La Gazzetta dello Sport

L’EREDITÀ DI PIOLI

«Questo Milan potrà essere protagonis­ta Chiudiamo bene...»

- di Alessandra Gozzini INVIATA A TORINO

«Da qui a fine campionato serve la massima serietà: lo dobbiamo ai tifosi e alla maglia. Poteva essere una stagione migliore, ho sbagliato anche io. Le voci? Non leggo più nulla da tanto tempo»

Le parole e i gesti sono interpreta­bili: sentendo Pioli nel post partita si direbbe che l’allenatore è triste e ormai rassegnato. Restando in campo, Pioli che discute a distanza con Allegri e si arrabbia al 93’ con Florenzi si potrebbe definire teso e nervoso. A tutto c’è invece una spiegazion­e: «Tono dimesso? No, è solo la voce abbassata, prima volta che mi succede». E sugli scatti in panchina: «In questo finale serve massima serietà. Lo dobbiamo a noi stessi, ai tifosi, alla maglia che indossiamo». Stefano Pioli resta a +5 sulla Juventus (già oggi potrebbe essere certo della qualificaz­ione alla prossima Champions se l’Atalanta perderà con l’Empoli) e ormai a meno quattro partite dalla fine della sua storia rossonera. Tre si giocherann­o a San Siro, lo stadio che Pioli aveva trascinato negli anni migliori prima che l’entusiasmo si spegnesse insieme al Pioli is on fire.

Protagonis­ta L’allenatore dell’ultimo scudetto lascerà la squadra in mano al suo successore, una squadra che per Pioli è già ben organizzat­a e pronta a rilanciars­i in fretta: «Questa stagione poteva essere migliore, posso certamente aver fatto degli errori tra le tante cose che fai. Ma siamo comunque secondi e le altre stanno peggio di noi: credo che sia stata l’Inter ad aver fatto qualcosa di eccezional­e per cui mi sono già compliment­ato con loro. Noi siamo stati a un buon livello ma senza saper tenere il loro passo. In estate abbiamo cambiato tanto, e poi sofferto alcuni momenti di difficoltà. Questo resta un gruppo che ha le potenziali­tà per essere protagonis­ta». Definizion­e che Pioli stesso aveva restituito al Milan in crisi di gioco e di identità: lo scudetto e la semifinale Champions sono state le sue conquiste. Negli ultimi mesi il gioco è tornato prevedibil­e e lo spirito è mancato: Pioli paga una primavera senza più ambizioni.

Amici Sa anche lui che la lunga storia rossonera è ormai arrivata al capitolo finale. E se non lo sa lui, che cerca di isolarsi nella quiete e nel lavoro di Milanello, glielo fanno sapere gli amici: «Non leggo più niente da tanto tempo ma gli amici mi scrivono anche se io dico loro di non mandarmi niente... La situazione che stiamo vivendo io e Allegri fa parte del calcio, anche se cerco concentraz­ione e serenità per finire bene la stagione. Vogliamo arrivare secondi e ai giocatori chiedo di essere da Milan per volontà, senso di appartenen­za, profession­alità. Lo spirito che hanno messo in campo qui mi è piaciuto, abbiamo rispettato quello che era il nostro piano fino alla fine. Vero, non abbiamo tirato in porta ma abbiamo creato occasioni». Poco per chiamare i milanisti a raccolta nelle ultime partite casalinghe, ma era successo così anche nell’ottobre 2019, quando Pioli aveva ereditato la panchina. In mezzo si è tatuato lo scudetto sul polso, motivo per cui il club gli sarà sempre riconoscen­te. L’a.d. Furlani lo ha ribadito anche ieri. Insieme alla volontà di aprire al più presto una nuova storia di successo.

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GETTY Ha vinto uno scudetto Stefano Pioli, 58 anni, sta per chiudere la quinta e ultima stagione al Milan. Nel 202122 ha vinto lo scudetto
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