«Capello e Sacchi: grazie degli elogi Il Bologna dà gioia»
Motta: «Voglio offrire il calcio migliore» Saputo farà di tutto per trattenerlo
Ha fatto rendere tutti e tenuto lo spogliatoio: al giorno d’oggi è difficilissimo
Fabio Capello
Il suo Bologna gioca a memoria e non ha mai paura di nessuno. E’ un visionario
Arrigo Sacchi
Che impresa Coi tre punti contro l’Udinese, il club tornerebbe sicuramente in Europa 22 anni dopo
Se ventitré titoli a livello nazionale e mondiale - oltre agli allegati enciclopedici - votano Motta, beh, qualcosa vorrà pur dire. Se Arrigo Sacchi (9 trionfi) e Fabio Capello (14) raccontano – argomentando come sempre – che saresti tu l’uomo da Milan, ecco, quantomeno registri, resisti nel non cadere dentro l’autocelebrazione e insisti, per far sì che il fuoco attuale sia non solo una fiammata e basta. Gazzetta di ieri, tema: “Milan, prendi Thiago”. Svolgimento: «Gioco, equilibrio e tanta personalità: sì, lo vedo pronto per il grande salto» diceva Don Fabio; «Bravo, visionario e con idee vincenti» raccontava Arrigo. Un accerchiamento di stima calcistica. E poco importa che il Diavolo stia andando verso Lopetegui. «C’è solo da ringraziare per tutte quelle parole, anche a nome del Bologna: elogi così fanno sempre piacere… Il tutto pensando, come sempre, a fare una grande gara contro l’Udinese, perché voglio che esca la nostra miglior partita dell’anno». Il sangue caliente e riconoscente di Thiago da una parte e la secchiata d’acqua gelida dell’attualità dall’altra: questo è Motta. Ed è per questo che ha il suo perché e i suoi “percome”.
Europa coi 3 punti Intanto, ed è un altro tassello dell’opera annuale di Thiago e club, c’è un aspetto importante: se il Bologna dovesse battere l’Udinese domani (ore 15, già 27.000 spettatori al Dall’Ara) tornerebbe aritmeticamente in Europa dopo 22 anni, ovvero dal 27 agosto 2002. Qualunque essa sarà, dalla Champions (che Guidolin sfiorò proprio in quella annata) all’Europa League o alla Conference. E sarebbe il primo passo, un completamento di una programmazione avviata 10 anni fa con l’arrivo di Joey Saputo. Uno “step”, che ovviamente il club vorrà - nel segno della continuità - poter portare avanti negli anni. «Saremmo in Europa di sicuro coi 3 punti? Vogliamo offrire il miglior calcio: sul risultato non abbiamo il controllo, sul preparare la gara sì».
Gente, giocatori, rinnovo Tornando al futuro di Thiago: è ancora un rebus, nonostante voci e apprezzamenti che vanno dalla Juve fino al Manchester United alla Spagna e al Portogallo. Ma, per ora, niente di scritto. E di deciso. «Cosa mi chiede la gente quando la incontro per strada? Di continuare, mi dice “bravo”, “complimenti”, continuiamo così e di fare quello che abbiamo fatto dal primo giorno per cercare di offrire gioia e il miglior calcio possibile». Thiago, sul suo futuro, si chiude, mette il pullman davanti alle domande. «Se i giocatori mi hanno chiesto cosa farò il prossimo anno? No e non lo hanno mai fatto. Pensano alla prossima partita come faccio io, perché dovremo fare la miglior partita della stagione». Tutti “Mottizzati”. Saputo compreso, il presidente di un Bologna applaudito e di un allenatore da incontrare e da rinnovare.