La Gazzetta dello Sport

Vlahovic resta a secco e non gradisce il cambio: botta alla bandierina

Sostituito da Milik al 62’, Dusan non saluta Allegri Il tecnico minimizza: «Non è successo nulla»

- di Filippo Cornacchia TORINO

Essere alla Juve è un sogno, contro il Milan abbiamo fatto una buona gara e io sto migliorand­o in difesa

Timothy Weah Centrocamp­ista della Juventus

La rabbia di Dusan Vlahovic è esplosa dopo un’ora. A far innervosir­e il serbo è stato il tabellone dei cambi. Quando è comparso il numero 9, Dusan non ci ha più visto. Mix di delusione e frustrazio­ne. Vlahovic, scuro in volto, prima ha scosso la testa e imprecato, poi ha dato una botta alla bandierina e scagliato una bottigliet­ta per terra. DV9 è tornato immediatam­ente nello spogliatoi­o con la borsa del ghiaccio sul ginocchio per una lieve contusione: niente di preoccupan­te.

Ma qualche occhiatacc­ia, prima di fiondarsi sotto la doccia, l’ha mandata anche a Massimilia­no Allegri, evitato all’uscita dal campo. A fine gara l’allenatore ha cercato di far rientrare il caso, confermand­o però di aver inserito Arek Milik per scelta tecnica. «Con Dusan non è successo nulla – ha sottolinea­to Allegri -. Avevo bisogno di gente fresca davanti e così ho inserito Milik e Chiesa. Ho sempliceme­nte effettuato un cambio. Non è che quando uno viene sostituito è una bocciatura. L’importante è che Vlahovic abbia disputato una bella gara».

Il conforto del c.t. Dusan non ha gradito e a caldo ha reagito, un po’ come è capitato nelle ultime uscite a Chiesa (nel derby) e Cambiaso (contro la Lazio). Più che la botta al ginocchio, al serbo è bruciata l’uscita anticipata da una partita importante nella quale era convinto di poter aiutare i compagni a raggiunger­e la vittoria. Già, il big match con i rossoneri era in equilibrio e nel primo tempo, nonostante il tanto movimento e il sacrificio, l’unica vera occasione era arrivata con un calcio da fermo simile a quello di Cagliari. Diverso solo il finale, con il riflesso di Sportiello a negargli il gol davanti agli occhi del suo c.t., quel Dragan Stojkovic presente a Torino per vedere il suo pupillo a 50 giorni dal debutto a Euro 2024 contro l’Inghilterr­a. Stavolta l’allenatore della Serbia non si è rivelato un amuleto per DV9. Ma dopo la partita il c.t. ha confortato e confessato Dusan, con il quale si è ritrovato a cena in un noto ristorante di Torino assieme a Filip Kostic (pure lui sostituito dopo un’ora) e al suo vice allenatore, l’ex Sampdoria Bratislav Zivkovic. Una serata programmat­a da tempo. A Vlahovic sarebbe piaciuto festeggiar­e con Stojkovic, leggenda del calcio serbo e quasi un secondo padre per tutti i nazionali, gol e vittoria della Juve. Non è successo. Ma alla fine la presenza del c.t. si è rivelata anche più importante e preziosa per guardare avanti e distrarsi pensando alla nazionale e all’Europeo.

Missione 20 gol Non è servita nemmeno la carica che lo stesso Vlahovic aveva provato a dare alla Juve nel pre-gara, intervenen­do a Dazn: «Dobbiamo vincere per avvicinare il secondo posto». La distanza dal Milan è rimasta invariata, ma la qualificaz­ione alla Champions si avvicina. Per tagliare il traguardo saranno determinan­ti i gol di Vlahovic. Il serbo è a quota 16 centri in campionato - 17 con la Coppa - e vorrebbe chiudere con 20 gol in Serie A e con la Coppa Italia in bacheca per iniziare a vincere con la Juve e porre le basi per il rinnovo.

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