oltre a Mancuso ci sono anche Henderson e Buttaro tra i rivitalizzati) e adesso dovrà trovare una collocazione al grande assente dell’ultimo mese. Il rientro in gruppo di Ranocchia, dopo uno stop di oltre un mese per infortunio, rappresenta un plus da sfruttare: i 4 gol realizzati nelle prime 5 gare al suo arrivo a gennaio sono abbastanza indicativi di come avesse spostato l’inerzia. Molto dipenderà dalla posizione che Mignani intende affidargli. Corini lo aveva inventato trequartista, il suo sostituto negli allenamenti di questi gironi lo sta impiegando da mezzala. Da valutare come il centrocampo potrà reggere sia la sua presenza che quella di Di Francesco. Si tratta di un ritorno in ogni caso importante, proprio nel momento in cui il Palermo ha perso Di Mariano.
Per i 3 punti Il laboratorio creativo di Mignani dovrà comunque partorire anche la prima vittoria, necessaria prima di tutto a fini dell’autostima - visto che in casa manca da due mesi e in generale da uno - e a maggior ragione nell’avvicinamento ai playoff, nei quali il Palermo non potrà recitare il ruolo di comparsa, ma dovrà necessariamente provare a farli suoi per andare in Serie A .